Il mare crea e distrugge.

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Importante leggete lo spazio me alla fine.

Il mare crea e distrugge.

-Percy!- gridò terrorizzata Annabeth.
Il figlio di Poseidone fu scaraventato in aria dal mostro.
-L'ho sempre detto che sono troppo leggero.- gridò prima di atterrare per terra battendo violentemente la testa sul bordo della scogliera. Sulla nuca del ragazzo si aprì un taglio profondo da cui usciva una grande quantità di sangue.
Disorientato e tremante si mise in piedi, usando la spada come punto d'appoggio.
Sotto la maglietta, strappata, bagnata di sangue e bruciata; si vedevano i tagli e le bruciature che la maglia non era riuscita a schermare.
Percy fece alcuni passi barcollante e poi cadde in ginocchio sul terreno reso fangoso dalla pioggia; vomitò sangue, con gli occhi spenti e la tempesta che lo bagnava.
Il sarcasmo iniziale lo aveva abbandonato, esattamente come stavano facendo le forze.
Annabeth e Piper erano state circondate da mostri che non davano segno di voler abbandonare la battaglia.
Le onde si infrangevano sulle rocce alla base della scogliera, circa duecento metri più in basso, dove essa cadeva a picco sul mare mosso dalla bufera.
L'altopiano al di sopra era ormai una distesa fangosa dove si univano le impronte di mostri e di tre ragazzi impegnati a combatterli.
Jason, Leo, Frank ed Hazel erano oltre il boschetto alle spalle del mare. Impegnati anche loro nella loro battaglia.
Mentre loro erano esattamente al confine del bosco.
- Percy! Percy va tutto bene? Percy!- Piper chiamò a gran voce l'amico che però non rispose.
-Arrivo Percy.- urlò Annabeth prima di infilzare l'ultimo mostro che aveva davanti.
Anche Piper disintegrato un mostro raggiunse l'amica che correva verso il suo ragazzo.
Nel frattempo Percy era ancora in ginocchio sul terreno quando gli si avvicinò la stessa creatura che lo aveva lanciato.
Il mostro fece schioccare la lingua e allungò la coda verso il ragazzo, gliela strinse forte attorno alle costole che scricchiolarono. Percy sgranò gli occhi per il dolore.
Annabeth e Piper erano ancora molto lontane da loro, correvano come mai in vita di loro.
Il mostro grugnì soddisfatto; mosse un poco il semidio che sbiancava piano piano per il dolore.
Ad un certo punto aprì la bocca e da essa uscì una voce roca e graffiante.
- Addio, Percy Jackson.- sibilò le ultime parole in modo sprezzante, come se fosse un insulto; lasciando scioccati e piuttosto confusi i ragazzi.
Poi la creatura si mise a ridere, guardo intensamente il ragazzo che teneva stretto nella sua morsa e lo lasciò cadere di colpo.
Percy atterrò insicuro sulle gambe che cedettero, ma non fece in tempo a cadere sulle ginocchia che la coda del mostro lo colpì alla pancia lanciandolo oltre la scogliera, direttamente nel mare in tempesta, nel momento esatto in cui Annabeth e Piper piantavano le loro spade nella schiena del mostro disintegrandolo.
-Percy!- urlarono disperate, affacciandosi al bordo della scogliera. Dove però non si vedeva niente, mare e pioggia erano rimaste indifferenti a quello appena successo.
Ci vollero un paio di secondi per metabolizzare, un paio di secondi in cui nelle menti delle ragazze passarono pensieri di tutto tutti i tipo, secondi in cui speravano che Percy Jackson venisse da loro a cavallo di un'onda, secondi in cui chiamarono il suo nome a gran voce.
Ma quei secondi finirono e le lacrime iniziarono a scendere sui loro volti, lavando sangue e fango ma lasciando dietro di sé una scia di dolore e infinita tristezza.
Percy se ne era andato, e non sarebbe tornato.
Un getto d'acqua raggiunse dov'erano, dando loro un po' di speranza. Ma poggiò una penna e una collana con delle perline sul bordo.
Percy le aveva abbandonati e le uniche cose che aveva lasciato erano la sua collana e Vortice, la sua spada.
Annabeth strinse nella mano la collana, mentre Piper allungava una mano tremante verso la spada.
Da dietro il bosco si sentivano le urla gioiose di chi ha appena vinto qualcosa. Emozioni decisamente contrastanti a quelle che invece regnavano nella radura.
Per un po' di tempo regnò il silenzio, interrotto solo dai singhiozzi delle ragazze, dal rumore del mare e dai passi sempre più vicini che venivano dal bosco. Poi quattro ragazzi fecero irruzione nella radura, gridando entusiasti.
-Li abbiamo bruciati vivi.- esclamò Jason.
-Abbiamo fatto scintille!- disse Leo dando il cinque all'amico.
-Ragazzi, siamo stati bravissimi.- disse Hazel, camminava affianco a Frank che aveva un braccio sulle spalle di Hazel.
-Scometto che Percy gli ha fatti bere un bel po'.- esclamò contento Leo, non sapeva però che Percy non avrebbe mai potuto sentire quel complimento.
-Si ma.. dove sono?- chiese Frank.
Si guardarono attorno, fu Jason ad accorgersi per primo che c'era qualcosa di strano.
-Pip!- sussultò correndo verso la sua ragazza, seguito dagli altri.
Si inginocchiò vicino alle due ragazze.
-Piper.. Annabeth.. dov'è Percy?- chiese Leo con un gruppo in gola notando gli oggetti in mano alle ragazze e l'assenza del ragazzo.
-Lui è... ecco lui è..- balbettò la prima.
-Lui è caduto. Dalla scogliera. In mare.- concluse Annabeth tra un singhiozzo e l'altro.
Seguì un lungo silenzio. Ognuno cercava di metabolizzare e elaborare.
-Ma lui si sarà salvato.- disse incerta Hazel -Insomma è figlio del dio del mare.-
-Già. Avrà evocato le onde per arrivare a riva sano e salvo.-continuò Frank.
-Non può essere morto.- disse Leo trattenendo un singhozzo. -Non...lui non... Non può essere morto. Ci starà facendo uno dei suoi soliti scherzi.-
Si inginocchiò vicino alle ragazze, sporgendosi oltre il bordo.
-Percy!- gridò con la voce rotta dal pianto. -Percy! Vieni fuori! Acquaman vieni qui!-
Rimasero tutti in silenzio, come se si aspettassero che il figlio di Poseidone uscisse allo scoperto esclamando: "Non chiamarmi Acquaman!". Ma non successe niente, nessuno disse niente.
L'umore generale era stato nettamente smorzato.
Jason era immobile, in piedi vicino a Piper. Nessuna lacrima bagnava il suo viso. Diviso in due pensieri, il primo stava ancora realizzando, non ci poteva credere. Il secondo sapeva che non avrebbe mai più rivisto il suo migliore amico e si odiava per l'assenza di lacrime.
Hazel piangeva tra le braccia di Frank, speravano ancora che succedesse come in Alaska. Lo credevano morto, era caduto da un ghiacciaio insieme a qualche tonnellata di ghiaccio. Quando ormai si erano rassegnati se lo ritrovarono davanti alla barca, pronto a tornare a casa. Anche se sospettavano che oggi nessuno si presentasse pronto per tornare a casa.
Piper aveva perso uno dei suoi più grandi amici, forse il suo più grande amico. L'aveva sempre appoggiata, nel bene e nel male. Qualsiasi cosa le succedesse poteva tranquillamente parlarne con lui. C'era sempre stato; si conoscevano da poco ma a Piper sembrava che lui riuscisse a leggerli dentro, senza però essere pressante o invadente. Ne avevano passate così tante insieme; si erano divertiti, avevano pianto, avevano riso insieme. E adesso l'unica cosa che gli rimaneva di lui era una penna, anzi la sua penna. La sua spada. E lei era in ginocchio sulla scogliera da dove era caduto, ed era colpa sua se era caduto. Se fosse arrivata un paio di secondi prima avrebbe ammazzato il mostro e lui si sarebbe salvato.
Leo stava ancora guardando il mare sotto di loro, sperando ancora di vedere una figura piena di capelli disordinati e nerissimi che venivano fuori dall'acqua.
Più attimi passavano più perdeva speranza, realizzare piano piano la morte di uno dei tuoi migliori amici li faceva uscire calda lacrime che andavano a cadere nello stesso mare in cui era precipitato lui.
Annabeth era la più distrutta. Non era morto un suo amico, era morto il suo testa d'alghe. E al pensiero che non avrebbe mai più potuto chiamarlo così il cuore sembrò diventare più pesante, più duro, più freddo.
Si arrabbiava. Poteva, doveva arrivare prima. Se fosse arrivata prima lo avrebbe salvato. Adesso invece non poteva più fare niente, a parte piangere sulla sua collana. Seduta dove pochi minuti prima erano tutti insieme.
-Addio Percy.- sussurrarono Piper e Leo insieme trattenendo a stento altre lacrime che poi in ogni caso scesero sui loro volti.
-Addio.- risposero sempre in un sussurro Frank, Hazel e Jason.
-Ciao.- disse decisa Annabeth, alzandosi in piedi e facendo un passo avanti verso il bordo della scogliera.
-Annie, cosa stai facendo?- chiese allarmata Piper.
-Raggiungo il mio testa d'alghe. Tu vieni?- la voce singhiozzante.
-Annabeth, non stai ragionando lucidamente. Non puoi buttarti.- Jason aveva cercato di essere il più delicato possibile, sapeva come si sentiva. Certo che lo sapeva. Erano tutti in questa situazione.
Annabeth respirò a pieni polmoni e mise un piede fuori.
-No Annie!- esclamò Piper supplicandola.-Non puoi lasciarmi anche tu!-
Annabeth si rimise in piedi normalmente e guardò Piper, ancora aggrappata al suo braccio per fermarla.
-Mi dici come faccio io anche senza di te?- continuò piano. -Mi dici come faccio?- urlò con le lacrime di nuovo agli occhi mollando il braccio all'amica.
-Perché io non lo so.- concluse ormai in lacrime.
Annabeth allargò le braccia e l'amica ci si tuffò dentro. All'abbraccio si unì anche Leo, allontanando le due ragazze dal bordo. Poi Jason, Frank ed Hazel.
Rimasero così per un bel po', quando una folata di vento molto forte strappò la collanina di perline dalla mano di Annabeth. Lei si staccò dall'abbraccio per cercare di recuperarla. Saltò tendendo le braccia ma comunque non ci arrivava. La collana si alzò di quota troppo perpendicolarmente per essere vento ''naturale''... gli dei. Perché dovevano sempre centrare gli dei?
Per Annabeth fu come essere presa a schiaffi. Quindi era tutto organizzato dagli dei.
Dopo tutto quello che Percy aveva fatto per loro, dopo tutte le volte che aveva rischiato la vita per qualche impresa che gli era stata assegnato per rimediare a qualche disastro combinato da loro!
Dopo tutto questo erano stati capaci di un gesto tanto grottesco che Annabeth pensava fossero in grado di fare solo i mostri.
Non ce la faceva, era davvero troppo da assimilare. La testa li girava, lo stomaco stretto in una morsa e le gambe incredibilmente instabili.
-Siete soddisfatti?- gridò rabbiosa rivolta al cielo, accasciandosi per terra.-Eh? Siete felici ora?-
Piper gli si inginocchiò a fianco.
-Dai Annabeth, andiamo.- gli disse calma intuendo la situazione.
-No.- ringhiò. - No! Non è giusto! Ha fatto di tutto per loro. Ha rischiato la vita. Pip, la vita! Una cosa che loro non capiranno mai perché sono immortali e perché non frega niente degli altri!-
Un fulmine illuminò il cielo, seguito dal tuono.
-Avete sentito bene!-gridò Annabeth per niente intimorita. -Peccato che sentiate soltanto quando vi mancano di rispetto e non quando venite pregati per salvare qualcuno dalla morte. Soprattutto non ascoltate le preghiere per salvare chi ha fatto per voi ma che non è trattato con un minimo di rispetto.-
Un'altra saetta scese dal cielo, andando a fulminare un albero dietro di loro.
-Annabeth, per favore. Andiamo.- disse Frank angosciato.
-Complimenti! Ma dubito fortemente che gli sappiate solo punire e non riconoscere anche i meriti.- continuò imperterrita Annabeth. -Siete contenti adesso che avete ucciso Percy Jackson? Rispondete! Non mandate fulmini o tuoni. Rispondete! Siete contenti?-
La pioggia ormai gli aveva inzuppati tutti, e l'unico rumore che si sentiva erano le gocce ne cadevano per terra.
Nient'altro.
-Infatti.- disse a bassa voce. -Non vi esprimete ma io non sono per niente contenta. Per niente.- terminò in un sussurro.
-Dai andiamo.- disse dopo un po' alzandosi.
Hazel, Frank e Jason davanti; Piper, Annabeth e Leo dietro, tutti e tre abbracciati.
Il grande Percy Jackson era morto.

Si lasciavano alle spalle una radura deserta. Come ultimo ricordo solo il suono di una civetta che si posava sull'albero fulminato lasciando cadere per terra un osso.
Andavano a portare la notizia al Campo.
Tornavano in sei da dove erano partiti in sette.


Spazio me.
L'ho letto e riletto, ho corretto ogni errore che trovavo, se ce sono ancora mi spiace.
Spero che vi piaccia, ci ho messo tutto l'impegno possibile per scriverlo e spero che lo apprezziate.
Vi chiedo ancora di lasciare qualche stellina o commento. Per farmi sapere cosa ne pensate della mia storia.
Baci, al prossimo capitolo 😙

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