Parte 1 senza titolo

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L'INIZIO DI UNA STORIA

"Lo sai che ti penso.

                                                                                                                                                                E se non lo sai

                                                                                                                                                               Te lo dico adesso"

Sento il rumore della sveglia e mia madre che mi urla dal piano di sotto di sbrigarmi.

Ancora assonnata cerco di spegnere quell'odioso aggeggio. Mi giro a pancia in giù sul letto, in cerca della sveglia, facendo spostare le coperte e attorcigliandole tra loro ancora di più. Non trovando l'oggetto dei miei "Desideri" mi sforzo di aprire almeno un occhio e far smettere quell'assordante trillo. Dopo infiniti tentativi, riesco nel mio intento, o quasi, visto che ho dovuto richiudere il mio occhio per non rimanere accecata dalla luce che entra dalla finestra. Ancora più assonnata, e molto infastidita, prendo la decisione di scendere dal mio comodissimo letto, infilo le mie pantofole e mi dirigo verso l'armadio, ma appena mi volto quasi balzo dallo spavento, vedendo la mia migliore amica Marica, seduta sulla sedia di fianco alla scrivania

"Buongiorno a te cara" mi dice Marica limandosi le unghie. Lei è sempre stata molto attenta al suo aspetto fisico e quando ha anche solo 5 minuti cerca di prendersi cura di se stessa. Anche da bambina era così. Mi ricordo quando ci incontrammo per la prima volta. Eravamo in un ristorante di Pozzuoli, io ero in giardino a schiacciare le formichine sul muro, sono sempre stata un maschiaccio. Dopo un po' arrivò questa bambina nel suo vestitino rosa confetto e con aria impertinente mi disse: "Lo sai che quello che fai non è una cosa bella? Non è neanche igienico!" esclamò con disgusto l'ultima frase mentre io la guardavo stranita, non capivo come parlava, quale bambina di tre anni usa la parola "igienico" a malapena sapevo cosa stesse a significare

"E poi perché dovresti uccidere queste povere formichine? Non pensi abbiano anche loro una famiglia?" continuò a rimproverarmi agitando il dito.

Ah, quanti bei ricordi di anni passati, quando l'unico problema era tornare in tempo a casa e guardare il tuo cartone preferito. Mentre pensavo al mio bellissimo passato, Marica già aveva deciso l'outfit che avrei indossato quel giorno

"Ni- Anna...muoviti a fare la doccia" dice Marica correggendosi appena in tempo sul nome, purtroppo a volte dimentica che a casa mi deve chiamare Anna e non Nina...loro sono due caratteri completamente diversi.

"Sì, ora vado. Tu nel frattempo mi prepari la cartella?" dico avviandomi verso il bagno e facendo una voce dolce per convincerla

"Si, ma sbrigati" risponde mentre entro nel bagno. Come al solito c'è sempre un disordine pazzesco, ma non ho tempo di mettere tutto in ordine quindi chiudo la porta a chiave, per evitare che entri mio fratello all'improvviso dicendo di essere in ritardo. Mentre avvolgevo il mio corpo con un asciugamano sento un incessante bussare alla porta, come già avevo immaginato è quell'idiota di mio fratello Pasquale

"Annaaaaa! Forza sbrigati devo andare a prendere Agnese. Ho già fatto tardiii!" continua Paky battendo il suo pugno sulla porta sempre più violentemente. Sbuffai e ancora con l'asciugamano a coprirmi apro la porta rischiando di prendermi un pugno in piena fronte

"Ah, finalmente sei uscita! Ci hai messo cento anni" dice Pasquale  sbuffando

"Calma principessa, ora il bagno è tutto tuo" sbotto superandolo e dirigendomi verso la mia camera, dove vedo Marica con la testa nascosta nel mio armadio, ormai vuoto visto che tutti i miei vestiti sono sparsi per la stanza

"Marica ma cos'hai combinato?" lo sai come si arrabbierà mia madre? Mi farà rimettere tutto in ordine e ci vorranno secoli" dico scocciata le ultime parole

"Calmati Anna, non preoccuparti dopo ti mando qualche ragazzo, in modo che ti aiuti" dice facendomi l'occhiolino. Eh si, qualche volta Marica mi combina degli appuntamenti, dice che è scioccante che io a quindici anni non abbia mai auto un fidanzato e di conseguenza non aver mai dato un bacio. Ogni settimana mi trovo ad uscire con un ragazzo diverso, però, tutti hanno una cosa in comune: fanno parte della lista di Marica, un infinita lista con un infinità di nomi di ragazzi, c'è un unico "problema" io non sono interessata a loro. A me interessa solo lui.

"Anna, smettila" dice Marica con tono autoritario

"di fare cosa?" rispondo facendo la finta tonta

"Anna, lo so a che stavi pensando, o meglio, a chi stavi pensando" continua Marica

"Ti stai sbagliando Marica. Ormai di lui non me ne importa più nulla" sbotto mentre mi vesto e infilo le scarpe

"Sisi Anna, ma io so che quello che dici non corrisponde alla verità. Tu lo pensi ancora"

"Mmmhh" mugolo mentre scendiamo le scale e ci avviamo verso la porta, per raggiungere il nostro liceo. Per tutto il tragitto non parliamo per nulla, dopo il discorso fatto a casa tra noi è calato il silenzio. Arriviamo giusto cinque minuti prima e mentre attraversiamo il cortile lo vedo, inutile dire che definirlo bello è poco. lo guardo mentre parla con i suoi amici tutti intorno, mentre lui è appoggiato con la schiena al motorino. E in quel momento ho capito...Non ho mai smesso di pensarlo...non ho mai smesso di "amarlo"

Bad Blood, Bad streetDove le storie prendono vita. Scoprilo ora