Capitolo 1- Mondo Falso

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TAIGA'S POV

18 OTTOBRE 2055 (cinque anni dopo)

Con le cuffie all'orecchie era tutto così diverso.
Mi sembrava di stare come in un altro mondo, uno migliore , ma purtroppo non potevo sfuggire alla realtà così facilmente.
A volte avrei voluto scappare, urlare al mondo che ero stufa di stare qui, nel posto che mi aveva rovinato la vita.
La musica era l'unica cosa che mi faceva stare bene, l'unica cosa che mi faceva dimenticare tutto.

-Signorina Kourts, può ripetere ciò che ho detto?-
-Non ascoltavo questa stupida lezione.- Ammisi, impassibile.
-Ma come si permette!- Mi sgridò lui, fulminandomi con lo sguardo.

Gli sorrisi, irritata -Ve lo spiego io il fatto!- Dissi alzandomi con pigrizia dal banco e dirigendomi verso la lavagna virtuale.
Con il dito scrissi una data sopra di essa 20 Ottobre e mi girai verso la classe.
-Come avete notato ogni cinque anni, precisamente il 20 Ottobre, scompaiono ragazzi tra i 13- 16 anni.
Per giorni non si trovano, proprio come spariti nel nulla, ma poi magicamente ricompaiono.-
-Signorina, cosa vuole dire con questo?- Mi interruppe il professore, sfidandomi.
-Fatemi finire prima.- Risposi, guardandolo male.
Poi mi rivolsi alla classe -E come vengono ritrovati?-
Una ragazza dai capelli scuri alzò la mano -Addormentati.-
-Esattamente Emily : in coma. La cosa che mi stupisce di più è che questa cosa va avanti da più di 10 anni e nessuno di voi fa nulla!- Dissi rivolta all'insegnante.
-Diamine, siamo ragazzi! Non siamo in grado di reagire , ma voi sì. E invece sapete qual è la realtà? Che voi siete adulti e avete più paura di tutti noi.- Urlai -Vi rendete conto? Viviamo in una società in cui gli adulti non si preoccupano di niente!-
L'aula fu immersa di silenzio, ma solo per pochi secondi.

-Taiga, se tuo fratello è morto non è mica colpa nostra.- Disse un ragazzino biondo dagli occhi azzurri, con i piedi sopra il banco.
Len Bake. Il ragazzo più insensibile al mondo, l'unica cosa che gli importava era sé stesso.
Non c'era molto da dire su di lui.
Insomma il fighetto di turno convinto che il mondo girasse soltanto intorno a lui.

- Tu zitto!- Tuonai -Non nominare Luka! Un giorno di questi potresti anche tu sparire nel nulla, questo magari ti interessa?!- Ribattei.
Lui sghignazzò -Sciocchezze, non accadrà mai. Credo che hai fin troppa fantasia, Taiga mia.-
Tutti quanti risero, tranne una ragazza dai capelli chiari.
Cercai il suo sguardo, ma come al solito era presa a scrivere qualcosa sul suo quadernino viola, quella ragazza era molto misteriosa.

-Ora basta!- Ci sgridò l'insegnante
-Signorina, la prego vada al posto. Meglio non coinvolgerci nei suoi affari personali.-
-Affari personali!?- Risposi, innervosita -Le faccio vedere io!-
Detto questo tornai al mio banco, infilandomi nuovamente le mie adorate cuffiette.
-E non si aspetti che io ascolti tutte queste cavolate che dite.- Sorrisi.

Finalmente la campanella si degnò di suonare. Volevo solo tornare a casa, mi ero stufata di stare in mezzo a questo branco di falsi.
Tutti. Tutti avevano paura.
Quando ritrovarono mio fratello in coma avevo solo nove anni, non potevo capire cosa stesse succedendo.
Insieme a lui furono ritrovati altri ragazzi, sia maschi che femmine.
Pochi giorni dopo Luka morì misteriosamente.
I medici esaminarono il corpo e non trovarono nessuna causa plausibile per la sua morte.
Così mi sono informata: questo gioco va avanti da anni.
Ragazzi scompaiono, vanno in coma e muoiono senza alcuna spiegazione.
Altri resistono per più tempo, ma poi il loro cuore smette di battere pochi mesi dopo.
Nessuno mi vuole credere, ma è così: qualcuno sta giocando con tutti noi.
Ci controlla e poi sceglie le sue vittime.
Ma non può essere solo una persona... Per forza...

-Hey, Taiga- Qualcuno interruppe i miei pensieri.
Mi girai verso la ragazza che mi aveva chiamata -Cassie, cosa c'è?-
Incontrai i suoi occhi verdi, presi ad osservare la schermata del cellulare.
-Hai visto oggi Rinne?- Chiese, toccandosi i suoi lunghi ed invidiabili capelli lisci corvini.
Era una bella ragazza, come tutti i popolari del resto.
Girava voce che si era fidanzata con Len, tutti li trovavano una coppia "perfetta". Tutti apparte me.

Annuii. Rinne Flicker. Era la ragazza dai capelli biondo platino che non aveva riso alla battuta di Len, in effetti lei non parla mai. Sembra stia sempre nel suo mondo.
-Stiamo pensando di farle uno scherzo. Così s'impara a non parlare mai!- Rise.
-E quindi? - Domandai, incrociando le braccia.
-Quindi devi assolutamente partecipare! La metteremo in ridicolo davanti tutta la scuola!-
-Che noia.- Dissi, con lo zaino in spalla -Io vado a casa.-
Sembrava furiosa -Ma... -
-Lasciala!-
Mi voltai. Len? Tsk... scommetto sia lui l'ideatore dello scherzo.
-Non ci serve certo l'aiuto di questa nanetta!- Disse, ridendo.
-Parla lui!- Ribattei. Sarà anche vero che non ero alta, ma di certo lui era messo peggio di me.
Era alto poco più rispetto a me, e lui era un maschio.
-Zitta! Il dottore dice che devo ancora crescere ... - Borbottò lui, imbarazzato.
-Sì come no. L'unica cosa che ti cresce sono le ciglia!-
-Ma ... ma che dici!-
A quel punto mi incamminai verso l'uscita.
Il 20 Ottobre stava arrivando e con questo erano passati cinque anni dalle ultime scomparse.
Dimostrerò io a tutti ... Qual è la verità.

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