Amore

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“Il topolino dei denti questa notte non è passato”, spiegò preoccupata Alex al padre. “Ho paura che si sia arrabbiato perché non ha trovato il dentino sotto al cuscino.”

“Al topolino basta sapere che è caduto, non gli interessa il dentino in sé”, la rassicurò Thomas. “Magari è stata una nottata difficile per lui, ha fissato per ore il soffitto della sua camera da letto e a colazione gli è sfuggita di mente la missione da compiere.”

“Programmare una sveglia aiuta a non mancare gli appuntamenti importanti”, replicò George bacchettando il topolino sbadato. “Alex ha la priorità su qualsiasi altro impegno”.

“Se dovessi imbattermi in una persona che ha scordato questa regola gli ripeterò le tue parole, signor questosabatononpossostareconlabambinaperchèmisièsfaldataununghia.”

“Ho perso l’ultimo volo e San Francisco non è dietro l’angolo.” “In ogni modo, ragazzo con la barba rossa, la fortuna vuole che stamattina il topolino dei denti abbia fatto tappa in questo ufficio”. Dal primo cassetto della scrivania George estrasse una custodia scarlatta aperta al cui interno era alloggiato un ciondolo in oro. “E’ una testa di leopardo rivestita da un pavé di diamanti, con topazi e onice”, spiegò alla bambina che ricambiò il suo entusiasmo con un’espressione tra il perplesso e l’inorridito. “Che cosa non ti convince?”

“Dov’è il resto del corpo?”

“Non c’è”.

“Ha incontrato una persona cattiva?”

“No, tesoro. Questo non è un animale vero, è un gioiello.” George le agganciò la collana intorno al collo. L’effetto finale fu terribile, la catena era troppo pesante e il ciondolo sproporzionato all’esile corpo della figlia. “Quando sarai cresciuta ti donerà di più”, aggiunse togliendole la collana che nascose nella borsetta insieme all’orsetto.

“Anche noi abbiamo una cosa per te.” La bambina rovistò nello zaino del padre per tirarne fuori un gatto di peluche grigio e una bottiglietta. “Questa mattina papà ha preparato il succo di melograno. Vuole che lo bevi tutto perché dentro ci sono le vitamine che ti proteggono il cuoricino e il pancino.” “Adesso noi dobbiamo tornare da Flounder ma Patata mi ha detto che vuole restare qui con te.” Alex accarezzò la base del mento del suo gatto di peluche. “Lei ha due papà come me, un fratello bianco e nero con gli occhi verdi e d’estate le piace dormire nelle fioriere appese alle ringhiere.” “Me la riporterai sabato quando ci vedremo a casa”.

“Lo sai che ti voglio un bene infinito?”

“Oh sì”, gli rispose sicura la figlia con un grande sorriso.

La bambina continuò a salutare il padre con la mano anche quando era già in corridoio. L’uomo nero invece lasciò la stanza senza pronunciare nemmeno una parola.

George rimase in piedi un po’ intontito cercando di trarre un bilancio di quella visita. Non ci riuscì ma il voto finale glielo assegnò Thomas che rientrò nell’ufficio e gli scagliò addosso la testa di leopardo che lo colpì sullo zigomo lacerandogli la pelle.

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