Chapter 3

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Rientrai in casa. Mamma era tornata, la sentii parlare con Dylan, così mi fermai ad origliare.
«ma che razza di madre sei, eh? che razza di madre si trasferirebbe in un altro stato senza dire nulla al figlio?» alzò la voce, «Dylan perché sei qui? che cosa vuoi da me?» chiese lei.
«un posto dove stare, ho perso il lavoro e non ho più niente» rispose.
«come sempre» sbottò mia madre.

«sono a casaaa!» urlai fingendo di entrare dalla porta d'ingresso.
«com'è andato il primo giorno di scuola?» chiese mamma «in verità oggi me l'hanno solo mostrata, comincio domani» dissi io.
Dylan ci guardò entrambe e poi uscì di casa.
«dove vai?» urlò mia madre, «non sono affari tuoi, donna» replicò lui sbattendo la porta.

Salii in camera mia. Il letto era ancora sfatto e il pigiama per terra.
Salii sulla piccola scala a chiocciola posta nell'angolo vicino alla finestra e arrivai sul tetto. Amavo la mia camera proprio per questo, era da quando eravamo arrivate nella nuova casa che non facevo altro che starmene da sola sul tetto. Mi piace stare da sola, posso riflettere su tante cose.
Il mio telefono vibrò, lo accesi e guardai di chi fosse il messaggio, era un numero sconosciuto.

"Hey"

"Ciao, chi sei?"

"Mi chiamo Cameron. Ti ho vista oggi a scuola."

"Ah, capisco. Come fai ad avere il mio
numero se neanche mi conosci?"

"Diciamo che te lo spiego solo se ci vediamo di persona. Sei carina"

"Grazie, ma non mi va. Non so neanche chi sei"

"Si che lo sai, ti ho detto che sono Cameron. Ti ho vista parlare con Emma oggi, di sicuro ti avrà raccontato di me"

Emma. Mi ero completamente scordata di lei. Guardai l'ora, erano già le tre e un quarto.

"Scusa ma ora devo proprio andare. Ci vediamo domani a scuola se ti interessa così tanto parlare con me"

"Okay, a domani :)"

Perché Emma avrebbe dovuto parlarmi di Cameron? E poi, chi è Cameron?

«mamma devo andare, ci sentiamo più tardi!» urlai uscendo di casa.
Mi misi a correre verso la scuola. Non potevo nemmeno chiamare Emma per avvisarla del mio ritardo perché non avevo il suo numero.
Dopo quasi quindici minuti di corsa sfrenata arrivai a destinazione. Emma era seduta sul muretto, si guardava intorno.

«ah, finalmente!» esclamò quando mi vide «scusami, non ho nemmeno potuto chiamarti perché non ho il tuo numero» dissi con il fiatone. Le porsi il telefono e lei me lo salvò in rubrica.
«Emma, devo farti vedere una cosa» aggiunsi quando riuscii a riprendere fiato, «che cosa?» chiese lei.
Le strappai il mio telefono di mano e aprii la chat con Cameron.
«questo» risposi.

Lesse attentamente la conversazione.
«perché mai avrei dovuto parlarti di lui? insomma non lo conosco neanche! so solo che è uno dei ragazzi più carini e popolari della scuola, e che piace a molte» disse «capisco, ma come mai mi ha scritto?» chiesi io.
«per provarci» rispose in tono ovvio.
«ma non ha senso, non sa neanche come mi chiamo» replicai.
«gli basta vedere che sei carina» disse, «è fatto così» aggiunse.

«secondo me dovresti provare ad uscirci. è simpatico, e devo ammettere che è davvero bello anche se non è il mio tipo» mi confidò mentre camminavamo sulla Yonge Street.
«e chi è il tuo tipo ideale?» chiesi incuriosita «oh, un ragazzo che frequenta la mia stessa classe, ovvero anche la tua» rispose, «si chiama Norman. È strano, ha pochi amici e se ne sta sempre sulle sue. Ma vedi... io e lui siamo diventati grandi amici ed ho imparato a conoscerlo. È diverso dagli altri, è speciale» aggiunse.
«capisco... e lui ti piace?» chiesi sempre più curiosa «oh, da morire. ma lui non ne vuole sapere di me in quel modo» rispose spostando lo sguardo verso il basso.
«capirai» dissi, «sono tutti così, non capiscono niente» sbuffai.

8:03 pm, Messaggio da Cameron.

"Ti ho scoperto Aria Johnson. Credevi di riuscire a nascondermi la tua identità :)"

"Scemo"

"A domani :*"

Si, a domani Cameron.

my corner
solo una cosa: aspettatevi di tutto.

Your Words Changed Me | Shawn Mendes Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora