Capitolo 4

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Edward era finalmente giunto alle porte di Pemberley. Lasciò il suo cavallo nella stalla e si avviò in sala da pranzo dove si aspettava che la sua famiglia stesse cenando. Mentre percorreva i lunghi corridoi sentì accidentalmente i discorsi tra due cameriere e si fermò ad origliare per capire meglio.

<<Un vero scandalo.>> Diceva una.

<<Che cosa inaudita.>> Commentava l'altra.

<<Non era mai successo, in tutti i miei anni di servizio, che la padrona sfidasse il padrona ad una competizione di scherma.>>

<<Povero Mr Darcy. Credo che ora abbia capito di aver commesso un errore a sposare quella poveraccia.>>

<<Già, lei non si merita un marito come lui, ne di vivere in una dimora del genere.>>

<<Non venite pagate certamente per offendere mia madre. Voi non valere niente rispetto a lei, e non capisco come mio padre non vi abbia ancora licenziate. Provvederò io stesso affinché ciò avvenga. Ora sparite.>> Sbottò Edward, adirato dall'impertinenza e dall'ingratitudine che avevano dimostrato due semplici inservienti verso la loro padrona. Si ripromise di farle cacciare il prima possibile da casa sua, mentre si affrettava a raggiungere la sala da pranzo. Vi entrò, ma la notò vuota, così si diresse verso il salotto.
Lì infatti si trovò davanti alla famiglia Bingley seduta di fronte a suo padre, ed approfittando dell'assenza della madre, la prima cosa che fece fu parlare con suo padre delle due cameriere, che vennero immediatamente convocate e licenziate.
Pochi minuti dopo entrò anche Lizzy in sala, che lanciò un'occhiata soddisfatta a suo padre, seguita da un occhiolino, ed andò a sedersi sulla sua poltrona marrone. Quell'oggetto è stato fatto costruire appositamente da suo padre, perché richiamasse il colore di quegli occhi che molti anni prima avevano suscitato la sua ammirazione.

<<Allora Edward, ti sei divertito oggi a cavallo?>>

<<Certo padre, è stato molto ricostituente dopo una mattina a studiare latino.>>

<<Mi è giunta voce che il professore di scherma non abbia potuto svolgere la sua lezione.>>

<<Già, che peccato. Ma almeno qualcuno si è esercitato.>>

<<Che intendi dire figlio mio?>>

<<Intende dire, amore, che oggi qualcuno è stato miseramente battuto da sua moglie e scherma.>> Si intromise Lizzy.

<<Avevamo concordato di non parlarne più.>> Si imbronciò Fitzwilliam.

<<Avevamo anche concordato di lasciar perdere la faccenda del professore, se non sbaglio...>>

<<Uffa... Sei cattiva.>>

In quel momento, i tre Bingley, scoppiarono a ridere stanchi di cercare di trattenersi. Anche madre e figlio Darcy si unirono a loro, mentre Fitzwilliam sbuffò sonoramente uscendo dalla stanza.

Poco dopo tutti raggiunsero la sala da pranzo, dove trovarono già seduto il padrone di casa.

<<Dai papà non prendertela... La mamma ha vinto anche me.>> Confessò Edward sotto lo sguardo soddisfatto della madre.

<<Beh Edward, non è che tu sia molto bravo nella scherma...>> Gli fece notare Clarice, arrossendo dopo che tutti gli sguardi si furono posati su di lei.

Mentre cenavano irruppe Georgiana nella stanza. Aveva la veste sporca di fango ed i suoi capetti erano diventati un cespuglio nodoso e lercio.

<<Cosa ti è successo sorellina?>>

<<Mentre stavo passeggiando nel bosco sono caduta in un torrente, poi sono scivolata nel fango ed infine sono scappata da una famiglia di conigli che mi voleva aggredire.>>

<<Che storia entusiasmante!>> Esclamò ironicamente Lizzy, facendo sbuffare tutta la tavolata.
Georgiana fu immediatamente mandata a cambiarsi, e gli altri andarono nella "sala del tè".

Gli adulti iniziarono a confabulare su argomenti tanto vari quanto noiosi, così gli adolescenti ebbero tempo per discutere fra loro.

<<Sono venuta a cercarti oggi pomeriggio, credevo di trovarti.>>

<<Ero andato a cavalcare.>>

<<Avresti dovuto partecipare alla lezione di scherma. Non è giusto mentire.>>

<<Ho soltanto detto al professore che oggi non avrei potuto andare a lezione perché non mi sentivo bene, mentre alla mamma ho detto che a causa di disguidi dell'insegnante le lezioni erano saltate.>>

<<Ma hai mentito sia ad Elisabeth che all'insegnante.>>

<<E tu da quando chiami mia madre per nome?>>

<<Da adesso, perché? Ti infastidisce?>>

<<No, ma non l'avevo mai fatto.>>

<<Va bene, ma non cambiare argomento. Sei stato molto scorretto.>>

<<Secondo me non è il fatto che io abbia mentito che ti dà fastidio.>>

<<A no? Allora cosa?>>

<<Tu sei infastidita dal fatto che io seppia andare a cavallo, mentre tu no.>>

<<Edward, io non ambisco la capacità di saper cavalcare. L'equitazione non è una mia ambizione.>>

<<Sì che lo è. Sei invidiosa del fatto che mia madre riesca a battere mio padre in uno sport, mentre tu non riesci ad eccellere in niente.>>

<<Ammetto che a volte mi capiti di invidiare Elisabeth, ma devo accettare di non essere come lei, e non voglio rischiare di farmi male solo per dimostrare qualcosa a te.>>

<<Mia madre sa anche cavalcare.>>

<<Guarda che potrei benissimo imparare anche io.>>

<<Certo certo.>>

<<Te lo dimostrerò. Io, Clarice Cassidy Bingley, dimostrerò a te, Edward Edmund Elgar Darcy, che posso imparare ad andare a cavallo come te.>>

<<Non esagerare Clarice. Sei solo una ragazza.>>

<<E con questo cosa vorresti insinuare?>>

<<Solo che le ragazze non potranno mai essere al livello dei ragazzi.>>

<<Tua madre è una femmina.>>

<<Mia madre è fantastica, tu no.>>

<<Ma come ti permetti brutto presuntuoso arrogante che non sei altro! Imparerò a cavalcare.>>
E detto ciò uscì sbuffando dalla sala, sotto lo sguardo allibito dei genitori: era molto raro che i due litigassero.

Dopo qualche secondo di smarrimento tutti si girarono verso Edward, con sguardo di rimprovero. Lui, ancora molto arrabbiato, si affrettò a ritirarsi nella sua stanza, maledicendo la testardaggine di sua cugina. Per quanto potesse essere timida, con lui diventava una iena.

***

Nel frattempo Clarice aveva raggiunto la carrozza e vi era salita. Attendeva i genitori che arrivarono pochi minuti dopo. I signori Bingley cercarono di farsi raccontare l'accaduto dalla figlia, ma in risposta ottennero solo sbuffi, borbottii e qualche frase sconnessa. Decisero di non insistere, restando in silenzio per il resto del viaggio.
Allo stesso modo neanche Clarice voleva parlare di quello che era successo, ritenendo inopportuno che suo padre sapesse che voleva apprendere le basi dell'equitazione. Era sicura che le avrebbe proibito di tentare, ritenendo la cosa pericolosa e sconsiderata. Optò quindi di rimanere in silenzio, non riuscendo però a trattenere insulti borbottato verso il cugino.

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