Capitolo 2- Neko Girl

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Mi arrotolai sul letto, riscaldandomi con la felpa di mio fratello Luka.
Da quando non c'era più mi piaceva indossarla, non solo perché mi stava tanto grande, minuta come ero, ma ogni volta che la mettevo addosso sentivo il suo odore.
Come se lui fosse ancora con me.
"Cercami."
-Ma cosa?- Ero convinta di aver sentito una voce, non una qualsiasi, ma la sua. La voce di Luka.
-C'è qualcuno?- Domandai, pur essendo consapevole di essere sola in casa.
I miei genitori non c'erano mai. Mia madre lavorava come avvocato, per questo non era molto presente, mentre mio padre ... Non lo vedevo quasi mai, la sera stava fuori fino a tardi.
La scorsa settimana li ho sentiti anche discutere e pronunciare la parola "divorzio".
Io non capisco proprio. È per la morte di mio fratello che succede tutto questo?
Mio padre aveva cominciato a ubriacarsi, anche per questo litigava spesso con mia madre.
Presi il mio computer, cercando su Internet 20 Ottobre, ma nulla come al solito.
Solo giornali melodrammatici "Ragazzi scomparsi" lessi il titolo di uno di essi.
Ma davvero ve ne siete accorti? Pensai, ironica.
Infilai le cuffiette, adoravo la musica.
Continuai a sfogliare i vari siti web e finalmente trovai qualcosa di interessante.
Si trattava di un blog di una certa Neko Girl.
"Gli adulti non si preoccupano ed è molto strano, sarà che magari anche loro c'entrano qualcosa? La realtà? È impossibile che si tratti di rapimenti e omicidi. C'è qualcosa sotto. Per ucciderli non colpiscono il corpo, perché altrimenti sarebbero feriti, i medici escludono qualsiasi tipo di ferita mortale. #Mistero #Vogliamolaverità"
Cercai di contattarla in privato: quella ragazza sapeva molto.
Aveva ragione, i ragazzi non muoiono per ferite corporee, ma per qualcosa di diverso. Come se morissero all'interno. Era complicato.
Taiga Kourts:
Ciao Neko. Vedo che la pensiamo allo stesso modo. Possiamo vederci?
Neko Girl:
Taiga, ne sono felice. Domani al Local Dance alle 19.00
Taiga Kourts:
Come faccio a riconoscerti?
Neko Girl:
Non preoccuparti di questo. Indosserò qualcosa di viola.

Chiusi il computer.
Sentii un rumore provenire dalla finestra della mia stanza, ebbi come l'impressione di essere osservata.
Corsi alla finestra e mi affacciai.
Nella massa di persone, notai un uomo vestito completamente in nero con un cappello che gli copriva il viso.
Camminava in modo sospetto, con lo sguardo basso e le mani nelle tasche del suo giaccone.
"Sono qui."
Di nuovo quella voce.
Poi mi ricordai l'uomo: era scomparso.
Mi sdraiai nuovamente sul letto e chiusi gli occhi.

-Taiga, svegliati! Arrivi in ritardo a scuola!-
Aprii gli occhi: davanti a me c'era Luka.
-Ma tu ... sei morto?!- Dissi, con le lacrime agli occhi.
Lui si mise a ridere. -Devi aver fatto un brutto sogno, piccola.-
Provai una strana sensazione.
"Un brutto sogno?" Pensai.
Mi affacciai alla finestra: c'era il sole.
I colori erano tutti così accesi. Ero felice.
-Luka, guarda!- Dissi, girandomi verso di lui.
Non c'era più. -Luka?-
All'improvviso i colori divennero tutti scuri, tristi.
Poi rividi la scena.
-Mamma, mamma- Urlò una bambina sui nove anni.
Ero io.
-L'hanno preso... - Mormorò mia madre, piangendo.
Strinsi i pugni.
-Taiga ... -
-Taiga!-

-Mamma?- Dissi assonnata.
-Cosa è successo?- Mi domandò lei, sembrava preoccupata.
-Stavo dormendo.- Risposi confusa. Perché mi guarda in quel modo?
-Ma stavi piangendo ... ?- Mi disse indicandomi le guance rigate dalle lacrime.
-Come?- Mi portai una mano sul viso:era bagnato. Era sicuramente per via dell'incubo.
-No ... nulla. Piuttosto, che ore sono?- Chiesi cambiando discorso.
-Mezzo giorno.-
-La scuola ... -
-Oggi è sabato.- Mi rispose lei, sempre preoccupata.
-Ah meglio.- Dissi buttandomi di nuovo sul letto -Ma non vai al lavoro?-
-Ecco ... volevo parlarti di questo.-
Non sembrava molto convinta.
-Quindi?- Chiesi.
-Devo lavorare per un caso fuori città ... Non ci sarò fino a Martedì.-
-Come sempre ... - Risposi seccata.
-Allora io vado ... Ciao.- Mi disse uscendo dalla mia stanza, ma io non le risposi.
"19 Ottobre" Lessi dalla schermata del cellulare.
Oggi ho l'incontro con la ragazza del blog! Chissà chi è...
Mi passai una mano tra i miei capelli castani disordinati.
Mi alzai dal letto e andai verso il bagno per cambiarmi, fermandomi davanti allo specchio.
Con la mia corporatura esile, se succedesse qualcosa probabilmente non riuscirei a reagire.
I miei capelli erano lunghissimi, con la frangia che mi arrivava quasi agli occhi.
Quando ero piccola pensavo di nascondermi dagli altri grazie ai miei capelli, così me li lasciai crescere.
Dopo essermi preparata, aspettai.
"Taiga, ci vedremo presto..."
Ancora quella voce.
Credo di star impazzendo...

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