Un buon motivo per danzare.

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Non vi era motivo di una tale felicità, eppure il tempo sembrava non bastarle, in quanto aveva troppi motivi per danzare con grazia sotto la pioggia.

Vivevano insieme da due ore, e le parole tardavano a venire.

Lui si era addormentato dopo il pranzo, ed aveva i capelli ancora bagnati.

Lei, l'aveva solo guardato dormire, come se non esistesse un'altra cosa così unica e perfetta nell'universo intero.

Poi, aveva preso la sua Nikon N3200 e gli aveva scattato una foto.

Era una macchina bellissima, uscita da poco sul mercato, le era costata una fortuna, eppure non riusciva a racchiudere tutta quella bellezza in un solo scatto.

Mise a  fuoco sulle labbra, incurvate in un tenero sorriso, e poi sulla palpebra chiusa, sulla mano semiaperta e abbandonata sopra il lenzuolo, fece qualche altra fotografia, poi fuori, iniziò a piovere.

Era un violento temporale estivo, e le nuvole nere e minacciose rombavano possenti contro quelle bianco panna, che prima abitavano il cielo.

Si scontravano in modo ordinato, ma fatale, mentre tuoni e lampi erano la musica di guerra.

Scattò ancora due fotografie alla battaglia del cielo per poi riporre la macchina e uscire di corsa sulle scale, pronta a prendere quella che di certo, sarebbe stata una bella lavata.

Ballava al centro della strada, sotto la pioggia incessante, al ritmo dei tuoni, sotto i lampi che illuminavano il cielo ormai ingrigito.

Le persone non se ne accorgevano nemmeno, così chine, strette sotto gli ombrelli, impazienti di arrivare a casa propria e neanche i bambini potevano scorgerla, perché troppo occupati a lamentarsi senza staccare gli occhi dai loro giocattoli elettronici.

Il mondo aveva dimenticato quale senzazione gloriosa si prova quando la pioggia scivola sulla pelle e sui vestiti, senza distinzione, bagnando tutto ciò che toccava, e nessuno aveva più il tempo necessario per ripensare al passato.

In una società in cui l'importante è andare avanti, senza guardare avanti, le persone come lei erano rare, e Giovanni si ritrovò nel panico, svegliandosi solo, tra i boati del tuono.

La casa era immersa nel silenzio, e dal soggiorno la finestra mostrava la parte più nera del temporale.

Lui la scorse li, in balia della pioggia, e sorrise prima di rendersi conto di tutto il resto. Sentì la voglia irrefrenabile di correrle incontro, e si ritovò in men che non si dica sotto la pioggia, per andare a riprenderla.

Le sue braccia, scolpite dal duro allenamento militare, le cinsero la vita, sollevandola, e la portò al riparo dalla tempesta che ormai assediava la città.

Maddalena non ci pensò nemmeno a ribellarsi, e si lasciò trarre al coperto.

Quando i suoi piedi toccarono terra, lei lo ringraziò, adagiando le sue labbra al suo orecchio.

Lui si sentì avvampare, come se il fuoco che lei aveva dentro, lo avesse infiammato e non ebbe più paura: la tirò a se, la strinse e le diede un bacio sui capelli fradici.

Entrambi vennero scossi da un brivido che li spinse a tornare in casa, mentre la sera calava sul cielo in tempesta.

Sempre le solite, vecchie emozioni.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora