Capitolo 1

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Mi svegliai di soprassalto sentendo mia madre cantare a squarciagola canzoni che mandavano alla radio, pensai subito di richiudere gli occhi e rimettermi a dormire ma mi ricordai appena in tempo che oggi avrei dovuto iniziare la scuola.

Io, i miei genitori e la mia sorellina, Alice, ci eravamo trasferiti nella così definita bellissima città di Sydney da neanche due settimane, ed io già non ci trovavo niente di così "bellissimo".

Qui ero da sola, avevo dovuto lasciare tutti i miei amici, anche se non erano chissà quanti, ero piuttosto timida, ma mi ero fatta l'idea che qui sarebbe stato diverso. Insomma, nuova città, nuova scuola, nuovi amici, nuova vita, forse sarebbe davvero potuto cambiare qualcosa.

Sbuffando mi decisi ad alzarmi dal letto, anche se con grande malavoglia, per poi dirigermi verso il mio armadio e tirar fuori un semplice completo di jeans e maglietta.

Entrai in bagno per potermi lavare e preparare per poi scendere giù in cucina rischiando più volte di cadere per le scale, ma hey era mattina presto, avevo tutte le ragioni del mondo per essere assonnata e non vedere dove camminavo.

"Ti sei svegliata dormigliona." mio padre era seduto a capotavola tenendo tra le mani il suo giornale.

"Si. Anche se vorrei davvero continuare a dormire." ridacchiai e lui mi rivolse un sorriso per poi guardare mia madre che, ancora, cantava canzoni senza senso.

"Tesoro, sai che ti amo ma io e tua figlia vorremmo continuare a sentire qualcosa sai."

Ridacchiai sedendomi per poi prendere dei biscotti e mangiarli.

"Oh e va bene. Che guastafeste." mia madre sbuffó sedendosi di fronte a me.

"Hey! Sono giovane per diventare sordo." alzò le mani in segno di difesa facendomi ridacchiare ancora.

Lei alzò gli occhi al cielo "Sei perdonato okay." Sorrise avvicinandosi per stampargli un bacio sulle labbra.

"Beh si. Come tu non vuoi diventare sordo io non voglio vomitare quello che ho appena mangiato." mi alzai da tavola alla vista di.. quella scena.

Presi lo zaino e mi diressi verso la porta.

"Io esco, ci vediamo stasera!" Avvisai,ma non ricevetti nessuna risposta, dunque mi affacciai verso la cucina vedendo i miei genitori continuando a sbaciucchiarsi. "Prendetevi una stanza, dio!" quasi urlai per poi uscire sbattendo la porta.

Camminai per le strade di Sydney e notai che anche se erano appena le 7.30 del mattino e fosse quasi ottobre faceva piuttosto caldo, misi le cuffie nelle orecchie e ascoltando le note di 'Helium' di Sia quasi piansi.

Continuai a camminare passando anche vicino al parco, notai i bambini che giocavano ed i genitori che, sorridendo, li guardavano divertirsi. Senza accorgermene andai a sbattere contro qualcosa, o forse qualcuno e velocemente mi tolsi una cuffietta e alzai lo sguardo verso questo qualcuno.

"Scusa. Scusami non volevo." mi affrettai a dire mordicchiandomi il labbro. Era un ragazzo biondo, con gli occhi azzurri ed un piccolo piercing a forma di anellino nero al lato sinistro del labbro inferiore. Mi fece un segno del capo guardandomi negli occhi per poi allontanarsi ed andandosi a sedere ad uno degli sgabelli del bar di fronte il parco. Ma anche quando lui era andato via continuai a pensare a come quello sguardo mi fece quasi congelare sul posto, era come se quel ragazzo, cosi bello d'aspetto, nascondesse al di sotto di quei bellissimi occhi azzurri, qualcosa di oscuro.

Scossi la testa invitandomi a non pensarci e ripresi a camminare.

Arrivai a scuola dopo poco, era abbastanza vicino alla mia nuova casa e mi diressi velocemente in segreteria, attraversando l'ingresso dove vidi tantissimi ragazzi baciarsi tra loro, fumare e probabilmente anche drogarsi. Dio ma in che posto ero finita?

"Di cosa hai bisogno?" la segretaria mi tirò fuori dai miei pensieri guardandomi abbastanza annoiata, cara mia ancora non è neanche iniziata la scuola.

"Ho bisogno dell'orario delle lezioni e della chiave del mio armadietto, sono nuova."

"Il tuo nome?"

"Sono Bryana Mikaelson."

"Oh certo. Aspetta solo un attimo."

Entrò nel suo ufficio e ne approfittai per guardarmi intorno, la scuola era molto grande e abbastanza moderna, c'erano classi per qualasiasi lezione extra qualcuno volesse fare.

"Ecco a te." Ritornai al presente guardando la segretaria che mi porse l'orario e le chiavi dell'armadietto "Avrai l'armadietto 438. È infondo il corridoio, vicino l'aula di musica." Mi sorrise per poi entrare nuovamente nel suo ufficio.

Camminai per i corridoi con gli occhi di tutti addosso, sentivo gli alunni dire cose come "lei è quella nuova." "ma come si è vestita." "ma che capelli sono quelli." E così via, ed odiavo sentirmi cosi al centro dell'attenzione.

Guardai tutti gli armadietti alla ricerca del mio: 428 - 430-432-434- 436 e poi eccolo li, l'ultimo armadietto affianco all'aula di musica, come aveva detto anche la segretaria.

"Oh cazzo. Tu sei la nuova conquista di Hemmings."

Un ragazzo con dei buffi capelli blu spuntò da dietro un angolo e mi guardò.

"Non so di cosa tu stia parlando." Balbettai guardandolo.

"Hai l'armadietto 438."

"E allora?"

"Ora sei sua."

Eh? Ma di che parlava?

"Non capisco scusa." lo guardai appoggiandomi con la spalla al muro.

"Chiunque abbia questo armadietto qui, diventa proprietà di Luke Hemmings."

Lo guardai ancora piu stranita.

"Tu sei pazzo."

Alzò le spalle. "Starai a vedere, sono Michael comunque." guardò per un attimo davanti a se."Oh eccolo qui." si allontanò camminando per i corridoi facendomi voltare velocemente.

Vidi un ragazzo, biondo, occhi azzurri, piercing al labbro, cazzo era il ragazzo del parco.

"Mhh bene, bene. Ci si rivede eh? Io sono Luke. Ma credo che tu già lo sappia." mi guardò tirandosi il piercing con i denti.

Dio e se fosse vera la storia di quest'armadietto?

438 || Luke Hemmings.Where stories live. Discover now