Capitolo 2
-la fortuna della festa-Avevo deciso di non pensarci troppo, di buttare la roba sul vassoio, e andare a casa. Ero già entrata nella macchina ed avevo acceso la radio della mia macchina per svagarmi un po', la prima canzone è stata Apologize dei One Republic, "perfetto il mio gruppo preferito". Dopo solo 3 minuti, non ero arrivata a casa, che un numero non memorizzato mi stava chiamando.
<<pronto?! Chi è?>> <<hei Alex, sono Vanny, ti andrebbe un frappè insieme questo pomeriggio?!>> <<mmm mi sembra ottimo>> <<Perfetto allora ci vediamo alle 6 ai giardini dell'Università>> <<va bene, a dopo>>. Ed avevo riattaccato, nel frattempo avevo già parcheggiato la mini nel viale della mia casuccia.Mi ero già lavata, e come al solito solo un filo di mascara, mi ero vestita comoda, jeans larghi, converse bianche, camicetta vagante trasparente, giubbottino di jeans. Ero pronta! Avevo preso la borsa marrone, ed ero uscita di casa. Solo quando la lucina rossa dell'auto, che segna la mancanza di benzina, mi ero ricordata di non aver fatto benzina oggi. "Ma dove ho la testa oggi". Probabilmente ci avrei messo un bel po' per chiamare il primo benzinaio della zona, così avevo deciso di andare a piedi verso il bar, distava solo 1 o 2 km da casa mia, quindi ci avrei messo poco.
Nonostante fosse Sabato sera e nonostante la gente per strada, ci avevo messo davvero poco ad arrivare alla gelateria, Vanessa stava già lì ad aspettarmi.
Appena mi ha vista entrare Vanessa deve aver avuto un sussulto, perchè mi è corsa incontro abbracciandomi. Nonostante odiassi ogni forma di contatto con qualcun'altra persona, non volevo affatto arrabbiarmi, ma anzi volevo godermi la serata con la mia compagna di Università. Avevo ordinato un frappè al Kinder Cereali per me, ed un frappè Panna e Fragola per la mia compagna.
<<Bhe come mai qui?>> aveva attaccato Vanessa per prima. <<Bha, non lo so, volevo staccare un po' dalla mia vecchia vita, e mi attirava l'Italia.>> avevo detto cercando non essere troppo esplicita sul fatto che non adorassi particolarmente parlare di me. <<Ah, quindi non sei italiana, bhe dal nome lo si doveva pur comprendere.. Da dove vieni?>> <<Los Angeles>> "quante domande" avevo pensato.<<hei ti va di andare ad una festa più tardi?>> aveva spezzato il silenzio la mia "amica" Vanessa, se così la si poteva definire. <<umm.. Non mi sembra il caso, sai non sono stata invitata e non vorrei imbucarmi>> avevo detto leggermente triste, adoro le feste. <<ma quanti problemi ti faai, dai su, andiamo a casa tua e ci vestiamo, quanto dista da qui?>> <<poco in realtà, hai la macchina?>> <<si, dai andiamo Alex>>. Avevo pagato il mio frappè e quello della mia amica, era il minimo che io potessi fare per lei. Appena ero uscita dalla gelateria, una smart gialla era lì ad aspettarmi, "perfetto.. Ha già fatto" ho pensato.
Erano passati solo 5 minuti, ed entrambe stavano già nel cortile della mia casa.
<<che bella casa che hai>>
<<grazie, entriamo?>>
<<certo>>Vanessa mi aveva aiutato a scegliere un vestito per la festa. Un vestito nero, era a tubino che valorizzava le mie forme, con una scollatura a forma di cuore sul davanti, ed una scollatura dietro che lasciava mezza schiena scoperta. Poi delle Loubotin, ed una semplice cosa alta. Alla mia amica le avevo prestato un vestito bianco di pizzo, leggermente largo dalla vita in giù, anche se era più corto del tubino!
Insieme ci eravamo dirette verso la casa di Janet, una ragazza che poi ho scoperto che venisse anche nel nostro corso, la casa si trovava dall'altra parte della città.
Appena avevamo parcheggiato, ci eravamo trovati davanti un ragazzo un po' particolare.
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La magia degli occhi.
RomansaLei era una ragazza diversa dalle altre, non cercava il ragazzo perfetto: classico biondo, occhi azzurri, un po' stile "Ken". Lei voleva qualcuno che la impressionasse. Per anni aveva cercato qualcuno di questo tipo. Fin quando non ha incontrato lui...