2) L'intelligenza

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Mi svegliai in un letto, non sapevo come ci fossi arrivato ne tanto meno cosa ci facevo. Notai subito che non avevo più i miei vestiti addoso, i miei jeans neri le mie vans bordeaux in tinta con la maglietta con scritto di nero "Esistono certi legami che sono destinati semplicemente a essere!"
Ora al loro posto avevo dei pantaloni larghi color bianco, una maglietta celeste e le scarpe non c'erano.
La stanza era grigia. Vidi del colore sul comodino non lontano da me, i miei adorati indumenti, sembrava che fossero stati lavati, asciugati, stirati e piegati appositamente per me.
Mi alzai subito, mi girava ancora la testa dopo ieri. Feci fatica a vestirmi, a tratti mi sentivo proprio debole e vulnerabile, ma dovevo rimanere forte.

Nelle mie braccia non c'era traccia di nessun ventro, c'erano solo rimasti alcuni tagli, ma nessuno di essi appariva grave, perciò non me ne preoccupai più di tanto, infondo sono sempre stato pieno di cicatrici, cosa avrebbero fatto alcuni segni nuovi?

Appena fini di cambiarmi presi la prima porta che mi stava più vicino, sperando che fosse quella giusta, ma non si apriva quindi provai a cercare la chiave, guardai ovunque ma niente da fare. Provai ad aprire l'altra porta che si trovava dall'altra parte della stanza, questa si aprì cigolando in maniera fastidiosissima. Ebbi un brivido che mi percosse la schiena.

Entrando la prima cosa chemi diede all'occhio subito era che per la prima volta c'era qualcosa che non era grigio, era una stanza bianca, con un tavolo e una sedia al centro sempre di quel colore bianco, mi avvicinai per guardare meglio, sopra c'era di nuovo quel maledetto apparecchio, dava così noia alla vista; faceva un gran contrasto poiché l'aggeggio era di colore nero scuro posto su uno sfondo bianco, in una stanza illuminata esageratamente da dei LED sempre bianchi, appesi sul  soffitto della stanza che evidenziavano il colore candido nella stanza stessa.

Sullo schermo di quel coso che precedentemente mi aveva fatto arrabbiare, sopra esso c'era un biglietto piegato.

Apri il pezzo di carta con sopra scritto con una calligrafia che a primo occhio non si decifrarebbe subito, mi ci vogliono cinque minuti per decifrare quella scrittura poco curata che sembrava fosse scritta in fretta e furia, per leggere il messaggio che vi si celi dietro. Dopo poco leggo "Ti credevo più sveglio, fa niente, mi dimostrerai la tua intelligenza più in la, la soluzione non è difficile, ti do un consiglio non guardare ai pulsanti per trovare una soluzione come ti è stato insegno da sempre, non è un apparecchio che conosci, è il top della tecnologia, è più semplice di quanto tu possa credere, aprilo e sarai un passo avanti alla ricerca di risposte che tanto desideri, pensavi che non lo sapessi?
    Firmato dal tuo enigma."
Mi concentro e rileggo il biglietto che non capisco a a prima lettura.

Leggendolo e pensandoci intensamente l'unica cosa che comprendo davvero è che devo accendere questo sotto specie di tablet, ci sono dei tasti di lato, ma non servono ad accendere, provo con svariati tocchi sullo scermo molto liscio e duro, più di quanto mi immaginassi, faccio finta che sia come sul mio LG che lo sblocco semplicemente con un doppio tocco veloce sullo schermo. Il mio tentativo va a vuoto un altra, ora come faccio? Se ci fosse un aiuto da qualche parte non esiterei a leggere o a chiedere disperatamente aiuto, ma come sempre la mia grandissima fortuna ha la peggio facendo vincere la dannata sfortuna che mi perseguita, ha sempre la meglio, un giorno inventero una macchina che risolve tutti i problemi immaginabili, ma per ora me la dovrò cavare da solo, con le mie uniche forze.

Era la prima volta che mi trovai in difficoltà su un problema, di solito mi annoiava per l'estrema facilità con la quale risolvevo ogni dillema, senza fare distinzione se fosse mio o di chiunque altro il problema, e perché ora non ci riuscivo più a fare quella quella magia che mi aiutava sempre?

Non so dove fosse finita la mia intelligenza, a scuola prendevo il massimo dei voti con estrema facilità, senza nessuna difficoltà, il bello era che non sono mai stato il tipico secchione, che sta sempre sui libri, ho sempre usato la logica racimolata nei anni. A 10 anni raggiunsi 157 di livello intellettivo attivo con un margine di 50 ancora potenzialmente da attivare, pensavano fossi dislessico,  perché risultava strano ai professori che non mi piacesse leggere in classe, in realtà odiavo semplicemente farlo davanti ai miei compagni scolastici, ed ho sempre scelto di fare come gli altri, imitando alcuni di essi, era la maniera più semplice ritenuta possibile che conoscessi: rifiutarmi.

Mi ricordo il mio primo anno di liceo, mi divertivo ad hackerare i siti della scuola e i computer dei docenti che mi stavano più antiparici, nascondendo la mia identità, non ero così stupido da dire a tutti che fossi io l'hacker odiato quasi da tutti i prof, non volevo mica prendermi una sospensione. Gli unici che sapevano dei miei attacchi da hacker erano la cerchia dei miei amici più stretti.

Dopo svariati ricordi che mi avevano trasportato nel passato, mi hanno portato in un altro luogo in cui mi trovavo, ma tornando in quella stanza fortemente illuminata, dissi ad alta voce "Perché diavolo non ti vuoi accendere?" E con quella frase, uscitami dalla bocca per sbaglio ebbi la mia illuminazione più geniale, e dissi la parola d'ordine che serviva "Accenditi" e lo schermo si illumino,  esaminai per quanto potessi fare la facciata dello schermo prima che partisse una schermata dove c'era un video che andava attivato, mi fermai e pensai se fosse la cosa giusta da fare.

Era una decisione intrepida, non ero sicuro di volerla affrontare.

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