Chiara
La luce della luna illumina la stanza aperta, mentre una leggera brezza notturna entra dalla finestra muovendo dolcemente le tende; tutt'intorno regna il silenzio assoluto: la città dorme e si può solamente sentire il mio respiro.
Distesa nel letto, osservo il soffitto giocherellando con l'anello infilato all'anulare sinistro.
Non riesco a dormire. La disperazione di oggi pomeriggio ha lasciato spazio all'insonnia, alla frustrazione e alla delusione. Non me lo meritavo di essere trattata cosi da lui.
La tentazione di partire e raggiungerlo è forte: vorrei afferrarlo per le spalle e urlargli tutto quello che sento, tutta la rabbia che ho dentro. Mi sgolerei per fargli capire quanto abbia sbagliato, che la sua gelosia era totalmente infondata e che la sua cattiveria era gratuita; vorrei prenderlo a sberle e scuoterlo per farlo ritornare a quel ragazzo di cui mi sono innamorata al primo sguardo, con quel suo fare irriverente, quando i suoi occhi verdi brillavano di amore e felicità e non emanavano tuoni e lampi.
Mi alzo di scatto. Il dolore misto rabbia è tanto. Mi avvicino alla finestra, lasciando che la brezza mi arrivi dolcemente in viso; la luna piena domina l,intera città dormiente.
Non ha senso prendersela così: è andata come è andata, evidentemente doveva finire cosi. Evidentemente lui non è fatto per me.
Delle volte ci fossilizziamo così tanto su qualcuno da non renderci conto che questo qualcuno non è la persona che vorremmo accanto. Succede che ci investiamo tanto, che ci impuntiamo ancora di più, quasi fino a non renderci nemmeno conto che stiamo proiettando su qualcuno le caratteristiche che noi vorremmo avesse, ma che in fin dei conti non ha.
Eppure perché non ci credo?
Se da una parte sono ferita a morte, dall'altra sono costantemente e fermamente convinta di noi, del nostro futuro insieme. Perché lui non è così com'era nell'ultimo periodo, lui non mi ha mai trattata come un oggetto ne tanto meno era possessivo come in quel modo.
Ma che senso ha cercare un chiarimento quando lui in trenta giorni non mi ha mai cercata?
mi allontano dalla finestra e tolgo l'anello, appoggiandolo sul comodino.
Ritorno a letto e chiudo gli occhi. Domani mattina spedisco l'anello a zio Jessie.
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Bo
Come prevedevo, le luci della fattoria sono spente: tutti sono a dormire e a tenermi compagnia in questa dolce e quiete notte stellata c'è solo il frinire dei grilli.
Passo accanto al Generale, illuminato dalla luce della luna e faccio scivolare una mano sul cofano freddo. Raggiungo gli scalini della veranda e mi ci siedo sopra sospirando: non ho sonno e probabilmente anche questa notte la passerò in bianco.
Come le ultime trenta, del resto.
Una lieve brezza muove dolcemente i fili d'erba e il granoturco nel campo a fianco; in cielo la luna argentea è contornata da mille stelle. Quante notti abbiamo passato a guardare un cielo così... ed ora mi ritrovo solo come un cane.
Me lo merito: in questo mese ho trattato talmente male la mia famiglia che non si chiedono neppure più che fine ho fatto. Ci metterò un bel pò a farmi perdonare, stavolta, ma ci riuscirò. Il problema è che non sarò mai perdonato dall'unica persona che mi abbia mai amato per quel che sono. Non l'ho più sentita da quella violenta litigata e mai scorderò il suo viso in lacrime e sofferente sotto le mie dure parole. Ed è per questo che non riesco più a dormire.
Mille volte ho pensato di chiamarla, di scriverle. Ma, un pò per il mio stupido orgoglio e un pò per la paura dell'intensità dei miei sentimenti, non l'ho mai fatto.
Mi manca come l'aria, mi manca in ogni singolo minuto di ogni singola giornata: mi manca talmente tanto che mi manca il respiro, come un pugno sferrato nello stomaco.
E tutto questo mi spaventa perché non ho mai provato niente di simile in vita mia, mai mi sono disperato così per una ragazza. Cosa si fa in questi casi? Come si sopravvive alla mancanza, all'assenza di una persona? Come si resiste al rovescio della medaglia dell'amore?
Tutti sono capaci a coglierne le cose belle: i sorrisi, gli abbracci, i baci, le risate... ma come si affrontano le tempeste? Come si affrontano i litigi, le assenze, il dolore?
Non lo so. E finché non saprò trovare una risposta, non risolverò di certo il mio problema.
"Bo Duke, sei un grandissimo idiota!"
"Felice di sapere che lo sai"
Mi volto di scatto e sulla soglia della veranda c'è Daisy, con due bicchieri di birra in mano.
"E tu che ci fai ancora sveglia?"
Si avvicina e si siede accanto a me, passandomi uno dei due bicchieri.
"Stavo aspettando quell'iracondo di mio cugino".
Mi volto verso il Generale e sospiro.
"Non volevo farti preoccupare, come non volevo mettere a dura prova la pazienza di tutti voi e trattarvi male. Scusatemi"
Daisy sorride dolcemente. "Nessuno di noi era preoccupato per il tuo allontanamento" replica "sapevamo benissimo che eri da Cooter. Siamo preoccupati per quello che ti sta succedendo e ci sentiamo inutili perché non sappiamo come aiutarti"
"Sai qual'è la verità, Daisy? Che nessuno può aiutarmi ed io non dovevo trattarvi male. L'unica persona che può aiutarmi in questo momento sono io solo e ancora non ho capito quello che devo fare. Ma devo chiedere scusa a tutti voi, che mi avete sopportato, questo lo devo fare".
Mi volto nella direzione della cugina: è triste. Non dev'essere stato facile per lei, con tutto il bene che mi vuole, vedermi fuori dalle grazie e litigare con tutta la fattoria. Sono un incredibile idiota.
Prendo le sue mani e gliele bacio. Poi la guardo dritta negli occhi, sorridendole.
"E comunque non è assolutamente vero che siete inutili e non sentitevi mai tali: siete tutto ciò che ho e solo con la vostra vicinanza mi aiutate moltissimo. Ecco, sapere che ci siete, per me significa moltissimo"
Gli occhi di Daisy riprendono a brillare e con uno slancio gioioso mi butta le braccia al collo.
"Bentornato a casa, Bo! Qualunque cosa tu farai, qualsiasi decisione prenderai... noi saremo sempre al tuo fianco".
"Lo so"
Daisy si alza e si avvia alla porta. poi si volta sorridendo. "Non voglio costringerti a parlare, quando lo vorrai fare, saprai dove trovarmi. Ma voglio dirti solo questo: andrà tutto bene, Bo. Le cose si sistemeranno"
E, sorridendomi un ultima volta, rientra in casa.
Ritorno a guardare l'orizzonte e ad ascoltare i grilli, pregando che le parole di Daisy si realizzino presto.
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Una ragazza ad Hazzard. Un anno dopo
FanficSequel di "Una ragazza ad Hazzard" Aria di cambiamenti per la nostra eroina Hazzardiana, costretta ad un rientro temporaneo in Italia, scoprirà ben presto di come non si senta affatto Italiana: la vita di Hazzard prende il sopravvento e riparte all'...