Transito (Parte II)

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"Benvenuto Daniel ... Benvenuto ..."

" Salve Daniel. Come stiamo oggi? ... Già perdonami, tu non puoi rispondere. Sei incapace di intendere e di volere e soprattutto di muoverti. Ti ricordi di me? O nella tua mente non è rimasto proprio nulla? Sono Carlos, il tuo amato dottore ... Ma certo che ti ricordi di me, me ne accorgo sai? Dal modo in cui mi guardi. Come se fossi un mostro! ... Ma tra noi due, caro Daniel, il vero mostro sei tu. Dovresti semplicemente guardarti allo specchio per poter afferrare il mio sarcasmo. Vedi cosa succede a impicciarsi degli affari altrui? Beh, succede quello che è successo a te! Ti sei messo contro la persona sbagliata, nel momento sbagliato. Però vorrei tanto sapere come hanno fatto quelle due sgualdrine a renderti partecipe dei nostri più intimi segreti ... Che dici, me lo racconti? ... Che sbadato che sono; dimentico ancora che ti sei trasformato in un bruttissimo automa. Ed è divertente osservarti. Sei il mio esperimento ben riuscito. La tua bocca è chiusa, la tua mente anche e la cosa sorprendente è che sei ancora vivo! ... Dovresti ringraziarmi Daniel, in ginocchio. Potevo ucciderti e non l'ho fatto. Anche se un po' di fortuna è andata dalla tua parte. Era la prima volta in tutta la mia vita che eseguivo una lobotomia.

Divertente, vero? ... Adesso ti lascio mio paziente prediletto. Buona giornata!"

***

"Vieni, Daniel. Il tuo posto è qui ..."

Non voglio vedere quell'uomo. La sua cattiveria e la sua malvagità mi fanno stare male.

Credo di ricordare adesso. Credo di capire. Carlos; la causa di tutti i mali. Le donne uccise. E adesso un altro trofeo alla sua collezione; io!

Una luce. Una luce si apre e mi accoglie. Mi sento leggero e sto quasi volando.

I giardini dinnanzi a me, le rose, i roseti.

Le cinghie che legano i miei polsi e le mie caviglie si sciolgono improvvisamente e il mio corpo viene risucchiato in una dimensione differente, una luce attendevo inconsapevolmente.

Meglio che morire in una sedia.

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