Volare.

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Lo schianto rimbombò su tutte le pareti degli edifici, mentre la musica della radio che prima suonava ad un volume spropositato si zittiva di colpo.

É bastato un secondo, un attimo in più sul telefono, per stroncare una vita.

Ma non avrebbe mai creduto, l'incauto conducente, che rispondere all'anziana madre in pena avrebbe potuto togliere la vita ad una ragazza che portava a casa le sue membra stanche.

Fu solo un secondo.

Maddalena attraversava le strisce pedonali bella e sorridente come sempre, coi suoi capelli sciolti, i jeans blu scuro, i tacchi neri alti che le slanciavano la figura minuta, e quella camicetta bianca che le piaceva tanto.

Lui non la vide, non rallentò, e le finì addosso a tutta velocità.

Accasciata sull'asfalto, non smise di sorridere, e mentre l'uomo chiamava l'ambulanza piangendo lei cominciò a rivivere tutta la sua vita in quei momenti più unici che rari.

Quando arrivarono in ospedale c'era ormai poco tempo.

Giovanni era già li, allertato sotto richiesta della stessa Maddalena.

Si salutarono sperando che non fosse l'ultima volta, si baciarono ed ebbero giusto il tempo di pronunciare le due parole che avrebbero potuto unirli per sempre.

Ti amo. 》 disse lui.

Ti amo. sussurrò lei.

E con quelle parole ancora incastrate fra le labbra, si abbandonò al sentore dell'eternità.

Non servirono gli sforzi dei medici o le lacrime di amici e familiari, e mentre il corpo giaceva tra quattro pareti sottoterra, per la prima volta Maddalena poteva volare.

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