Chapter 2

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«quando perdi il lavoro e non hai più un posto dove stare torni sempre a casa, che ti piaccia o meno» rispose guardandomi dalla testa ai piedi.
«sei solo un opportunista» dissi facendomi largo per entrare.
«dov'è mamma?» gli chiesi, «oh e finiscila di chiamarla mamma» rispose «sei grande ormai» aggiunse.
«non voglio di certo finire come te» risposi lanciandogli un'occhiataccia.
«pf, fa come ti pare» disse salendo al piano di sopra.

Dylan è il mio fratellastro maggiore. Non conosco suo padre, mamma non ne ha mai parlato né a me né a lui. Dylan è cresciuto praticamente da solo, e ora il suo rapporto con la nostra famiglia è un completo disastro. Chiama nostra madre per nome, e torna a casa solo quando ha bisogno di soldi o di un posto dove stare. Poi all'improvviso sparisce, e nessuno lo rivede per mesi.
È fatto così, e non posso biasimarlo, ha avuto un'infanzia difficile.

«Dylan non ho voglia di prepararmi il pranzo, vado a mangiare qualcosa fuori, a dopo» urlai.
Nessuna risposta.
Uscii e mi avviai verso il fast-food che si trovava a qualche centinaia di metri da casa mia.

Entrai e mi avviai verso le casse per prendere qualcosa da mangiare.
Stavo per ordinare quando sentii qualcuno urlare il mio nome a squarciagola.
Mi girai e vidi Emma, seduta vicino alla parete da sola. Le andai incontro.
«Aria! ti va di farmi compagnia?» chiese «oh certo, ma come mai sei qui da sola?» chiesi a mia volta.
«potrei farti la stessa domanda» replicò con un sorriso «su avanti, siediti» ordinò.

Mi sedetti di fronte a lei «allora, come mai ti sei trasferita qui a Toronto?» chiese inghiottendo una patatina fritta.
«prob...» venni interrotta da un cameriere, che mi chiese che panino volessi ordinare. «questo» risposi indicandoglielo nel menù, lui lo appuntò sul taccuino e se ne andò.
«dicevo... mi sono trasferita qui perché... beh ecco, i miei hanno divorziato e mia madre voleva cambiare aria» dissi.
Lei annuì «capisco» disse poi.

Il cameriere tornò al nostro tavolo con il mio piatto. «Tu sei nata qui?» chiesi addentando il panino, «no, sono di New Orleans» rispose «mi sono trasferita qui otto anni fa» aggiunse.
«oh... e tu invece perché sei venuta qui?» chiesi incuriosita, «più o meno il tuo stesso motivo» rispose «a mia madre non è mai piaciuto mio padre, e la cosa è peggiorata dopo che ha scoperto della mia malattia, quindi se n'è andata e non si è più fatta viva» disse guardando le mie mani.
«mi dispiace, non dev'essere affatto una cosa facile» improvvisai, non sapevo cosa dire.
«d'altronde è meglio così, mio padre ha ritrovato sé stesso e stiamo bene da soli... al contrario di mia madre lui mi vuole bene e darebbe la vita per me» disse sorridendo debolmente.
Annuii finendo il mio panino.

«sei libera oggi? ci sono tante cose che non sai della scuola e di questa città, e mi piacerebbe informarti!» esclamò mentre uscivamo dal locale.
«passo a casa e ci vediamo alle tre?» proposi «okay, davanti scuola» accettò.
«a dopo e grazie per la compagnia» dissi alzando la mano per salutarla.
«a te!» rispose ormai distante.

my corner
grazie a tutti quelli che hanno cominciato a leggere questa storia, ci tengo molto. se vi va fatemi sapere nei commenti se comincia a piacervi, a presto :)

Your Words Changed Me | Shawn Mendes Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora