Capitolo 8- Peggior Nemico

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-L... Len?- Gemetti.

Incontrai i suoi occhi color ghiaccio, sorpresi quanto i miei.
-Len... - Ripetei.
-Kourts?- Disse il biondo -Che ci fai qui?-
Come che ci faccio qui?
Indossava dei pantaloni neri strappati al ginocchio ed una felpa lunghissima verde.
Portava anche degli stivali scuri, gli stessi che indossavo io.

- Ma... allora non mi sbagliavo!- Dissi, puntandogli il dito contro -Mi era sembrato di vedere un ragazzino bassino con le ciglia lunghe!-
Len divenne rosso -Ma sta zitta! Piuttosto tu perché sei qui?-
Incrociai le braccia - Si dà il caso che sono stata intrappolata qui come te.-
-Io stavo fuori con degli amici, poi ha incominciato a farmi male la testa e sono uscito dal bar... -
Troppo alcool ...
- ... E poi buio.- Concluse.
Abbassai lo sguardo.
È impossibile sia una casualità... Ci deve per forza essere qualcuno che ha architettato tutto!
-Da quello che vedo sei di un'altra squadra... Blu.- Disse Len, indicando la mia felpa.
-E tu verde.- Risposi io.
Silenzio. Ci guardammo a lungo.

-Va via.-
Sgranai gli occhi -Come?-
-Va via!- Urlò il biondo spingendomi contro l'albero.
-Lasciami!- Gridai, cercando di dimenarmi dalla sua presa.
Sarà pure basso, ma ha una forza incredibile...
Notai una pistola nella tasca della sua felpa. Sbiancai.
Che vuole fare?
-Ti prego, lasciami!- Ripetei.
Lui mi bloccò i polsi con le sue mani.
-Mi fai male...- Sussurrai.
Lo sentii irrigidirsi alle mie parole, e allentò la presa.

-Non ... Non puoi stare qui!- Gridò -Se ti vedono gli altri della mia squadra ti fanno fuori!-
Ma...
Incontrai di nuovo i suoi occhi: mi facevano paura.
Mi diede una spinta più forte delle altre, sbattendo la testa contro l'albero. Mi accasciai a terra senza forze.
Afferrò la pistola e me la puntò contro.
No ... Lui non è Len ... no.

-Appena vado via io, tu torna da dove sei venuta.- Dice lui.
-Ma...-
-Non mi devi più parlare! Io non ti conosco e tu non conosci me.- Continuò -Da oggi sarò il tuo peggior nemico.- Sussurrò queste ultime parole con disprezzo per poi allontanarsi da me.
Lasciandomi lì confusa. Lasciandomi lì sola. Sola. Di nuovo.

-Taiga! Dove diavolo eri finita?- Mi sgridò Sena.
Non risposi. Non ne avevo voglia. Non credevo ancora a quello che era appena successo.
Lui... Lui è come gli altri.
Poi mi ricordai. Per un attimo mi ero scordata: io devo vincere.
Ciò significa uccidere anche Len?
-Taiga!- Urlò nuovamente Sena -Vieni ... dobbiamo allenarci!-
Annuii e afferrai la spada.
Allenarci di cosa, poi? Chi è che sa come si utilizza una spada nel ventunesimo secolo?

Seguii le indicazioni di Sena. Lei sembrava saperne di cose.
-E che cavolo!- Sbottai -Non ci riesco!-
-Idiota!- Disse Billie.
-Zitti!- Intervenne Sena -Tieni la spada per bene. Poi schiva ... Ancora!-
Provai. E riprovai. Ma no, la spada mi cadeva sempre dalle mani.
-No ... È troppo pesante!-
-È inutile che ti lamenti! Vedi altre possibilità di vittoria? No? Allora combatti!-
Feci il possibile ma non ci riuscivo.
Ero troppo minuta per portare una spada così grande e pesante.
"Taiga ... sono qui."
Quella voce... stavo diventando pazza. Diamine Taiga, Luka è morto!
"Sicura?"
-Basta!- Urlai, scagliando la spada a terra.
Sena, Mey e gli altri mi guardavano sorpresi.
-Taiga...- Disse Mey.
-Non ce la faccio basta!- Corsi via nella casetta.
Luka, tu sei morto! Sei morto! Sei morto ... vero?

***
- Taiga! Svegliati, svegliati!-
-Chi mi disturba?- Chiesi assonnata, alzando le coperte fino a coprirmi tutta.
-Ci hanno chiamato! Ci hanno chiamato!- La voce di Mey risuonava nelle mie orecchie.
Ci ... ci hanno chiamato?

-Ancora non capiscono cosa vogliono.- Sbuffai camminando a fianco a Mey.
-Non lo so nemmeno io. Ho solo sentito qualcuno sbattere la porta e quando l'ho aperta c'era come un messaggio virtuale, con su scritto "dirigetevi ai muri divisori, squadra blu"- Mi rispose Sena, mentre tirava fuori la sua katana.
-E perché portare le armi?- Domandai, prendendo la cosa gigante e appuntita chiamata "spada".
-Non si sa mai.- Smentì Sena.

Io e la mia "squadra" ci incamminammo verso i muri divisori, ovvero le mura che ci dividevano dagli altri gruppi.
Dove avevo anche incontrato Len...
"Sarò tuo nemico."
Ancora non me ne capacitavo.
Ha detto davvero così?
Non capisce. Se noi ... se tutte le squadra si unissero ...
NO.
Io devo vincere ... Non mi deve importare degli altri ... non mi deve importare di lui.

-Siamo arrivati!- Annunciò Sena.
Ci fermammo tutti, aspettando gli ordini del robot strano.
-Ben riunite squadre!- Eccola. La voce robotica.
Sopra le mura, in cielo, riapparve lo stesso uomo che ci aveva presentato i giochi. Lo stesso che ci aveva intrappolato qui dentro. Lo stesso che ci aveva rovinato la vita.
-Come sapete siete qui per uno scopo, ovvero i Virtual Games - Continuò - Avete avuto tre giorni di riposo, ma è l'ora dell'azione! Dovete combattere. Non pensare agli altri. Ci siete solo voi. Gli altri non sono niente. Gli altri sono solo ostacoli, che non vi porteranno alla vittoria. Combattete. Combattete con tutti voi stessi. Perché qui non ci sono seconde possibilità.-
L'uomo cessò di parlare. Si sentirono dei rumori fortissimi: le mura si erano abbassate, liberando tutte le squadre.
Riuscii a intravedere il volto di Len e anche del Vanitoso, rispettivamente nella squadra verde e nera.
-Che la prima battaglia abbia inizio.-

Cosa? Così su due piedi?
Mi girai verso il mio gruppo: erano tutti pietrificati. Come del resto tutte le squadre.
Il volto di Sena di rabbubbiò, afferrò con forza la sua katana e si gettò verso i ragazzi più vicini, ovvero quelli della squadra rossa.
Io e gli altri rimanemmo impalati lì, a vedere quella orribile scena.
Sena che feriva un ragazzino di circa tredici anni.
Era chiaro che il ragazzo non sapeva come difendersi, si notava da come teneva in mano il suo coltello goffamente.
Partirono all'attacco altri ragazzi, compresi Billie e Maik.
Io e Mey eravamo ferme. Immobili.
Provavo un senso di inquietudine immenso. Io ... io avevo paura.
-Attaccate che aspettate!- Urlò Sena, mentre era presa da un combattimento contro una ragazza della squadra rossa.
Quella ragazza era incredibile. Si muoveva come un angelo e tirava le frecce del suo arco con tutta la forza che aveva.
La sua chioma rossa si muoveva al tempo dello schiocchio delle sue frecce.
-Attaccate!- Ripeté Sena.
Cercai lo sguardo di Len in mezzo alla mischia, ma non riuscivo ad individuarlo.
Presi la spada e feci un passo avanti, osservai per bene gli altri ragazzi.
Se c'era una cosa in cui ero brava era osservare gli altri. Notare quei piccoli particolari che molti davano per scontato.
Mi buttai verso un ragazzo della mia stessa età, magrolino della squadra nera.
Cercai di disarmarlo, ma il ragazzo si rivelò piuttosto agile.
Mi colpì più volte con la sua arma, ovvero un bastone d'acciaio.
Come pensavo... Non riesco a combattere con questa cosa.
Lasciai la spada a terra e provai a colpirlo con alcuni calci.
Grosso sbaglio.
Il ragazzo afferrò la mia spada e me la puntò contro, riuscii a schivare il colpo con un salto.
Sono sempre stata agile.
Con un secondo salto, mi lanciai contro di lui, facendolo cadere per terra con me sopra.

-Togliti, subito!- Urlò lui dimenandosi.
Io gli bloccai i polsi riprendendomi la mia spada.
-Questa è mia, grazie.- Dissi con un ghigno, puntandogliela contro.
-Togliti stupida bambina! Io ... Io devo tornare da mio fratello!- Continuò lui.
Mi bloccai. Fratello?
Lottai contro me stessa. Lo dovevo uccidere, ma non ci riuscivo. Che mi succede?
Il ragazzo approfittò del mio momento di debolezza per capolgere la situazione.
-Ultime parole?- Sorrise lui, dandomi dei colpi fortissimi con il bastone.
Stavo per perdere i sensi.
-Quindi?- Domandò ancora.
-Io... - Cercai di dire, ma la testa mi girava, socchiusi gli occhi pronta all'ultimo colpo. Io ... voglio ...
Un colpo. Un altro. Ma... non sentivo nulla. Perché ... i colpi non erano destinati a me.
Aprii gli occhi e deglutii.
Il ragazzo della squadra nera era morto davanti a me. Morto.
Ma io non avevo fatto nulla.
Quelli erano stati colpi di pistola.
Ma chi...
Alzai lo sguardo verso colui che mi aveva salvato.
Len. Len aveva ucciso quel ragazzino e mi aveva salvata.
Non è possibile...

"Sarò il tuo peggior nemico"

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