Capitolo 6
-amici-
Ero diventato pazzo, davvero pazzo. Era passata una settimana da quando avevo litigato con Alex, e l'unica cosa che io riuscissi a ricordare erano i suoi occhi mentre pronunciava quelle parole "a me non importa". A lei non importava e forse sarebbe stato meglio mettersi l'anima i pace e dimenticarla, anche se tutte le ultime notti sognavo lei. Lei in un campo di margherite, lei vestita di bianco. Non riuscivo mai a ricordare oltre quell'immagine.
Adesso mi trovavo qui, al parco, a fissare delle tartarughe mentre mi fumavo una bella sigaretta. Quando davanti a me, mi ritrovai Vanessa.
Vanessa's pov.
Era da una settimana che dormivo a casa della mia amica, "mi sento sola" mi ripeteva ogni giorno. Come biasimarla, non aveva nessuno lì. Ma era da una settimana che tutte le notti sentivo sempre quel nome "Francisco, Francisco" diceva.. Ed adesso quel "Francisco" era davanti a me, bello e beato a fumarsi una sigaretta.
<<cosa vuoi?>> interruppe le mie riflessioni. <<stai bene? Sarai pure il più "figo" dell'università, ma credimi che io non cedo a te, e neanche Alex>> sputai. Ma lui, come se tutto quello che gli avessi detto non sfiorasse minimamente il suo essere, disse <<hai visto che bella giornata? Perchè non smetti di rompere e te ne vai>>. Dovetti contenere la mia rabbia in un modo assurdo per potermene andare senza dire altro.
Nel frattempo era già passata 1 ora, Alex aveva detto che ci avrebbe messo solo qualche minuto a prendere il libro che le piaceva, ma ancora non tornava. Stanca morta me ne tornai a casa dai miei.
Alex's pov.
"Merda 1 ora di ritardo, Vanessa mi ucciderà ne sono certa". Quando arrivai al parco non trovai nessuno ad aspettarmi, neanche vicino il laghetto, luogo del nostro appuntamento. Intenta a scorrere la rubrica del mio iPhone, mi sentii toccare un fianco, ed un brivido piacevole percosse il mio corpo. Mi girai di colpo e.. lui, con tutto lo splendore che madre natura gli aveva donato.
Il vento scompigliava i suoi capelli, e insieme alla sigaretta e al giubbotto di pelle nera gli dava uno stile "Bad Boy".
<<lasciami>> ringhiai. <<perchè così confusa piccola?>> Piccola? A che gioco sta giocando. <<Piccola? Ho solo 2 anni in meno di te. E poi, non puoi chiamarmi così>>
<<non fare così, a me importa di te>> gli importa di me? Ma mi ha percaso letto nel pensiero? Non credo. Ma mi sciolsi per un attimo. <<ti ho detto che a me non importa, sai come sono fatta>> e dopo quelle parole, si alzo dalla panchina dove stava seduto e mi avvicinò a se, coprendomi la schiena con quello che dovrebbe essere un abbraccio.
<<emm.. C-cosa stai facendo?>> balbettai. <<ssh>> mi zittii per poi continuare <<che ne diresti di ricominciare, siamo partiti con il piede sbagliato. Da amici questa volta, dato che tu vuoi questo?!>> oh.. Amici... <<siamo mai stati altro?>> dissi con il mio viso a 4 centimetri dal suo, mentre le sue braccia mi stringevano ancora. Un espressione quasi dispiaciuta gli si presentò sul viso. Mi si congelò il cuore a vederlo così, non riuscivo ad essere stronza anche con lui, non ci riuscivo affatto. <<hei cosa ti prende?>> gli dissi, liberandomi dalla sua presa e afferrandogli il mento. <<niente, sul serio>> e mi rivolse un sorriso che a me parve finto, persino il luccichio che gli si presentava praticamente sempre sugli occhi, era sparito.
Che cosa avevo fatto?! <<sul serio, dai vieni qui>> e gli diedi un bacio sulla fronte. A quel gesto ci arrossimmo entrambi, eppur quel gesto sembrava tanto familiare nonostante ci conoscessimo da poco. <<Franc, scotti!>> dissi turbata. << sul serio? Oh..>> <<andiamo Franc, ti accompagno a casa>>
Mi feci guidare verso casa sua. Entrammo e da dentro era davvero molto graziosa, quando mi girai verso di lui vidi un Francisco assonnato nonostante fossero le 20.00! Mi limitai a farmi guidare in cucina, per preparargli qualcosa e poi metterlo a dormire.
Non sapendo che preparare avevo ordinato delle pizze ed avevo già apparecchiato la tavola.
<< non capisco il perchè tu faccia così tanto per me>> interruppe il silenzio lui.
<<siamo amici, no? Gli amici fanno questo>> gli dissi, ed ogni volta che io stessa pronunciassi la parola "amici" era come se una lama di coltello mi si fosse conficcata dritto al petto.
<<cosa mi nascodi?>> disse con un non so chè di intrigante.
<< nulla, tu devi essere davvero stanco>> gli dissi.
<<probabilmente.. Ma ammetto che vorrei conoscerti meglio>>
<<buona fortuna allora Franc>>
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La magia degli occhi.
RomanceLei era una ragazza diversa dalle altre, non cercava il ragazzo perfetto: classico biondo, occhi azzurri, un po' stile "Ken". Lei voleva qualcuno che la impressionasse. Per anni aveva cercato qualcuno di questo tipo. Fin quando non ha incontrato lui...