Capitolo 4: Ricordi

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Distesa sul letto, osservo il soffitto della camera girando e rigirando l'anello al dito.
È tardi ma non riesco a dormire: il mio pensiero vola sempre ad Hazzard, a lui.

Guardo il prezioso anello e mi lascio andare ai ricordi, al giorno in cui me l'ha infilato al dito.

I suoi occhi illuminavano il bel viso sfrontato e canzonatorio che non riusciva a trattenere un grande sorriso; avanzava verso di me visibilmente emozionato e nascondeva una mano dietro la schiena.
Si è fermato a due centimetri dal mio viso, inebriandomi del suo profumo fresco e buono e accendendo in me il desiderio di baciarlo mentre i suoi occhi, incollati ai miei, sembravano voler rivelarmi i pensieri più intimi e segreti da tanto che erano espressivi.

Anche solo trovandoci l'uno di fronte all'altra aveva il potere di farmi star bene, di non desiderare nient'altro che il suo sguardo posato sul mio: aveva la capacità di farmi provare mille sensazioni diverse solamente con la sua presenza.

Senza dire nulla e mantenendo il suo meraviglioso sorriso, si è inginocchiato di fronte a me e la testa ha iniziato a girare: lo fisso emozionata tremando come una foglia mentre toglie la mano dalla schiena e apre una scatolina contenente un bellissimo anello fedina in oro bianco e diamanti naturali taglio brillante.
Sbalordita da quel piccolo cerchietto così bello quanto prezioso, porto le mani alla bocca incredula su quanto stava accadendo.

"Non sono bravo in questo genere di cose" ha iniziato eccitato "anche perché non avrei mai pensato di arrivare a compiere questo passo e se mi avessero detto che un giorno l'avrei fatto, sarei scoppiato a ridere sbeffeggiandoli.
Ma poi sei arrivata tu, all'inizio così timida e riservata, che arrossivi solamente al mio sguardo, a stare in fianco a me. Mai e poi mai avrei pensato di trovare una spalla su cui contare in tutti i miei guai, pronta a sacrificarsi per me, incoraggiandomi in ogni situazione e, all'occorrenza, darmi una bella strigliata per riportarmi in carreggiata.
Ci hai messo poco a farmi innamorare di te: amo il tuo essere forte e coraggiosa, la tua testardaggine... Ti amo esattamente così come sei e ogni giorno ringrazio il Signore per il guasto alla macchina che ci ha fatto  incontrare. Ora che sei entrata nella mia vita non voglio perderti.
Chiara.. Mi vuoi sposare?"

Con il viso allagato dalle lacrime inarrestabili, mi getto addosso a lui con un tale impeto che finiamo entrambi a terra.

"Si, si che lo voglio!"

Non appena saputa la notizia, la fattoria si è trasformata nel posto più gioioso che sia mai esistito nella Contea: Daisy è scoppiata a piangere di gioia; zio Jessie, commosso, ci ha dato la sua benedizione e Luke ha cominciato ad organizzare una festa coi fiocchi, invitando perfino i parenti lontani.

Ed è dall'arrivo di Vance Duke che tutto è precipitato.
Come ha potuto credere che potessi tradirlo dopo aver acconsentito a diventare sua moglie? Con suo cugino, per giunta!
Sapevo che era diventato geloso per qualsiasi sciocchezza, anche del mio rapporto con Luke. E, anche se non gli ho mai dato motivo di preoccuparsi, non mi facevo mai trovare sola con il maggiore dei cugini, anche se si parlava spesso e volentieri sulle condizioni del Generale.
Non sono riuscita però ad evitare di farmi trovare nelle braccia del cugino Vance che prontamente  mi aveva evitato una brutta caduta a causa di un sasso nascosto per metà sotto terra e che quindi non avevo visto.
Non ho mai visto Bo così arrabbiato: per prima cosa mi ha diviso dal cugino e poi ha iniziato a dargliele di santa ragione fino a che zio Jesse, con un colpo di fucile, ha messo fine al litigio.

Uno sguardo carico di rabbia e di odio mi travolge in pieno mentre Bo si avvicina minacciosamente ricoprendomi di parole più taglienti di una lama.
Inutile il mio tentativo di replica: il mio fidanzato era un fiume in piena, non era più il ragazzo dolce che conoscevo ma sembrava un avanzo di galera.

"Se le cose stanno così è meglio lasciar perdere tutto: sei libera di stare insieme a Vance e di sposarlo, per me finisce qui"

Le parole dette a quasi un mese di distanza fanno ancora effetto e una lacrima scivola sulla guancia.
La decisione di lasciare la Contea per ritornare in Italia per qualche periodo che già vagava nella mia testa al fine di evitare la prigione per il solito tiro mancino di Boss, si è concretizzata grazie alla violenta discussione: non solo avrei lasciato il tempo a zio Jesse e a Luke di risolvere la questione in sospeso con Boss, ma avrei permesso anche a Bo di sbollire e a me di riordinare le idee su quello che voglio veramente.

E ancora adesso non lo so.

Una ragazza ad Hazzard. Un anno dopoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora