Cherie

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"Oddio, così ti voglio,Cher."mi prende entrambe le mani, guidandomi in mezzo alla sala. Le pareti della casa rimbombano al suono di Spacemen di Hardwell,e il ritmo di quella canzone mi accarezza la pelle.
"Dove mettiamo questa roba?"
Taylor mi guarda con un'espressione maliziosa prima di abbassarsi sulle ginocchia e far cadere tutto sul pavimento con un colpo di mano.
Spalanco gli occhi socchiudendo le labbra mentre mi trattengo dallo scoppiare a ridere.
Il tavolino centrale ha un piano di legno ben levigato e lì sopra potrebbero starci quattro persone in piedi.
"Avanti, cosa stai aspettando?" Taylor mi fa cenno di salire.
Tiro un lungo respiro, poso un piede fasciato da uno stivale nero alto e poi l'altro. La mia amica mi raggiunge poco dopo, levandosi tacchi, e lanciando un urlo eccitato mentre inizia ballare sensualmente.
Cerco di lasciarmi guidare dalla musica. Porto le mani in alto e, allungando le braccia, mi muovo seguendo il ritmo. Fingo di non notare  gli sguardi dei ragazzi sul mio corpo, che mi danno una sensazione mai provata prima. Ondeggio il bacino, scendendo lentamente verso il basso, affondo le mani nei capelli continuo ad agitarmi in preda all'euforia.
Scuoto le braccia, sorrido, rido, impazzisco. Perdo la testa. In un attimo mi scopro vuota, leggera, senza preoccupazioni. Mi sento come se nel mio armadio ci fossero vestiti, non scheletri.
Nel mio cassetto sogni, non foto.
Quando socchiudo gli occhi, mettendo a fuoco le persone intorno a me, noto che qualcuno è venuto a ballare più vicino per poterci osservare. Due ragazzi che non ho mai visto prima mi fanno  un cenno con il mento, salutandomi, e io mi imbarazzo all'istante.
"Guarda la faccia di Jenna."mi urla all'orecchio Taylor,fermandosi un secondo.
Quando seguo il suo sguardo, noto la festeggiata rossa in volto che cerca di recuperare l'attenzione del suo accompagnatore, il capitano della squadra di baseball, che mi sta sorridendo.
Scoppio a ridere e salto giù dal tavolo facendo cenno a Taylor.
"Vado a cercare Mitchell.Si è fatto tardi."mi indico il polso, fingendo di avere un orologio.
"Penso di averlo visto andare in uno dei bagni al piano di sopra" mi avvisa, per poi girarsi e sorridere a un ragazzo che le offre da bere. Lei accetta, leccandosi poi le labbra in maniera provocante.
Quando raggiungo le scale, una ragazza mi viene addosso, spingendomi con un fianco contro la ringhiera. Trattengo un'imprecazione, toccandomi il punto dolorante non appena lei si fa da parte.
"Scusami, tesoro." Si passa una mano tra i capelli, come per sistemarli.
"Conosci per caso Learman?Mitchell Learman?"le chiedo con non so quanto coraggio."Lo sto cercando."
"Hai voglia di fumare?Learman ha erba buona ma al momento è fuori"dice barcollando,mentre scende qualche gradino.
"È fuori casa? In piscina? "Le chiedo conferma. Lei scoppia ridere, guardandomi quasi fossi  un'aliena. "È fuori" singhiozza, poi si sposta i capelli neri dalla fronte.
"Fuori come un balcone, tesoro. Ubriaco fino all'osso. Ha alzato un po' il gomito, hai presente?" Mi fa un cenno.
"Uhm... Sì" mi acciglio.Mitchell si è ubriacato.Perfetto.E io come torni a casa?
"Ho visto quello figo in piscina,Hunter,magari lui ha qualche cosa."la ragazza mi dà una pacca sulla spalla prima di oscillare verso la cucina.
Stringendo le braccia al petto, mi dirigo verso la cucina, la attraverso, esco dal retro e supera la piscina. Chiedere aiuto a Hunter è l'ultima cosa che volevo fare stasera.
Lo intravedo quasi subito: È seduto su una sedia con una ragazza sulle gambe, non è la stessa di prima. Non si stanno baciando, lei semplicemente gli passa una mano tra i capelli sussurrandogli parole all'orecchio, e lui sorride distrattamente.
"Hunter,ho un problema"gli vado incontro, a disagio. Sono nervosa, e quando i suoi occhi incontrano i miei lo divento ancora di più."Mitchell ha bevuto troppo,non è nelle condizioni di accompagnarmi a casa e domani ho un test e non posso..."
"E cosa cazzo dovrei farci io?" Mi interrompe, alzando un sopracciglio.
Trasalisco."Niente, ovviamente" rispondo mordendomi le labbra.
"Ti aspetti per caso che faccia una magia per farlo tornare sobrio?" Dal suo tono di voce capisco che e abbastanza ubriaco anche lui. Ha un sorriso storto, ma comunque attraente, mentre passa una mano sulle gambe della sua conquista.
Lo stomaco mi si chiude. "Non c'è bisogno di fare il coglione. Non so come andare a casa, ho pensato di chiedere il tuo aiuto sperando che ti fosse cresciuto un neurone che ti vendessi una persona con un pizzico di cervello, ma mi sbagliavo" sbotto.
"E sei venuta a chiederlo a me? Sembravi abbastanza convinta di ciò che facevi mentre ballavi su quel tavolo, da perfetta puttana" soffia con aria di sfida.
"Come mi hai chiamata?" Lascio andare le braccia lungo i fianchi.
"Hai sentito benissimo" mi risponde, impassibile.
"Mi hai appena dato della puttana, sei impazzito,Hunter?"gli urlo contro."Sei un maleducato assurdo"lo rimprovero.
"Oh, ora che me lo hai detto, stanotte non chiuderò occhio per i sensi di colpa" ghigna lui.
"Va a a farti fottere"lo liquido camminando con decisione verso la fine del giardino, e supero la piscina.
"E ora dove vai?" Mi grida dietro.
Non gli rispondo, lo ignoro, stringo i pugni e continuo a marciare. Sorpasso la staccionata che divide la villa dalla strada e cerco di non crollare. Pensa questo di me? Come può pensarlo senza nemmeno conoscermi? Cerco di dare la colpa al fatto che fosse ubriaco, ma non trovo comunque una giustificazione per quelle sue parole.
Sono sicura di non piacere a Hunter,come lui non piace a me,d'altronde. Il problema è che dovrò conviverci, perché abbiamo un'amicizia in comune.Hunter e Mitch vivono insieme anche qui a Londra.Se voglio restare al fianco di Mitch,dovrò subirmi anche quello stronzo del suo nuovo migliore amico.
Sto avanzando da circa 30 minuti sui marciapiedi deserti. Mi sento una cretina, più volte ho rischiato di scoppiare a piangere, ma no:Cherie Jelson non piange mai, nemmeno quando è sola. Nemmeno quando è contro il mondo intero. E avvenimenti di poca importanza non dovrebbero sfinirla, non così facilmente.
E invece piccole sciocchezze come queste mi mandano letteralmente al tappeto. Avverto un senso di vuoto, mi guardo intorno e non trovo nessuno. Non trovo lui.
"Perché non sei qui? Perché non sei qui a difendermi da quello stronzo come sempre fatto?" Mentre parlo con gli occhi rivolti al cielo, il respiro inizia mancarmi. Mi accascio contro muro, mi siedo strusciando la schiena contro la parete ruvida.
Odio la solitudine, odio non avere il mio migliore amico accanto, odio tutto questo. Odio il fatto che lui è Hunter vendano erba, odio il fatto che la persona più importante della mia vita, l'unica che ha sempre preso le mie difese e mi ha incoraggiato ad andare avanti, non sia più qui con me. Lui non sarà mai più qui. E mi manca, mi manca così tanto.
Inizio a sfogarmi, piango come non piangevo dalla partenza di Mitchell, piango come una bambina a cui è stato strappato via il suo unico giocattolo. Non mi era mai capitato prima di lasciar andare tutte le mie emozioni in un  momento solo, e con un impeto impossibile da arrestare.
"Finalmente ti ho trovata." Una voce rauca si confonde tra i miei singhiozzi. Quando solleva lo sguardo incrocia un paio di occhi verdi, confusi, duri e penetranti. Le sue labbra si schiudono per parlarmi: "non puoi scappare,Che".

Over -UN'OVERDOSE Di TEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora