Cherie

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Non appena apro gli occhi la prima cosa che vedo è la sveglia sul comodino che indica le sette di sera. Accidenti, dormo da ore, dalla fine della scuola fino a adesso. Mi sento un vero straccio. Prendo il cellulare e non mi stupisco degli innumerevoli messaggi di Mitchell.
Leggo direttamente l'ultimo,in cui mi avvisa che alle nove passerà a prendermi per andare alla festa. Andrebbe bene se io avessi accettato la sua proposta, ma è esattamente ciò che non ho fatto. Gli scrivo che non deve disturbarsi a venire, dato che non metterò piede fuori di casa.
Una festa? Di nuovo? Stanno cercando di distrarmi da ciò che è il mio vero obiettivo, vale a dire arrivare alla maturità con degli ottimi voti. Mi ci sono voluti gli ultimi due anni per prepararmi, costruirmi la reputazione di studentessa modello E rendere i miei genitori fieri di me.
Qualche minuto E il cellulare inizia a squillare. Leggo il nome di Mitch Che lampeggia sullo schermo. Faccio scivolare il dito sul tasto verde e, Sospirando, lo avvicino all'orecchio.
"Tu ci verrai, devo farmi perdonare. È il miglior modo per strapparti un sorriso e farti dimenticare dove ti trovi" dice tutto d'un fiato senza nemmeno lasciarmi il tempo di replicare.
Scaccio via le lenzuola e mi alzo dal letto. "Mitchell , Domani è martedì. Non posso restare fuori tutta la notte. Solo a una suonata come Jenna poteva venire in mente di organizzare una festa a inizio settimana. Sono sotto esame, non posso distrarmi in questo modo."
"Non puoi nemmeno immaginare quanta voglia abbia di vederti, te ne prego, mon amour, solo per oggi."
Ha una voce così dolce e sincera, non roca e accattivante come quella di qualcun altro di mia conoscenza. E quando inizia parlare in francese muoio ogni volta. Questo è uno dei tanti svantaggi di avere l'amico mezzo francese: a una voce un accento totalmente ammalianti.
"D'accordo, ma passa a prendermi alle 9:00. E torno a casa mezzanotte in punto!" Di come faccia ogni volta a convincermi non me ne capaciteró mai. Sono troppo vulnerabile con le persone a cui voglio bene.
"Perfetto!" Esulta. "Passo a prenderti con il Pick Up di un mio compagno di corso, ho portato la macchina a verniciare e non l'avrò prima di mercoledì. Staremo un po' stretti perché ci sarà anche Hunter,ma non importa.A tra poco Cherie."
Non ho il tempo di ribattere che lui stacca la chiamata. Come sempre mi ha fregata. E, ora mi toccherà infilarmi in un rottame con due aspiranti criminali,fantastico.
E mentre indosso la maglietta bianca, quella corta che lascia scoperto l'ombelico, e i jeans a vita alta, mi chiedo perché ho accettato.Jenna Chansonnier è la tipica reginetta del ballo,la figlia prodigio di mamma e papà e l'orgoglio delle compagni di scuola. Ne va sempre tutto alla grande. È bella, abbronzata anche d'inverno e ha dei capelli fantastici pure dopo gli allenamenti. Perché ma io, il suo posto dovrei presentarmi alla sua festa?
Quando esco dal mio appartamento sono passate le nove da qualche minuto. Sono concentrata a infilare le chiavi di casa nella tasca posteriore dei pantaloni, rimproverandomi di non aver optato per una borsetta, quando, alzando la testa, lo noto.
Hunter. È appollaiato allo sportello del pick-up e tiene tra le labbra una sigaretta. Lo sguardo è rivolto verso il basso, i suoi lineamenti perfetti sono illuminati dalla luce pallida della sera. I ricci che sfiorano la fronte, me lo sono trasandati come stamattina, ora mi sembra lo sistemati con più cura.
Indossa lo stesso paio di jeans neri e stracciati con una camicia nera aperta che lascia vedere se tatuaggi. Lo fisso per diversi secondi, eppure è tanto concentrato a fumare a guardare l'asfalto e non ti accorgi minimamente di me, non si accorge dell'invisibile, mi sembra ovvio.
Ed è dannatamente bello.
"Cher!" Mitch scende dall'auto e solo in quel momento Hunter mi nota,e mi sorride. Uno come lui non potrebbe mai accorgersi di me e guardarmi con occhi diversi.
Scuoto il capo, pentendomi subito di essere rimasta lì a fissarlo.Punto immediatamente il dito contro il mio amico."Mitch,ti ho avvertito."
"Sì, a mezzanotte devo portarti via dal castello: come desideri, cenerentola." Solleva gli occhi al cielo, facendo cenno a Hunter di spostarsi per farmi entrare.
"Non ci staremo mai in questo rottame" esclama riccio, gettando il filtro della sigaretta terra.
Mitch alza le spalle e tira fuori il mazzo di chiavi lanciandolo a Hunter,che lo prende al volo alquanto perplesso.
"Tu guidi e io la tengo sulle gambe" risolvi il mio amico sistemandosi la maglia lungo i fianchi.
Le labbra di Hunter si curvano in quella che definirei una smorfia, ma le fisso per così tanto tempo che dimentico tutto il resto. Sono rose e a prima vista sembrano anche morbide, da morire. Cavolo, cosa vado a pensare? Scuoto la testa, girandomi verso lo specchietto laterale per una controllata veloce.
"Questa sera tocca me vere. Lo sai perfettamente, non ho nessuna intenzione di perdermi una singola goccia di alcol e fai la stupida festa perché non c'è posto in macchina" risponde, digrignando i denti.
"Avrei dovuto aspettarmelo."Mitch sospira."Dunque, come ci sistemiamo?" Chiede.
Ho paura che dovrò mettermi sul tettuccio per farli contenti.Prima che Mitch partisse per gli Stati Uniti non abbiamo mai avuto problemi di questo tipo. Uscivamo la maggior parte del tempo noi due. Cinema, cene, feste, piscina, scuola. Sempre da soli. Eravamo il tuo perfetto e, in un certo senso, bastavamo a noi stessi. Era una di quelle amicizie esclusive, non poteva entrarci nessun altro del nostro mondo, stavamo bene.
"Chee si siede sulle mie gambe e il gioco è fatto. Oppure la principessina a da ridire?"mi provoca Hunter,avanzando verso di me.
Sono indecisa se rispondere con il dito medio alzo subito appellativo o no. Faccio una smorfia e Niko con il capo mi scoppia ridere per la mia espressione mi porge la mano ma prendimi uno sportello. Non appena lo sfioro sento una forte scossa, mi ritraggo subito la mia fissando le sue dita rigide.
"Ma che cazzo vuoi?"Hunter spalanca gli occhi toccandosi le dita impressionato.
"Sei tu che hai l'elettricità nelle vene!" Sbottò mentre un po' goffa cerco di sedermi sulle sue gambe senza sfiorare la zona proibita.
Lui mi prende per i fianchi e cerca di mettermi in una posizione comoda, ma la cosa che gli riesce parecchio difficile, dato che sono rigida e tesa ai massimi livelli. È tanto vicino che riesco a sentire il tuo profumo da uomo, uno di quelli che fanno percepire tutta la virilità di un ragazzo. Una mano mi stringe la vita, giusto per far aderire la mia schiena il tuo petto, e con il pollice mi sfiora involontariamente la parte scoperta dell'addome. Per mia fortuna non può vedermi: in questo momento le mie guance fanno invidia alla salsa piccante.
"Stai bene,Cherie?"Mitchell ci guarda,corrugando la fronte mentre gira la chiave nel quadro.
Annuisco troppo velocemente, mordendomi le labbra, nervosa. Non sono mai stata così tanto disagio in vita mia. Sono seduta sulle gambe di un ragazzo incredibilmente attraente con un profumo da pelle d'oca. Il problema è che non è un ragazzo qualsiasi, è Hunter.
Rimango in silenzio e mentre lui giocherella con il cellulare, senza spostare la mando dalla mia vita,Mitchell canta tutte le canzoni che passano alla radio. È stonato come una campana, ma in compenso mi fa morire dal ridere.
Durante il tragitto Hunter hai lasciato la presa, sia totalmente distratto. È strano, non so a cosa stai pensando, ma si capisce che non è nulla di piacevole. Mi metto osservare il cielo scuro fuori dal finestrino. Quando riaabbassa lo sguardo, vedo nel riflesso opaco del vetro i suoi occhi che mi fissano.

Siamo alla festa da circa un'ora.Hunter si è buttato all'attacco di una bionda che, quasi certamente, frequenta college ed è più grande di lui. Il suo modo di flirtare è abbastanza originale. I suoi occhi, seducente come tutto il resto del corpo, ti osservano in un modo che definirei astuto. Ti guarda, ti parla, ti sussurra, ti provoca, ti sfiora con le sue grandi mani, ma ti fa capire che non vuole andare a letto.
Sì, te lo fa capire. Un ragazzo da dei segnali sei intenzionato a concludere qualcosa, e Hunter non da quei segnali, a volte sembra trattenersi.
Come so queste cose? Lo fissato tutto il tempo, confondendomi tra la folla non riuscivo a smettere di osservarlo. Qualche volta si è accorto della mia presenza, mi ha sorriso come per farmelo notare e io, arrossendo, mi sono voltato dall'altra parte facendo finta di niente.
Non voglio sembrare ficcanaso, la mia è solo curiosità. Sono seduto sull'unico divano libro nel secondo salotto a sorseggiare un bicchiere di Red Bull. Sono molto tesa e cerco Taylor con lo sguardo. Sono sicura che alla festa, lo intravista prima e il suo abito rosso un po' troppo corto mi ha saltato subito all'occhio. Rosso è il tema della festa, il colore preferito di Jenna a quanto pare. I ragazzi delle squadre sportive hanno della vernice rossa sulle schiena con il numero della loro maglietta mentre le ragazze,anche quelle che non praticano sport, hanno dei numeri in faccia o sulle scollature che non so cosa stiano a indicare. Sussulto appena, sbattendo più volte le palpebre quando vedo liquida trasparente mi spiazzi alla mia bevanda analcolica. "Ma cosa..."
"Non mi morire così Jels"sollevo distinto lo sguardo verso la ragazza che appena accorciato il mio cognome. Attilio. E io ero così rapita dei miei pensieri da non essermi accorta che si era sistemata esattamente di fronte a me.
"Si può sapere cosa mi stai versando?" Avvicino bicchiere al naso.
"Vodka liscia." Scrolla le spalle nude, portandosi la bottiglia senza etichetta le labbra e scolando le ultime gocce. Le porgo il bicchiere, facendole capire che non ho la minima intenzione di berlo.
"Non fare la noiosa e bevilo!" Con il fondo della bottiglia vuota spinge bicchiere verso di me.
Ispiro dal naso per poi trattenere il fiato e buttando giù il contenuto. Ha un sapore dolce che mi rimane in bocca per un po' di tempo. "Wow" scuoto la testa, ridacchiando.
Andiamo in pista. Mi prende per il polso trascinandomi via dal divano su cui mi ero comoda. La seguo, poco convinta, lasciando che il bicchiere ammissibili di mano dopo qualche passo. "In realtà non ho nessuna voglia di ballare" le dico a voce bassa, fissando la gente che si muove senza inibizioni torna me. "Cerca di divertirti, almeno per una sera. Sei sempre così sulle tue, finirai per vivere una vita troppo piatta e non avrai nulla da raccontare i tuoi nipoti quando sarai vecchia." Taylor mi mette le mani sulle spalle, sorridendo come un ebete.
"Dai facciamo questa cosa." E indico il tavolo basso al centro della stanza sul quale sono usati dei bicchieri alcune borse.
"Sei sicura?" Mi guarda, con un sorriso che le parte da un orecchio e le arriva fino all'altro.
Annuisco.

Over -UN'OVERDOSE Di TEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora