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Siccome sto lavorando a varie coshe che non sono ancora pronte oggi gi propongo un testo che ho scritto per un concorso.
E niente, spero vi piaccia.😘

   Videogiochi pericolosi

Erano su quell' isola da solo quindici minuti ma Percy già la odiava.
Tutta quella gente che si girava a guardarli, potevano essere mostri... e lui di mostri ne aveva le tasche piene.
Quando arrivarono al tempio di Poseidone, si sentì travolgere da una nuova forza e coraggio.
Davanti a loro c'era una statua di suo padre alta almeno tre metri e con il tridente luccicante in mano.
- Ragazzi- disse Leo- Non vi sembra troppo reale quel tridente?-
- Già- gli fece eco Nico - Percy? Io non sono un esperto né di meccanica o scultura né di tridenti, ma quello non mi sembra di pietra.. -
- Beh- rispose Percy- Sinceramente non lo so...-
- Ma come non avverti l'energia che questo coso sprigiona? - domandò una quarta voce facendo sobbalzare i tre ragazzi.
Da dietro la statua era comparso un uomo, era basso e vecchio con un bastone in mano.
- Scusi?- chiese Leo - Non è carino far morire la gente di attacco di cuore, se posso permettermi.-
- Oh, taci tu!- esclamò quello -Devo parlare con il figlio di un uomo con il cervello fatto di cozze.-
- Ehm- si intromise Percy- Io preferisco chiamarlo Poseidone, se non le dispiace.-
- Mi dispiace eccome! Tuo padre mi ha esiliato qui! E adesso io mi vendicherò contro te e i tuoi amici!- gridò l'uomo.
- Oh fantastico! Cosa sei tu? Una specie di Polibote 2 La vendetta!?- esclamò il figlio di Poseidone.
- Se vuoi definirmi così, libero di farlo. Tanto morirai.-
- Sai che novità- borbottò in risposta Percy.
- Smettila di fare lo spiritoso o diventerai uno spirito molto presto!- strepitò il vecchio.
- Non sa quante volte gliel'ho detto io!- sospirò Nico.
- Grande fratello!- esclamò Leo dando il cinque a Nico.
- Ma vi sembra il momento?- domandò Percy.
- BASTA!- gridò il vecchio- Adesso subirete l'ira di VinteoLudum!-
- Di chi?!- esclamarono in coro i tre ragazzi.
- Di gioco?- continuò Nico.
- No, di video.- ribattè Percy.
- Ragazzi- disse Leo dopo un paio di secondi - Se Nico ha capito la..-
- Seconda- completò lui.
- Se Nico ha capito la seconda parte e Percy la prima, vuol dire che il nome è composto da una parte latina e una greca. Quindi è arrabbiato sia con Poseidone che con Nettuno, ovvero ha il doppio dei motivi per avercela con te, Percy. Mi spiace.-
- Wow, ha capito tutto il ragazzo.- disse VinteoLudum.
- Grazie. Ma esattamente cosa può fare?- chiese Leo.
- Beh- rispose VinteoLudum- Questo! -
Portò le mani aperte davanti a lui con i palmi rivolti verso il trio di ragazzi e disegnò un cerchio con entrambe le mani.

Adesso Percy, Nico e Leo si trovavano come in un limbo.
Si muovevano sopra una piattaforma che andava avanti, solo avanti. Verso ostacoli di vetro in movimento oppure fermi, in ogni caso sembrano molto resistenti.
- Qualcuno sa dove siamo?- chiese Nico.
- Credo in un videogioco.- rispose Percy.
- Non credevo esistette un dio dei videogiochi- aggiunse Leo.
- Ma quello non è un dio.- ribattè Nico - O per lo meno non è immortale come Zeus o Atena.-
- Almeno una bella notizia è arrivata. Ora, come usciamo da qui e soprattutto come distruggiamo questo muri di vetro che dondolano minacciosamente?- chiese Percy.
- Leo non hai qualcosa in quella cintura?- chiese Nico.
- Con cosa si abbattono delle finestre volanti?- chiese lui.
- Biglie giganti?- rispose Nico.
- Si!- esclamò Percy.
- Cosa si?- chiese Leo.
- Con le biglie giganti. Io posso lanciare delle sfere di acqua e tu di ferro o qualsiasi altra cosa. Abbattiamo quegli aggeggi e sconfiggiamo quel maniaco.-
- Un piano geniale.- sospirò Nico.
- Tu ne hai un altro?- ribattè Percy.
- No.-
- E allora al lavoro, anche perché questo coso ha iniziato a muoversi. E la cosa non mi piace. -

Quando il primo vetro li colpì Nico quasi cadde dalla piattaforma.
Se non fosse stato per Percy, che ha i riflessi pronti, sarebbe rimasto in quella dimensione fino alla morte.
- Grazie amico.- disse lui una volta in piedi.
- Non c'è di che.- rispose lui.
I successivi dieci minuti li passarono tranquilli, senza altri blocchi omicida.
Ma quando arrivò il secondo vetro capirono che avevano fatto male ad abbassare la guardia: questo era un quadrato, sostenuto da ogni angolo da un spesso cavi di acciaio.
- Ecco, lo sapevo! Non possono inventarsi delle prove più facili?- gridò Leo.
- Smettila di gridare e inventa qualcosa!- strepitò Nico.
- E come faccio?! Se non lo hai notato sono più grossi di te quei cavi!- urlò in risposta lui.
- Non puoi, che so... scioglierli?-
- No che non posso!-
- Perché?-
- Perché sono quattro! Io ho due mani, e siamo troppo lontani!-
- E non puoi tirare fuori qualcosa di utile da quella cintura?!-
- Tipo cosa?-
- Non lo so! Qualcosa tipo una... Percy!- esclamò a un certo punto il figlio di Ade interrompendo quel battibecco con il figlio di Efesto.
Percy era in ginocchio, pallido e tremante.
- Percy, per tutti gli dei, cosa hai fatto?- riprese Nico, preoccupato.
- Io ho-
- Aspettate un attimo, dov'è il vetro?- chiese Leo interrompendo Percy.
- Io l'ho distrutto.-
- E come hai fatto?- chiese sempre lui.
- Frena un attimo Leo. Sta male,gli diamo il nettare o l'ambrosia e poi ci spiegherà tutto.- decise Nico.
- Ma io...-
- Niente ma, e adesso passami lo zaino.-
Nico recuperò il termos e diede il nettare a Percy.
Il ragazzo dagli occhi verde mare smise di tremare e recuperò quasi del tutto il colorito della pelle.
- I blocchi era attaccati ai cavi di acciaio ma siccome questi ultimi non si possono rompere. Ho semplicemente rotto il vetro che li univa.- spiegò Percy.
- Ok ma come?- chiese Leo.
- Ho provato ad evocare un po' di ghiaccio, e visto le temperature che ci sono qui non è stato molto faticoso.-
- Già, fa freddo qui.- confermò il figlio di Efesto.
- E se fa freddo per il fuoco, noi moriremo di ipotermia.- sbuffò Nico.
- Ei, oggi sei in vena di battuta eh Nico?- rise Percy.
Una risata contagiosa e sincera che travolse anche gli altri due ragazzi.

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