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I lampioni, i lampadari, i negozi...
Ogni singola luce è spenta; il buio regna sovrano su ogni cosa.
L'unica illuminazione proviene dai cellulari accesi della folla o dai fulmini e dai lampi, che ogni tanto, sbucano nel cielo tra le nuvole.
La gente ormai si è calmata, da quando, poco prima, le forze dell'ordine, hanno annunciato che c'è stato un blackout in tutta la città e nei dintorni, e che presto tornerà tutto come prima.
-"Chi sono?" Sento una voce femminile mentre ella mi copre gli occhi.
-"Non saprei... Arianna?"
-"Ma dai... non riconosci neanche la tua migliore amica a distanza?!" Dice ironica.
Mi leva le mani dagli occhi.
Io prendo il telefono, apro l'applicazione della torcia e illumino quella persona.
Appena la vedo, inizio a piangere di felicità...
-"Oddio!! Tu... No! Non posso crederci!" Urlo.
Costei è l'altra mia migliore amica, quella a distanza.
Si chiama Giorgia; Lei è alta, ha i capelli lunghi e biondi di una meraviglia incredibile e gli occhi marroni.
Io la adoro, lei è anche la mia pallavolista preferita, ed io il suo, perché si, noi pratichiamo lo sport della pallavolo.
Purtroppo non ci vediamo spesso, perché lei vive fuori dalla città, in provincia di Milano; a Gaggiano. Noi ci incontriamo solo d'estate, visto che abbiamo ambe due una casa in un paesino di montagna in provincia di Lecco.
-"Mi sei mancata!" La abbraccio.
-"Anche tu scemo." Risponde al mio gesto allo stesso modo.
-"Cosa ci fai qua? Come facevi a sapere che eravamo qua?" Domando incuriosito.
-"Beh... ringrazia Arianna."
Capisco subito che le due si sono scambiate dei messaggi in precedenza.
Vado da Ari:
-"Grazie mogliettina mia." Le dico con tono dolce chiamandola con il nomignolo che le ho assegnato l'anno scorso ed abbracciandola.
-"Si... carina." Interrompe Julian dopo aver squadrato la nuova arrivata da cima a piedi.
-"Stupido!" Rido io dandogli una gomitata amichevole per spingerlo via.
-"Accidenti! È successo un vero casino eh!" Racconta Giorgia riferendosi al blackout.
-"Eh si..." Sospira Cristina mentre Francesco sorride a Gio.
Improvvisamente, veniamo distolti da un tremolio che attira l'attenzione di tutta la gente.
Ci guardiamo tutti quanti intorno.
In quel luogo buio è complesso riuscire a vedere qualche cosa.
In lontananza, oltre ad alcune luci che sembrano avvicinarsi, delle urla di persone preoccupate attirano la nostra attenzione.
Tutti si levano dai portici, vanno sotto la pioggia per creare una specie di via ad un veicolo che sta arrivando ad alta velocità.
Strano, lá non possono passare vetture...
Mi affaccio in quella strada creatasi tra la folla perché la mia curiosità non ha limiti.
Non vedo niente...
-"Davide no!" Urla Julian mentre mi prende per un braccio per tirarmi indietro.
Ormai è tardi;
Un autobus sta arrivando ad alta velocità, e poco dopo che lo vedo dinnanzi a me, un dolore atroce mi invade la nuca;
Prima mi sento male, non sento e non vedo bene, poi, finisco per svenire.
Mi ha preso in pieno sul capo.
L'ultima cosa che ricordo sono le urla della gente in preda al panico.
Sto rinvenendo...
Sento una serie di "Bip"costanti, tutti di seguito;
Apro gli occhi e mi trovo in ospedale.
Davanti al mio lettino, con le coperte bianche in sintonia alle pareti e alle porte della stanza dello stesso colore, ci sono Julian, Arianna, Giorgia, Cristina, e i miei genitori seduti su delle sedie, tutti addormentati.
Guardo l'orologio e noto che è davvero presto...
Sono le 5.13 del mattino!
Attiro, però, l'attenzione dell'unico ragazzo seduto su una delle sette sedie in fondo alla stanza.
Si è accorto che mi sono svegliato e subito viene accanto a me per chiedermi come mi sento.
-"Davi, grazie al cielo! Finalmente ti sei ripreso!" Sussurra, per non svegliare gli altri, con le lacrime agli occhi.
-"Oioia... Che giorno è oggi?" Domando addolorante.
-"È venerdì 29 ottobre, sei stato in coma due giorni, ma fortunatamente sei vivo! I dottori ci hanno detto che se ti fossi sporto un po' di più non avrebbero potuto far niente... saresti morto..."
-"E voi come state? Tutto bene?"
-"Si, grazie per avermelo chiesto. Circa due minuti dopo che quell'autobus si è schiantato contro la folla, è tornata la luce, è la gente si è dileguata subito. All'inizio pensavano che fosse stato un attentato terroristico, ma poi non hanno trovato nessuna impronta o qualche altro dettaglio per saperne di più... la cosa strana é che non c'era nessuno su quel veicolo."
Io rimango perplesso, dopodiché provo ad alzarmi.
-"No signore, tu devi stare a letto." Mi rimprovera Cristina che si è appena svegliata e che si sta ancora stiracchiando.
-"Sono scomodo..." Ribatto sbuffando.
-"Siediti, ma non puoi alzarti. È per il tuo bene!" Risponde con tono tutto soddisfatto.
Mi metto seduto.
-"Allora, cosa ti ricordi?" Chiede Cristina.
-"Non molto... il buio... la folla che ha paura... l'autobus che arriva..."
-"Ricordi chi c'era sulla vettura?" Mi interrompe.
-"N..." Mi blocco, perché inizio a ricordare qualche cosa, anzi, tutto!
-"Si! C'erano tanti signori, identici, tutti sulla quarantina d'anni." Incomincio per poi continuare rallentando ad ogni parola:
"Avevano tutti dei capelli color arcobaleno nascosti sotto ad un capello marrone mezzo rotto, una giacca marrone tutta rattoppata e gli occhi di colori diversi; uno rosso, l'altro azzurro/bianco." Sono tutti uguali a quello strano tipo della metropolitana!
Ci zittiamo un istante per ascoltare la TV:
-"Non ci sono nuove notizie sul terribile incidente che Mercoledì ha portato alla morte di 213 persone e ha lasciato più di 3000 feriti, è stato solo trovato uno strano liquido appiccicoso dal colore arcobaleno; la scientifica sta analizzando." Io rimango basito.
Mentre la ragazza riprende a parlarmi, sbircio fuori dalla porta; una barella posta all'entrata di un'altra stanza attira la mia attenzione.
Su di essa noto un signore ridotto veramente male, e in quel via vai di dottori e medici scorgo il pover'uomo che si gira verso di me.
Infatti, ora mi guarda.
Sto per distogliere lo sguardo quando:
-"Aspetta un attimo..." bisbiglio con un tono di voce impercettibile avendo notato in quel signore sulla barella un'ovvia somiglianza con l'uomo della metropolitana.
Un ghigno inquietante esce dalla sua faccia, e la porta della mia stanza si chiude improvvisamente, con un tonfo che fa sobbalzare tutti, accompagnato dalle mie urla alquanto acute.
Sento i "Bip" del macchinario al mio fianco aumentare e andare sempre più veloci mentre inizio a sentirmi male.
Julian mi stringe un braccio mentre gli altri accorrono verso di me.
-"Davide calmati."
-"Cosa succede?"
-"Davide?"
-"Calmo!"
Tutte le voci dei presenti nella stanza mi risuonano nelle orecchie.
I "Bip" sono diventati un solo ed unico suono acutissimo, ed è ora che svengo.
-"Come sta?"
-"Zitti un attimo! Si sta svegliando!"
-"Venite forza."
Percepisco le voci, un po' sfocate, di coloro che sono venuti a trovarmi in ospedale, poi, pian piano apro gli occhi.
Un verso strano, un lamento, fuoriesce dalla mia bocca.
-"Ciao a tutti..." Saluto, addolorato, ognuno dei presenti che mi stanno guardando sorridendo.
-"Cosa ci faccio a casa? Non dovrei essere in ospedale?" Domando disorientato.
-"No, ti hanno dimesso tesoro." Mi tranquillizza mia mamma.
-"I dottori hanno detto che appena ti saresti svegliato saresti stato meglio, quindi ti hanno permesso di tornare a casa." Esclama tutta felice mentre gli altri mi guardano felici.
Per il pomeriggio, Julian, Arianna e i miei genitori organizzano una piccola celebrazione a sorpresa per la mia salute.
Ci sono tantissime persone:
I miei genitori, i miei bisnonni dell'Abruzzo, miei nonni di Milano, di Pisa, e della Calabria, i miei zii di Milano, di Pisa, della Sicilia, di Napoli e di Bologna, i miei cugini, i genitori dei miei tre migliori amici con i figli, Cristina, Francesco, Beatrice, alcuni miei amici del mare,...
Insomma, è pieno di gente!
Mia madre, ha allestito un banchetto in cucina, ed è pieno di ogni ben di Dio.
Prendiamo un po' di cibo tutti quanti, e poi ci sediamo in salotto a parlare.
-"Allora Davide, ti va di scartare i regali?" Mi chiede la mia amica del mare Martina, un bella ragazza: alta, castana, occhi marroni ed un modo di fare molto tenero.
-"Già!" La appoggia Sofia, l'altra mia amica del mare, con i capelli lunghi biondi, alta ed un carattere molto gioviale.
Io do uno sguardo alla pila di regali che c'è dinnanzi all'entrata...
-"Riuscirò ad aprirli tutti sta sera? Ahahah." Ironizzo ridacchiando.
-"Non penso, ma tanto domani è sabato, quindi avresti altro tempo!" Sta al gioco mia zia.
-"Domani è Halloween, e Martina, Giorgia, Sofia, Julian, Arianna, Francesco, Cristina, Beatrice ed io volevamo andare al planetario; fanno un'evento speciale a sorpresa.
-"Bando alle chiacchiere, vorrei proporre di fare un brindisi a Davide." Mi guarda Julian, con una faccia persuasiva.
-"Giusto!" Risponde serio mio padre, alzandosi per prendere la Coca-Cola per noi giovani, e lo spumante per gli adulti in cucina.
-"Io esco un attimo." Avviso mentre vado in terrazzo seguito da Julian, Martina e Sofia.
-"Ciao Pisani." Rido mentre mi appoggio al pannello di vetro che funge da ringhiera per il terrazzo.
-"Siamo fiorentine." Ironizzano le ragazze.
-"Cos'è quell'ombra laggiù?" Domanda spaventato Julian indicando l'angolo del terrazzo.
-"Sono tutto dentro, chi potrà mai essere?!" Si preoccupa Sofia.
Mi giro tutto preoccupato ed effettivamente c'è un ombra all'angolo del terrazzo.
Ci avviciniamo pian piano.






Ciaooo!!
Sono un po' assente, lo so...
Il fatto è che ci vuole un po' a scrivere, revisionare e creare il capitolo...
Vabbè, com'è questo terzo capitolo?
Se vi piace, fatemelo capire con una bella stellina!
I nuovi personaggi sono:
Giorgia Roccia22 , Sofia Sofia_burzi , Martina Martinaa_Mustacchio
E niente, spero che gradiate questo libro :)
Ciao alla prossimaaa!!

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