Capitolo 12- Promesse... E Bugie

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Corsi in camera a cambiarmi.
Posai le cuffie sotto il cuscino, sperando di non essere notata da nessuno, e afferrai la spada.
Questa volta ce la posso fare... mi sono allenata tanto!
Poi ripensai alle parole di Mey.
Devo capire il punto debole dei miei avversari, solo così posso vincere!

Prima di andare mi controllai il segno sul braccio.
Era rimasta una B, ma il colore blu era svanito. Sembrava più un azzurrino trasparente.
Presi una fascia, dalla scatola dei soccorsi, e me la misi.
Così non lo dovrebbero notare...

Corsi fuori raggiungendo gli altri ragazzi della mia squadra.
-Taiga, tutto ok? Sei pronta?- Mi domandò Sena.
Rimasi un secondo in silenzio.
Pronta a cosa? Ad uccidere tutti e a vincere?
-Sì, sono pronta.- Risposi con un filo di voce.

Il terreno iniziò a tremare: le mura si erano abbassate.
Decine di ragazzi armati erano pronti ad attaccare, a combattere per la propria vita, a combattere per sé stessi.
-Via!- Urlò Sena, che corse incontro agli altri ragazzi, seguita da Billie e Maik.
Io e Mey ci guardammo.
-Hai paura?- Domandò lei.
-Paura? La paura è per i perdenti!- Risposi, impugnando la spada e buttandomi nella mischia.
Intravidi uno strano luccichio negli occhi di Mey... Qualcosa di strano.
Come lei del resto.

Mi ritrovai a combattere contro una ragazza della squadra nera.
Portava i capelli castani raccolti in una coda.
Rispetto a me, era molto più alta e formosa, all' apparenza poteva sembrare più forte.
Ma nessuno mi può battere...
La attaccai al braccio, se riuscivo a disarmarla avevo vinto.
Come arma aveva una katana, simile a quella di Sena.
-Non ci credo, per essere così piccina sei piuttosto forte, eh?!- Gridò la ragazza della squadra nera.
-Ti ringrazio, duro lavoro.- Risposi ironica, continuando ad attaccarla.
Poi lo notai. Il suo punto debole.
Combatteva abbastanza bene, ma non si muoveva. Rimaneva sempre nella stessa posizione.
Come se...

-Aspetti che colpisca io, non è così!- Dissi, incominciando a correre intorno a lei.
La ragazza sgranò gli occhi, lo capivo: era in difficoltà.
Se continuavo a correre intorno a lei non sarebbe riuscita a capire dove l'avrei colpita.
Provava, a volte, a sferrarre qualche attacco, ma non ci riusciva.
Ero troppo veloce.
- Ka boom!- Sussurrai, infilzandole l'addome.
La ragazza cacciò un urlo di dolore, e cadde a terra.
Risi soddisfatta.
Ce l'ho fatta! Adesso sì che vincerò, moriranno tutti. Tutti!

Impallidii quando mi resi conto a cosa stavo pensando. A cosa avevo appena fatto.
Ho... Ho ucciso ...
Chi stavo diventando? Un mostro? Non era da me pensare in questo modo.

Mi voltai verso gli altri ragazzi.
Come me, anche loro man mano stavo diventando spietati. Ma perché? Perché ci portavano a diventare così?
Perché nessuno riusciva più a ragionare con la propria testa?

Intravidi Len e Ciel, anche loro combattere contro altri giocatori.
Chi c'è dietro tutti questo?
Sicuramente qualcuno ci stava costringendo a diventare così. Insomma, cosa puoi aspettarti da dei ragazzini che vengono rinchiusi in un "gioco mortale"?!
Era Lui. Era solo sua la colpa. Lui. L'assassino.

-Taiga!- Sentii quell'urlo mozzato di Sena. Mi girai, trovando la bionda in lacrime, preoccupata.
-Maik è ferito! Vai ad aiutarlo!- Continuò.
-Come?- Corsi verso il ragazzino con gli occhiali steso a terra.
Era stato ferito al bacino. Un colpo mortale.

Mentre correvo verso di lui, incontrai lo sguardo di Len, che combatteva contro una ragazza della squadra rossa.
Lui non sembrava avere difficoltà nell'uccidere l'avversario, o meglio, ferirlo.
È bravo...
Era molto agile, pur essendo minuto.

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