Capitolo 3

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Capitolo 3

-un fastidioso inconveniente-

Una strana sensazione mi avvalse per la seconda volta nell'arco di un giorno. Era sempre lui. E ai miei occhi sembrava perfetto. "Da quando un ragazzo è perfetto per me?!" Ho pensato. Il ragazzo era alto, magro al punto giusto, aveva delle spalle larghe, ma non sproporzionate al resto del corpo, dei capelli biondi, e degli occhi scuri, avrei giurato che non avesse la pupilla se una forte luce proveniente dalla luce d'ingresso della casa di Janet non gli avrebbe illuminato il viso. Il ragazzo che mi si trovava davanti, intento ad entrare non mi aveva guardata neanche, il che mi aveva fatto rattristare.

Io e Vanessa ci trovavamo nella casa, ancora non ci credevo che nonostante i controlli, e il fatto che non c'eravamo sulla lista, ci abbiano fatto entrare. Appena entrate un forte odore di tabacco e non solo, ci aveva assalito. In lontananza c'era Janet, intenta a parlare con non so chi. Per non farci scoprire io e la mia amica ci eravamo sedute sul divano di pelle bianca vicino alla piscina. "Wao divani a bordo piscina, è proprio figa questa casa". <<la sexy nuova arrivata alla mia festa?! Quale onore>> una vocina stridula aveva appena tartassato il mio orecchio, qualcosa mi diceva che quella era la voce di Janet. E non mi stavo sbagliando.

Mi ero girata di scatto per incontrare i suoi occhi e guardarla in faccia. Lo spettacolo che avevo davanti era a dir poco raccapricciante: una ragazza dagli occhi color grigio-blu (o meglio quelle erano le sue lenti a contatto colorate dato che possedevano un bordo di marrone del tutto naturale) i capelli rossi (ovviamente tinti), delle labbra enormi, simbolo dei numerosi soldi spesi di chirurgia; un seno enorme che, a parer mio, non sembrava fosse del tutto naturale, ma visto che si trattasse di una ragazza un po' formosa, dovetti ammettere che un seno enorme le donasse molto.

<<mmm.. Non penso di essere "sexy">>ed ho enfatizzato l'ultima parola. <<pensala come vuoi, ad ogni modo, vieni con me>> istintivamente avevo preso un bicchiere di Vodka posto sul tavolo e l'avevo bevuto, per poi dire <<non mi va del tutto, fai pure un giro da sola>>. Grazie al mio naturale essere apatica, Janet non mi aveva rivolto la parola per tutta la serata.

Mancava più o meno 1 ora alla fine della festa ed avevo davvero voglia di ballare, così avevo preso per un braccio la mia amica e mi ero spinta in pista. Presa dall'alcool e dalla musica assordante che minacciava di uccidermi, io e la mia amica avevamo iniziato a ballare un modo tanto buffo, che ben presto eravamo diventate il punto fisso di qualcuno, qualcuno perfino indicando. Per sottrarmi a quella situazione al quanto imbarazzante mi ero fermata e mi ero diretta verso il mini bar, "questa casa ha proprio tutto" ho pensato. E la scena davanti a me si mostrava al quanto disgustosa. Il ragazzo misterioso si stava baciando con Janet. Un ondata di rabbia mi investi di colpo, non facendomi neanche respirare. Adesso me ne volevo andare, sul serio. Mi ero avvicinata ai due tipi per poter recuperare la mia borsa e poi chiamare la mia amica.

Quando mi ero avvicinata, i due si erano già staccata, ed io ero riuscita a prendere la mia borsa e quella di Vanessa.

<<sei nuova>> una voce mascolina e sensuale mi aveva rivolto la parole dietro le mie spalle "mmm accento francese, interessante". <<e adesso tu chi dovrest...>> mi ero bloccata di scatto quando girandomi avevo capito chi era il ragazzo che mi aveva rivolto la parola e mi volevo sotterrare per avergli rivolto un frase non proprio da persona sociale e gentile. <<uhm.. Scusami, si sono nuova, mi chiamo Alexandra>> <<Alexandra, bel nome, io sono Francisco>> <<ah, mi dispiace Franc, posso chiamarti Franc(?)>> lui aveva annuito semplicemente con la testa <<fantastico, ma io devo proprio andare>> <<aah..>>

Stavo fissando i suoi occhi nella speranze che dicesse qualcos'altro, ma delle mani gli avevo già accarezzato i capelli e lo stava strattonando dicendo <<hei Effe lasciala stare sono meglio io>>. Janet... Presa dall'irritazione mi ero limitata a dire <<almeno io sono fatta di carne, e non di silicone>> lasciando tutti impietriti. Con questo avevo concluso, e mi ero avvicinata alla porta, accompagnata dalla mia amica che nel frattempo mi aveva già raggiunta.

Arrivate in macchina la mia amica <<sei grande Alex, nessuno aveva mai osato rivolgersi in questo modo a Janet>> solo delle risate in quel momento mi erano potute uscire, al solo pensiero che qualcuno si prendesse paura di una tipa come lei, già stavo morendo. <<ma figurati se mi prendo paura IO di lei.. Pff>> ed avevo sbuffato sonoramente.

Mi ero fatta lasciare davanti la gelateria per poter camminare un po', avevo voglia di farlo e basta. Stavo camminando ed avevo passato già due isolati. Quando ad una stradina vicino un cassonetto, due occhioni marroni mi stavano fissando, scossa dalla paura avevo pensato di allontanarmi, ma non so bene il perchè.. Qualcosa mi diceva di avvicinarmi..

La magia degli occhi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora