Capitolo 5

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"Entro ad una sola condizione." Sbottai guardandolo, per fortuna aveva gli occhiali, almeno potevo non perdermi nei suoi occhi.
"Mhh sentiamo."
"Voglio sapere perché 438."

Luke prese un sospiro e decise di spiegarmi tutto, o almeno credo sia tutto. Tutto è partito il primo giorno di scuola di quando due ragazzi avevano appena 15 anni.

20/09/2011
Luke's POV
"Ashton muoviti! Non voglio fare tardi il primo giorno di scuola!" Quasi urlai verso il mio migliore amico camminando verso l'entrata della scuola.
"Si. Sto arrivando Luke con calma." Rise lui correndo dietro di me "Eccomi qui, sono sempre puntuale io." Si vantò ricevendo in cambio uno schiaffo sul braccio.

Entrammo a scuola vedendo per i corridoi tantissimi ragazzi più grandi di noi, ma non ci facemmo caso, eravamo sempre stati io ed Ashton, e di tutto il resto non ci importava. O forse a me è sempre importato di più.
*~*
Stringemmo amicizia con due ragazzi, Michael e Calum. Erano come noi. Già si sapeva in partenza che saremmo stati i reclutati della scuola, ma anche questo, non mi interessava, mi trovavo bene con me stesso e questo mi bastava.
Avevo un ciuffo biondo che mi ricadeva sugli occhi così come quello di Michael, eravamo abbastanza simili, ad entrambi piaceva suonare la chitarra e cantare. Mentre l'altro ragazzo disse che suonava il basso. Calum era più basso di me e di carnagione decisamente più scura così come i suoi capelli, erano quasi neri ed i suoi tratti lo facevano sembrare un cinese, forse lo era o forse no, non ne ho idea.
Ma per quanto potessi aver stretto amicizia con questi ragazzi Ashton restava sempre Ashton, non mi sarei mai allontanato da lui. Ma come avevo già pensato, questa cosa si riferiva solo a me e non anche a lui. Più passavano i giorni e più lui e Michael si avvicinavano, e in questo modo si allontanavano da noi.
*~*
"Luke." Mi richiamò mia madre un pomeriggio mentre ero nella mia stanza ad ascoltare musica.
"Cosa c'è?"
"Va tutto bene?" Si sedette sul letto accanto a me.
"Si certo." Staccai la musica per guardarla.
Lei sospirò "Ho visto Ashton. E mi chiedevo perché non stavi piu uscendo con lui."
Strinsi i pugni. "Non mi interessa."
"Luke, lui è il tuo migliore amico."
"Non più, ora il suo migliore amico è Michael."
"Michael è quel ragazzo biondo?" Mi chiese ed io annuii "Oh ehm, era la bar qui vicino con lui, perché non li raggiungi?"
"Non mi va."
Lei sospirò "Va bene, non insisto più. Se vuoi parlare di qualcosa sai che ci sono per te." Uscì dalla stanza, lasciandomi solo ancora una volta.
*~*
Erano passati tre mesi da quando mi ero allontanato da Ashton ma un giorno si presentò alla mia porta.
"Cosa ci fai tu qui?" Lo guardai.
"Volevo vederti.."
"Wow il miracolo, dato che per questi tre mesi è sembrato che fossi un fantasma."
"Luke non dire cosi, sai che mi sei mancato, non volevo allontnarmi da te, mi dispiace."
Lo abbracciai velocemente e, stupido com'ero, credetti alle sue scuse e lo perdonai.
*~*
Io ed Ashton ritornammo ad uscire, entrambi ci allontanammo da loro anche se questo non durò molto.
*~*
"Facciamo una scommessa ci stai?" Il ragazzo dai capelli ricci mi guardò con un sorriso.
"Che tipo di scommessa?" Risposi aspirando il fumo dalla sigaretta che avevo in mano.
"Mhh solo ricordati questo numero, 438."
Rubó la sigaretta dalle mie mani per poi correre via da me lasciandomi senza capire a cosa si riferisse. Ed ancora oggi non so come lui faceva già a saperlo, ma quel giorno, fu l'ultima volta che lo vidi.
*~*
Il giorno dopo Ashton non venne a scuola, mi diressi quindi verso il negozio dei suoi genitori cercando qualche risposta, e loro mi dissero che era andato ad un campetto di calcio, non molto distante da dove eravamo. Cosi subito mi misi in macchina e guidai verso quella zona.
Il campetto aveva vari numeri su di esso che andavano da un minimo di 300 ad un massimo di 1000. Camminai per il campo e da lontano notai due ragazzi picchiarsi, o almeno quello mi sembrava, mi nascosi dietro un albero ma uscii subito appena vidi un ragazzo cadere a terra. Corsi verso di loro e vidi l'ultima cosa che avrei mai voluto vedere.
Ashton era li, a terra, accanto al numero 438, e in piedi Michael che appena mi vide corse via.
Ricordo tutto come se fosse successo ieri, come lo vidi, come le mie lacrime scesero velocemente dai miei occhi e come i medici dissero "Ci dispiace, ma non ce l'ha fatta.".
Avevo perso una parte di me. La parte più importante.
Da quel momento ci fu un nuovo Luke.
Una settimana dopo andai a farmi il piercing al labbro, alzai i miei capelli in un ciuffo e cambiai completamente modo di vestire.
Ricominciai a bere, ad andare alle feste, a fumare e qualsiasi altra cosa potesse farmi stare meglio.
Ma l'unica cosa che volevo era la vendetta. Non una vendetta personale, ma riferita alla persona che ho sempre avuto affianco fin dalla nascita, riferita alla persona che mi è stata portata via.
Ero deciso ad avere questa vendetta e non avrei permesso a nessuno che poteva ricordarmi quel numero di avere pace.

438 || Luke Hemmings.Where stories live. Discover now