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Sono tre giorni che non parlo con Blake da quando mi ha lasciata lì da sola sul letto, ovviamente non sono davvero arrabbiata, lui sa che scherzo.
Mi diverto a fargli il broncio, a fargli battutine stupide alle spalle e a fargli enormi sorrisi quando penso che non mi veda ma in realtà so che li nota tutti.
Spesso mi accompagna in ospedale a trovare mia madre e lungo il tragitto in auto faccio finta di non voler parlare mentre invece sottovoce continuo a dirgli che lo amo, spesso riesce a sentirmi e così mi risponde "lo so, anche io amore."

Sono seduta sul divano con la tv accesa, aspetto Blake che dovrebbe essere qui tra pochi minuti per accompagnarmi in ospedale.
In realtà oggi non ci vado per andare a trovare la mamma ma con lei farò finta che il motivo sia questo, il medico che sta seguendo la mia situazione ha fissato un controllo per questo pomeriggio, spero vada tutto per il meglio.

Blake ferma l'auto nel parcheggio dell'ospedale, scende e corre dal lato del passeggero per aprirmi la portiera, sono molto agitata così decido che per questa volta smetterò di fare la finta offesa con Blake e tornerò alla realtà.
<<Amore sta tranquilla, io sarò qui con te, vedrai che andrà tutto bene e anche se dovesse esserci qualche problema sai come la penso, insieme supereremo ogni cosa.>>
Guardo Blake dritto negli occhi mentre lo ascolto attentamente, aspetto che finisca di parlare per poi gettarmi tra le sue braccia lasciando un piccolo bacio sulle sue labbra.
Credo che si noti parecchio la mia agitazione dato che Blake non mi ha lasciato la mano neanche un secondo da quando siamo usciti dall'auto.
Ora ci troviamo all'interno di una sala d'attesa e mancano solo cinque visite prima che la segretaria esca a chiamare il mio nome, l'ansia non smette di avere la meglio su tutte le mie emozioni e non so come farò a sopravvivere lì dentro mentre quel maledetto medico mi darà centinaia di notizie riguardanti il mio stato di salute.
Lo so, me lo sento, sarò sicuramente peggiorata e chissà cosa avranno in mente di farmi, magari rinchiudermi qui dentro finché non guarirò ma io non posso restare qui, non ce la farei mai, ho paura.
Passano pochi minuti e improvvisamente sento chiamare il mio nome... "Anderson" dice guardandosi intorno la segretaria.
<<Si, sono io>>.
<<Prego entra pure, il dottore ti sta aspettando>>.
Stringo forte la mano di Blake mentre ci alziamo dalle sedie, ci dirigiamo verso la stanza, apriamo la porta delicatamente e la richiudiamo alle nostre spalle.
<<Salve signorina Anderson. Allora, le va di raccontarmi un po' come si svolgono i suoi pasti durante il giorno?>>
<<Beh ecco, bevo molta acqua, quasi un litro al giorno e per il resto, beh direi che è tutto qui>>.
<<Crystal lei lo sa vero che quello che mi ha appena detto aggrava la sua situazione? Facciamo così, ora si stenda sul lettino, faremo una breve visita e potrò dirle subito qual è la soluzione migliore da adottare>>.

Sono sulla strada di casa, Blake è rimasto indietro, ha detto che doveva finire uno dei suoi servizi e che mi avrebbe raggiunta a casa.
Fa un po’ freddo oggi, il vento si alza lentamente portando i miei capelli verso la sua direzione, a tratti piccole nuvole bianche compaiono in cielo oscurando leggermente il sole.
Mi accorgo dopo un po' di aver camminato molto e di trovarmi di fronte alla scuola di danza di Jade, dal lato opposto della strada, decido di attraversare e, facendomi forza, entro.
Apro la porta di quel grande edificio e avanzo lungo il grande corridoio a piccoli passi, dopo un po' arrivo alla postazione della segretaria che mi guarda accennandomi un piccolo e simpatico sorriso, le chiedo il permesso di affacciarmi a dare un’occhiata alla lezione e lei mi lascia libera di andare.
Arrivata accanto al vetro della sala da ballo mi affaccio lentamente stando attenta a non farmi notare da Jade, dopo aver squadrato quasi tutte le ragazze per trovarla ecco che noto subito i suoi bellissimi occhi, illuminati da uno dei suoi sorrisi più grandi, che stava regalando a quella stupida ragazzina.
Lo so che posso sembrare una bambina ma cavoli non sopporto di vederla così felice con quella lì.
Io sono costretta a dovermi nascondere per poterla vedere, mentre lei è lì, costantemente al suo fianco ed ha la possibilità di poter vivere con lei tutti i bei momenti che, una volta, facevano parte della nostra vita.
Decido di tornare a casa, non riesco a guardarla divertirsi con un'altra, mentre io sto soffrendo per problemi che non avrei mai voluto far entrare nella mia stupida vita.
Ho camminato un bel po' dopo essere uscita dalla scuola di danza e, finalmente, in lontananza riesco a notare il mio bellissimo giardino e la mia bellissima casa, in cui si trovano il mio amato letto, che aspetta solo di farmi stendere sopra il suo comodo materasso, e la mia meravigliosa tv, che aspetta solo di essere accesa per farmi rilassare un po' con qualche serie. Entro finalmente in casa, mi dirigo velocemente verso la mia camera da letto, levo le scarpe e accendo la tv, prendo il telecomando e mi stendo sul letto. Anche con le puntate della mia amata serie non riesco a distrarmi, il mio sguardo è fisso contro il soffitto e riesco solo a pensare che il medico, dopo la visita, ha detto che il mio caso è da studiare e che ha bisogno di confrontarsi con altri colleghi prima di darmi una risposta, ha detto che mi avrebbe contattata appena avrebbero preso una decisione.

È ora di pranzo così decido di buttarmi giù dal letto e scendere in cucina a preparare qualcosa di buono.
Blake mi ha scritto poco fa chiedendomi di pranzare da me, è solo questo il motivo per cui ho deciso di avere un contatto con il cibo, ma che non si azzardi a costringermi a ingerire schifezze, da quando mangiare mi porta al vomito non faccio altro che essere schifata da qualsiasi cibo possibile, anche dalla crostata di mele, la mia preferita.
Chi l'avrebbe mai detto.

Dopo una mezz'oretta passata ai fornelli, e a sentirmi male per la puzza di cucinato, finalmente è tutto pronto.
Spero che Blake abbia molta fame e che finisca tutto quello che gli ho preparato, è un uomo morto se mi ha fatto passare mezz'ora in queste condizioni e poi non mangia nulla.
All'improvviso sento suonare il campanello così corro ad aprire la porta, eccolo, finalmente è arrivato, è fermo sul ciglio della porta, non dice una parola, non mi degna di uno sguardo.
Improvvisamente mi sposta dal centro della sua visuale, facendosi spazio per entrare, continua ad avanzare a testa bassa dirigendosi verso il divano così decido di chiudere la porta e andare a chiedergli cosa succede.
Ho giusto il tempo di arrivare in salotto e posizionarmi di fronte a lui che lo ritrovo accasciato sul divano mentre si copre il viso con le mani, gli chiedo il perché di quel suo comportamento e lui, alzandosi e tirando leggermente all'indietro il suo ciuffo, mi guarda finalmente negli occhi e lascia uscire le parole tutte d'un fiato...
<<I medici hanno deciso che dovrai ricoverarti finché non guarirai... >>

IL RIFUGIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora