(-) E Superior Street, Near North, Chicago.
18.28 p.m.
L’odio di George per i bar aveva radici recenti ma non profonde, l’avversione per i ristoranti e le tavole calde invece era più radicata e dipendeva dal fatto di aver abitato in un palazzo che ospitava al piano terra una trattoria greca famosa per il formaggio fritto servito a colazione.
Nonostante le remore, era appollaiato da quasi un’ora sullo sgabello del bancone di un bar ristorante in compagnia della bottiglia di Chablis che aveva recuperato per lui dall'ufficio il figlio adolescente del proprietario, in cambio di un rimborso spese di settecentotrenta dollari.
Una donna appariscente uscì dal bagno raddrizzandosi la gonna e gli si avvicinò. “Mi offri da bere?”
“No”, le rispose George alzando la mano sinistra per mostrarle la fede. Con l’altra si riempì il bicchiere di vino controllando controluce il livello scarso del liquido nella bottiglia.
“Sei triste?”
“Mi manca il mio amore.”
“Dov’è?”
“Lontano”. “Questa bottiglia avremmo dovuto stapparla insieme stasera, magari sdraiati sotto il cielo stellato mangiando riso fritto e maiale in agrodolce.” “Abbiamo festeggiato così il primo anniversario, più o meno un secolo fa. Non ricordo se dopo abbiamo fatto l’amore, spero di sì ma forse eravamo troppo ubriachi. Di sicuro in quel periodo eravamo ancora felici.”
“Non lo siete più?”
“Io morirò con questo anello al dito”.
“Dev’essere bella.”
“Se la bellezza fosse il suo unico pregio allora potrei consolarmi.” “Io però ho avuto la sventura di adorare una creatura che racchiude in sé anche intelligenza, acume, forza, grinta, entusiasmo, simpatia, tenerezza, compassione.”
“Sembra perfetta”.
“Mi sento insignificante come una formica quando ce l’ho davanti, inizio a balbettare, non riesco quasi a ragionare e così ogni nostra discussione finisce in un bagno di sangue.” George continuò a fissare il bancone del bar. “Pensa al disastro che abbiamo combinato il mese scorso e solo per esaminare una eventuale proposta di lavoro. Certo, ha avanzato un’obiezione alla quale non potevo controbattere ma d’altronde la sede dell’azienda è in California e io non posso fare niente per cambiare questa realtà.” “Dice che se partirò non mi seguirà e che devo piantarla di comportarmi da egoista.”
“Lo sa che stasera sei qui?”
“Se lo sapesse si infurierebbe, mi ha proibito di bere alcolici.”
“Un bicchiere non si nega a nessuno.”
“A me dovrebbe essere vietato, sei mesi fa ero ricoverato in ospedale.”
“State insieme da tanto?”
“Una vita.”
“La vostra intesa sessuale è ancora soddisfacente?”
“Intesa sessuale?” L’argomento delicato richiedeva un po’ di coraggio extra e George impugnò il collo della bottiglia di Chablis che tracannò fino a svuotarla. “L’ultima volta che ho tentato un approccio per poco non ha tirato giù il tetto a forza di strilli. Ha paura che mi affatichi e vuole scongiurare una ricaduta. Ti sembra che io stia male?” Alla donna non venne concesso il tempo di rispondere. “Sono tutte scuse, non mi voleva neanche prima del ricovero. Ha sfruttato la malattia come alibi per liquidare la pratica marito così da potersi dedicare anima e corpo al suo amichetto. Saranno insieme anche in questo momento, a rotolarsi come due animali nel nostro letto.”
“Ha un altro uomo?”
“La mia paura è che si innamori perché a quel punto non avrebbe più senso lottare.” “Ormai vivo nell’angoscia costante che mi dica che è finita, io cerco di snobbare le liti e di non reagire alle provocazioni ma sto solo rimandando l’inevitabile.” Un singhiozzo spezzò la voce di George. “Se dovesse lasciarmi non saprei dove sbattere la testa, non che la situazione attuale non sia un inferno ma almeno il lavoro mi distrae.” “La notte invece è un’agonia. Sfruttavamo sempre le ore buie della giornata per chiacchierare e coccolarci, quando poi ero esausto intrecciavo le dita alle sue e mi addormentavo con il naso tra i suoi capelli. Il suo odore è l’unica cosa che mi rilassi abbastanza per farmi addormentare, non funziona nient’altro.” “Adesso so che se fiatassi o superassi la mia metà del materasso mi ritroverei a dormire con il cane.” “Una volta mi amava. Come ho fatto a rovinare tutto?”
“L’hai tradita?”
“Non è per quello che mi odia.” George richiamò l’attenzione del barista per ordinare una tazza di caffè e chiese alla sua compagna di bevute di passargli la saliera.
La donna approfittò dell’opportunità per stabilire un contatto fisico con lui. “Io conosco un modo per farti stare meglio”, gli sussurrò accarezzandogli l’avambraccio.
“Sto per perdere l’amore della mia vita”, ringhiò George liberandosi dell’artiglio. “Ci vorrà ben altro che le moine di una puttana da bar per salvarmi.”
“Accompagnatrice è più raffinato”.
“Una discarica non smetterebbe di puzzare se la chiamassi area adibita allo scarico dei rifiuti”.
“Non ho avuto scelta.”
“Avresti potuto comprare una pistola e spararti un colpo, la morte non può essere peggiore del degrado a cui ti sei ridotta.”
“Preferisci le bionde? Ho delle amiche molto carine che abitano qui vicino”.
“Sono sposato.”
“Allora perché non sei a casa con tua moglie? Che cosa ci fai seduto in un bar a frignare da solo?”
“Dietro l’angolo c’è una chiesa nella quale è in corso una veglia funebre, e sto aspettando che mio padre se ne vada per poter entrare e accertarmi che là dentro ci sia un morto.”
Il barista appoggiò sul bancone una tazza di caffè nella quale George riversò il contenuto della saliera.
“Quello è il sale”, gli fece notare l’uomo.
“Senza non riuscirei a vomitare.” “Dov’è il bagno?”
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Love Of My Life
Short StoryNon sarà un lunedì come tanti altri per George Shepherd, giovane milionario al quale nemmeno nel giorno del suo trentesimo compleanno verranno risparmiati i capricci della moglie, gli agguati del padre di sua figlia e il tracollo del suo matrimonio...