Dilemmi epocali

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E Burton Place/ N Astor St., Gold Coast, Chicago. 

Lunedì 11 giugno. 4.57 a.m.

Jacqueline Shepherd era l’amore di mamma e papà. Dalla prima aveva ereditato la bellezza e il gusto per il lusso, dal secondo l’eleganza e la passione per le coccole.

Nella sua scala di valori però preferiva di gran lunga le lusinghe dei baci alla tortura dello smalto sulle unghie così quel lunedì mattina, scoprendoli entrambi svegli ma in zone diverse della casa, corse difilato in cucina dal papà. 

“Bonjour, Jacqueline”, la salutò lui abbandonando la lettura del giornale per spostarle una sedia e darle un bacio. Sopra il tavolo accanto alla sua tazza di caffè le aveva già preparato un piattino con quattro biscottini.

Amava fare colazione in silenzio ma sapeva che la quiete non sarebbe durata perché la mamma stava arrivando, e quando i genitori si ritrovavano nella stessa stanza il litigio era sempre assicurato.

Se avesse mai capito una parola di ciò che i due si urlavano contro magari avrebbe assunto una posizione in merito ma lei era solo uno yorkshire terrier.

Uno yorkshire terrier posto di fronte ad un dilemma dai contorni epocali. Sgranocchiare i suoi deliziosi biscottini beandosi dei grattini del papà o svignarsela prima che gli umani le fracassassero i timpani?

Vinse la fame condita da un pizzico di furbizia. Addentò la colazione e scappò in salotto schivando la tempesta di un soffio.

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