Capitolo 10 Mancanze

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Bo

"Ciao Cooter, è stato un piacere ma ora devo andarmene: si è fatto tardi"

"Grazie Bo! Se non fossi capitato qui non avrei mai finito! A presto!"

Chiudo la porta del garage di scooter e davanti a me compare Hazzard immersa nella notte. Non so che ore siano ma sicuramente è tardissimo e dovrò dare un mucchio di spiegazioni a zio Jesse oltre che alle scuse a Luke.
Ma perché non si fanno gli affari loro? So badare benissimo a me stesso e sono ben cosciente che un mio passo falso potrebbe costarmi la condizionale è quindi non farò nulla di simile.

Anche se una cosa mi piacerebbe farla e la farei immediatamente se questo non comportasse il carcere.

No, niente di illegale: vorrei fare un bel viaggetto, abbandonare per un po' di tempo la contea e fuggire dalla stretta sorveglianza della mia famiglia.
Peccato che la libertà vigilata non mi consenta di abbandonare la Contea, nemmeno temporaneamente se non che dietro permesso di Boss Hogg.
Ma quello piuttosto che fare un piacere ai Duke si metterebbe a dieta.

La luna splende argentea alta nel cielo sopra la Contea e una piacevole brezza primaverile muove leggermente le fronde del salice piangente posto nella piazza.
Tutto intorno... silenzio.
Solo il frinire dei grilli mi tiene compagnia.
La Contea in questo periodo dell'anno è bellissima ma, ritornando al discorso di prima, un bel viaggetto lo farei.

Magari nel vecchio mondo.
Magari in Italia.
Magari a cercare lei.

Mi manca da morire. Inutile cercare di negarlo, inutile mentire (e male) alla mia famiglia... non riesco a levarmela dalla mente.
Ci provo in tutte le maniere a non pensarla, a dimenticarla e quando sembra di esserci riuscito... ogni piccolo dettaglio, ogni minimo particolare che incrocio sul mio percorso mi rimanda con la mente a lei.
Non sono uno che crede molto al destino ma non possono essere coincidenze.
Non lo sono.
La tentazione di chiamarla è fortissima, so che Daisy ha il numero, ma tutte le volte mi fermo perché voglio che sia lei a farlo.
Perché se mi chiama o mi scrive vuol dire che prima mi deve per forza aver pensato.

Ed era così bello essere pensato da lei.

Era bello ricevere la buonanotte che poi puntualmente non era mai l'ultimo saluto perché tiravamo tardi a parlare, perché nessuno dei due voleva staccarsi l'uno dall'altra.
È vero, abitavamo sotto lo stesso tetto ma momenti solo per noi non ne abbiamo mai avuti (a dire la verità avevano ritagliato tre occasioni per noi ma sempre di fretta quindi invece che parlare, quelle occasioni le abbiamo impiegate in altro... e non approfondisco) quindi approfittavamo della buonanotte per parlare, raccontarci della giornata appena trascorsa, prenderci in giro... stuzzicarci.
Non facevamo chissà che discorso, non ci confidavamo chissà quali segreti di Stato, ma erano momenti nostri.
Solo e soltanto nostri che agli altri non doveva riguardare.
Credo che chiacchierare fino a tardi sia uno dei gesti più belli che due persone possano regalarsi e non almeno due ore le passavamo così.

Avevamo un rapporto veramente speciale soprattutto sul piano mentale: nessuna ragazza mi aveva mai capito così a fondo, mai nessuna mi aveva dato coraggio e smantellato le mie insicurezze, mai nessuna aveva creduto in me così come lei che anche nei momenti più neri riusciva a farmi sorridere, che non si è mai allontanata da me nemmeno quando il mio caratteraccio era accentuato più che mai.
Soprattutto quando la gelosia si impossessava di me.
Probabilmente l'ennesima scenata infondata è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e si è allontanata da me per sempre.
L'ho stretta troppo a me, lei che ama la sua libertà si è sentita incatenata troppo stretta nonostante provasse le cose mie ed alla fine se n'è andata.

Non sono mai stato bravo a tenere le cose belle che capitavano nella mia vita e questa è un ulteriore conferma.
Ho avuto la presunzione di essere l'unico pensiero per lei, che le sue attenzioni fossero rivolte solo ed esclusivamente a me senza capire che anche lei ha una vita sua. Stupidamente ho creduto che fossi io la sua vita totale.
Ed ora che l'ho capito è troppo tardi: lei non tornerà più.

Non mi resta che sopravvivere a questa situazione è lasciare che il tempo sistemi le cose.
Passerà anche questa.

Ora però devo chiedere scusa alla mia famiglia per il comportamento poco educato che ho tenuto in questo mese.

Hazzard dorme sonni tranquilli sotto un cielo stellato primaverile ed io, l'unica persona in giro per la Contea, mi faccio forza e coraggio per la lunga camminata che mi attende per tornare a casa.

Una ragazza ad Hazzard. Un anno dopoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora