Sempre le solite, vecchie emozioni.

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15 Giugno 2021

Cara Maddalena,

confido nel fatto che riceverai la mia lettera in tempo, anche perché non saprei a chi altro chiedere aiuto al momento.

So che non siamo rimasti in buoni rapporti, dopo che ti ho dato la notizia della mia imminente partenza, ma spero che il tuo cuore ancora si ricordi di me.

Il campo di battaglia è un luogo orribile, pericoloso, e tu, come sempre, avevi pienamente ragione.

Certo, mi avevi avvisato di quanto potesse essere cruenta una guerra del genere, ma sentivo in cuor mio il dovere di fare qualcosa per provare a fermarla.

La Russia era un posto meraviglioso, penso che ti sarebbe piaciuta moltissimo. Ora è devastata, distrutta, sembra di essere regrediti di più di cento anni.

Di tutto ciò l'uomo è più che responsabile, e in questi nove mesi, ne ho avuto una prova concreta.

Ho spesso pensato di mollare tutto e di tornare a casa, ma mi sono ricordato che a casa non è rimasto più nessuno. Nemmeno tu, coi tuoi occhi lucenti, potevi sopportare un peso così grande, eppure avrei dovuto saperlo, che un giorno non ci saresti stata più.

È per questo che, forse, mi ritrovo qui a scriverti, questa notte. Il campo è pieno di silenzio, per una volta, proprio come la mia casa quando te ne sei andata.

Hai lasciato le tue parole impregnate nelle pareti, e quella notte, esattamente come questa, l'ho passata in bianco.

Mi manca il tuo sapiente giudizio, e la tua grande conoscenza del mondo, ora che le stelle splendono indisturbate.

Mi sento solo io, guardando la luna e nello stesso momento ella mi consola perché contemporaneamente illumina anche il tuo cielo.

Chissà se tu stai dormendo, stanotte, o se il caldo ti tormenta senza dar pace al tuo instancabile pensiero.

Mi manchi, Maddalena, questi nove mesi sono stati una lotta continua, contro i nemici e contro me stesso. Sono arrivato a capire, in questo modo, quanto devi aver sofferto per l'immaturità che ho dimostrato negli anni passati, e nonostante questo, tu, che sei una persona meravigliosa, mi sei rimasta accanto, con la cura e la sapienza che solo l'amore è capace di dare. Io, stolto, accecato dai miei bisogni, non me ne accorgevo nemmeno, e troppe volte ho approfittato del tuo aiuto.

Ed ora come un vile, dopo averti deluso per l'ennesima volta, sono costretto ad appellarmi alla tua benevolenza, perché non potrei rivolgermi a nelssun'altro, oppure perché non lo voglio fare.

Questi nove mesi stanno volgendo al temine, e presto un aereo ci riporterà in Italia.

Il nostro aereo atterrerà all'aeroporto della tua città, il 23 giugno, verso mezzogiorno.

Lo so che sembra uno scherzo, ma non lo è, e purtroppo i miei genitori sono ancora in Canada, per lo scambio di un anno, e quindi sono impossibilitati a venirmi a prendere e/o a riaccogliermi in casa.

Perdonami se in questi nove mesi non ci sono mai stato per te e non ti ho mai dato mie notizie, però sai com'era il mio carattere, componevo il numero, chiamavo e prima ancora che squillasse una volta riattaccavo, bloccato dalla paura.

Di tutto questo mi pento terribilmente, perché mi sto rendendo conto di quanto la tua voce avrebbe potuto confortarmi, eppure nemmeno questa volta sono riuscito ad affrontare i miei limiti.

Però se mi dai questa opportunità, se mi prendi un po' con te, se lasci che io impari ad amarti nel modo in cui vorresti, posso dimostrarti quanto questa esperienza mi abbia cambiato.

Nella speranza di vederti al più presto,

Giovanni.

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