MELISSA
Come cavolo ho fatto?? Una cosa era ribattergli in casa, un'altra a scuola! Peró diamine se era bello. Come al solito! Qual'era il proverbio? Chi disprezza ama. Oddio.
...In questo caso é chi ama disprezza cara mia...
Stai zitta coscienza. Cavolo e se aveva ragione? No io non amavo quel tipo. Così arrogante, stronzo.. Ma terribilmente sexy, diamine.
"Pianeta terra chiama Meli!"sentii dire da Marco, che scuoteva la mano davanti a me.
"Mi stavi parlando?"gli chiesi.
"Si cara, la prof di matematica ti sta chiamando!"mi sussurró lui.
"Signorina Frigerio, ci da l'onore di risolvere un problema alla lavagna?" Mi alzai e andai a risolverlo. Facile come bere l'acqua. Ho sempre amato la matematica. Tornai al posto e trovai un biglietto sul banco. Lo aprii e lessi:
"Sei stata una forza con Simone, ti ha guardata con stima tutta la scuola. Non é facile tenere testa a un figo come quello. Peró adesso concentrati se non vuoi avere l'insufficenza in mate. Marco"
Gli sorrisi e tentai di concentrarmi.
Quel giorno non avevamo pomeriggio quindi niente mensa. Andai a mangiare da Beatrice, siccome non volevo tornare a casa da Simone. Dopo pranzo andammi in giro per i negozi e tornai a casa sua con quattro borse da shopping. Il mio armadio ne sarebbe stato felice. La lasciai sotto casa sua e andai contro volontà a casa mia. Simone non c'era a casa. Perfetto. Portai le borse in camera e scesi in cucina. Non avevo molta fame così mi preparai un' omlette. Mentre la preparavo mi sentii circondare la vita con due grosse braccia e spensi il fuoco. Cavolo. Temevo fosse Simone. Non ero pronta a dirgli niente e non volevo scusarmi. Di cosa poi?
La fortuna non era dalla mia parte. In fondo, chi altro poteva entrare in casa se non lui? Cavolo cavolo cavolo. Tentai di controllare il battito del mio cuore. Lasciai che mi girò verso di lui e il suo naso era ad un centimetro dal mio. Cavolo quanto era bello. Con calma, il mio cuore rallentó e tentai di avere una voce fredda.
"Cosa vuoi?"gli chiesi.
"Come sei fredda!"mi rispose senza mollare la presa. Meno male che da bambina ho fatto sette anni di teatro.
"Stavo preparando il cibo e un imbeccile mi blocca. Che tono devo assumere?" Lui si avvicinó di più, fino a che sentii il suo respiro sul mio collo. Era ubriaco cavolo! Gli misi le mani sul petto per allontanarlo e mi accorsi di quanto era muscoloso. Perche doveva essere così bello?
"Mi lasci preparare la cena?"
"La prepari anche a me?"
"Se mi molli!"
"E perche dovrei?"
"Cavolo sei ubriaco togliti!"
"Certo!"disse lui e cominció a darmi dei baci sul collo. Sentii i brividi sulla schiena,nonostante si moriva dal caldo.
"Se non mi molli ti lancio un calcio!"
"E dici che mi farà male?"
"Vuoi provare?"
"Mi dici perché sei così cattiva?"
"Ma tu chi ti credi di essere?"
"Non sarò un figo della madonna, ma non puoi dire che sono brutto. Rispetto a quel Marco poi."
Cavolo se era un figo della madonna.
...É geloso di Marcoo...
La mia coscienza non poteva lasciarmi in pace? Perche doveva essere geloso di Marco?
"Vedo che sei rimasta zitta!"
"Sei geloso di Marco?"gli chiesi.
"Cazzo si!"mi rispose e mi bació. Non potei ritirarmi. Dopo poco mi sentii sollevare da terra e istintivamente gli circondai i fianchi con le mie gambe. Perché gli stronzi devono piacere così tanto?, pensai ad alta voce. Poi mi accorsi di cosa avevo fatto. Cavolo dovevo rimidiare. Non potevo permettere che pensasse che io fossi innamorata di lui. Quando ci staccammo scesi e misi le mani sui fianchi.
"Ti senti meglio ora?"gli chiesi.
"Coosa?"mi chiese confuso.
"Si vedeva che avevi bisogno di un bacio. Sei ubriaco marcio. Per scusarmi per la scena di sta mattina te l'ho dato. Ora vattene e lasciami mangiare!" Lui mi guardò confuso. Quando capì, sbatté una sedia e uscii dalla cucina. E lì scoppiai in lacrime.
SIMONE
Non era possibile. Sembrava che le era piaciuto. Diamine, era stato il bacio più bello della mia vita. Si, ero ubriaco ma poco. Giusto. Lei non era stupida, ma bastava fingere di aver dimenticato il bacio e ci avrebbe creduto. In fondo lei pensava fossi ubriaco marcio. Non avevo neanche fame. Sapevo che quella ragazza mi avrebbe ignorato per tutto l'anno, ma cavolo se mi piaceva. Non era come quelle ragazze facili. Ma rimasi alla mia teoria. Era lei che doveva strisciare da me, non il contrario. Ero stronzo e lo sapevo, ma non sarei mai andato dietro a una ragazza. In fondo, alle ragazze piacciono gli stronzi, no?
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PIÙ MI ODI, PIÙ IO TI AMO♥
Teen FictionDue ragazzi, Melissa e Simone, si ritrovano ad abitare nella stessa casa e a frequentare la stessa scuola. Lei 19enne ha sofferto per amore e ha deciso di non innamorarsi più. Lui 21enne é un rubacuori, circondato da mille ragazze. Riuscirà lui a co...