Love (ferry) boat

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La vita di mare, si sa, è ingrata.

Si lavora qualcosa come diciotto ore al giorno, le docce sono di acqua col cloro (congiuntivite e occhi da maniaco omicida sono all'ordine del giorno), e le condizioni igieniche regalano vivaci attacchi di dissenteria.

Sul lato "umano" le cose sono anche peggio: l'equipaggio è composto da casi umani reclutati nelle peggiori bettole di Calcutta, ti senti solo come un cane (soprattutto se sei l'unico della tua regione e l'unico a possedere un titolo di studio che non sia la terza media), il telefono e la TV non prendono in mare aperto.

In simili condizioni ci si arrangia come può: c'è chi si dà al tabagismo sfrenato, chi marpioneggia con chi capita e chi vuole rompere le @@ agli altri membri.

La gente non si fa mai i cavoli suoi, e se siete marinai introversi, preparatevi a rotture di @@ colossali.

Un giorno, un tale ferma il Signor B e gli domanda: «Uè! Te la faresti quella?»

«Quella chi?»

«Nicole, quella che lavora al duty free!»

«Ah, quella... No, non m'interessa.»

«Sarai mica fino@@hio? Non vedi come ti guarda?»

Il Signor B non si rese mai conto di eventuali attenzioni da parte della bella Nicole, tuttavia sospirò e disse all'indegno marinaio: «E come mi dovrebbe guardare? Inoltre... puzza di fumo...»

Non l'avesse mai detto!

Si udirono urla di rabbia e di scherno provenienti dall'equipaggio: «Fino@@hio!» «Muori fro@io!»«Non capisci niente di donne!» «Chiuditi nel cesso!»

Dura la vita in mezzo al mar, circondati da trogloditi burini che pensano solo a ficcare in sudici, puzzolenti pertugi...


Tre maledettissime paroleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora