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Come fa ad avere un bigliettino?
Sicuramente non lo ha scritto Martina prima di cadere qua sotto.
Bando ai pensieri.
Apro il pezzo di carta piegato in quattro parti, e noto una scritta, una frase...
No, non è stata decisamente Martina, la calligrafia non è sua...
Diciamo che è un po' antica.
L'inchiostro è di un colore nero intenso, e le lettere sono scritte con un carattere in grassetto.

«Le apparenze ingannano...»

Questo trovo scritto sul bigliettino di carta.
Inizio a riflettere sul suo ipotetico significato...
Cosa mai potrà voler insinuare quella frase...
-"Davide, cosa hai trovato?" Si inginocchia accanto a me Arianna, ma io rimango concentrato sul pezzo di carta trovato, e non le rispondo.
Dopo circa 3 minuti di riflessione, la mia amica che ha atteso fino ad ora una risposta alla sua domanda, si alza per andarsene.
-"Secondo te..." La blocco per un braccio, costringendola a rimanere là.
Lei mi fissa, ed io guardo il bigliettino.
-"Secondo te cosa potrebbe voler significare?"
Lei afferra l'oggetto che le porgo, e con aria malinconica, un po' stupita, inizia a leggere.
-"Le apparenze ingannano... non lo so... ma d..."
D'un tratto, Giorgia ci inciampa addosso, rovesciando l'acqua della bottiglia che aveva in mano ovunque, e disperdendo ciò che avevo trovato.
-"Ei tutto apposto?" Le chiedo.
-"Si scusate... non lo ho fatto apposta."
-"Tranquilla." Si alza in piedi Arianna, aiutando l'altra ragazza a mettersi in piedi.
Vedo che Giorgia fa un gesto come per pulirsi la bocca, ma non è sporca...
Neppure bagnata...
Non do molta importanza a lei, e mi metto in piedi anche io.
Punto la luce della torcia attorno a dove ero seduto poco fa io, e inizio a cercare il bigliettino che ormai ho perso, ho smarrito.
-"Non possiamo rimanere qui a vita, dobbiamo recuperare gli zaini che ci mancano prima che il cibo marcisca." Ci ricorda Cristina.
-"Hai ragione, andiamo." La appoggia Julian.
Così ci rimettiamo in marcia
-"Pensi che dovremmo dirlo agli altri?" Riprendo l'argomento del bigliettino con Arianna.
-"Non lo so, non penso... se il bigliettino diceva che le apparenze ingannano, un motivo ci sarà, magari anche più di uno... Io non mi fiderei granché..."
-"Hai ragione, meglio tenercelo per noi."
Rimaniamo in silenzio per un po', poi le chiedo nuovamente:
-"Il bigliettino lo abbiamo trovato accanto al cadavere di Martina, ma è apparso solo quando lei era deceduta totalmente."
-"Cosa intendi dire?"
-"Intendo che è apparso, improvvisamente! Fidati, prima di quell'oscenità non vi era!
Anche perché se ci fosse stato, ora sarebbe sporco di sangue."
-"Hai ragione, ma dove vuoi arrivare?" Si gira verso di me, e mi pone una faccia a punto interrogativo con il sopracciglio sinistro alzato.
-"Beh... secondo te potrebbero esserci altri indizi come questo, altri enigmi come questo, altri biglietti come questi nelle stanze in cui sono morte Beatrice e Sofia?" Le sussurro.
Lei si ferma e guarda dritto davanti a lei, infondo al corridoio.
Dopo qualche secondo di silenzio e di immobilizzazione, gira la testa verso di me.
-"Davide... devo confessarti una cosa..."
-"Mi preoccupi Ari... non è niente di grave vero?" Le chiedo in preda alla preoccupazione, all'ansia e al terrore, mentre aumentiamo il passo per stare dietro al resto del gruppo che ormai abbiamo perso di vista.
-"Beh... vedi... credo proprio che la risposta alla tua domanda dei bigliettini sia si..."
-"Come puoi saperlo?"
-"Nel cappuccio della felpa di Bea avevo visto qualcosa dello stesso genere del bigliettino; stessa carta, stessa piegatura."
-"E perché diamine non ce lo hai... non me lo hai detto???"
-"Pensavo fosse l'etichetta... scusami..."
Sbuffo, poi le dico:
-"Ahhh... va bene... non posso essere arrabbiato con mia moglie."
Ridiamo, poi ci abbracciamo, e continuiamo a camminare, io con il braccio attorno alle sue spalle, lei pure.
-"Ma dove eravate finiti? Ci stavamo preoccupando." Sorride Cristina.
Ed ecco che ci inoltriamo in una nuova stanza.
Le pareti sono tutte graffiate e piene di muffa.
I mobili, buttati all'aria, sono pochi, e in legno marcio.
Il pavimento, invece, è diverso dalle altre stanze.
È in pietra, pieno di polvere.
Quel che resta delle finestre, è qualche vetro rotto qua e là, le assi di legno, oramai andate a male, in fase di decomposizione, e un cumulo di terra che penetra nella casa.
Punto la luce della torcia su una delle 3 finestre che ci sono sulla parete dinnanzi a me, e scopro anche la presenza di un paio di tende;
Il loro colore è rosso scuro, un rosso malandato, un rosso sporco.
Sono tutte graffiate e strappate, appoggiate sulla terra che penetra dalla finestra.
Sto per distogliermi da quel particolare, quando una tenda, precisamente quella posta davanti a me sulla sinistra, si muove, come se un soffio d'aria le avesse mosse.
Questa attività nefasta attira anche l'attenzione di Julian e di Francesco.
Iniziamo a muoverci lentamente, dirigendoci verso la finestra, ma Julian mi ferma:
-"Vado io." Prende l'iniziativa.
Apro la bocca per parlare, ma vengo preceduto:
-"No, vado io."
E così mi convince a fare andare lui a vedere cosa si cela dietro la tenda.
Un passo lento.
Uno dopo l'altro.
È a circa 5 metri dalla sua meta, quando qualcuno, non sono riuscito a capire precisamente chi sia stato, spinge Francesco nella direzione in cui stava andando Julian.
Il ragazzo spinto, si ritrova a terra, disorientato.
Tenta di rialzarsi, ma proprio mentre cerca di farlo, dalla finestra sbuca un fantasma.
É uguale a Francesco!
Subito dopo, dallo stesso punto ne sbucano altri 4.
Sono tutti uguali ad ognuno di noi, ma nessuno di loro è simile a Giorgia.
5 fantasmi, ciascheduno con le nostre somiglianze, bianchi quasi fosforescenti, sono lì davanti a noi.
Francesco in preda al terrore si alza e corre verso di noi.
-"Chi sono questi altri?" Mugugna Cristina.
Improvvisamente uno dei fantasmi, quello somigliante alla ragazza che ha appena finito di parlare, alza la testa, e rivolgendo sguardi a tutti noi, inizia a comunicare:
-"Wow! Siete proprio simili a noi!" In tutta quella apatia appare un sorriso sul suo volto bianco.
Il mio gruppo di amici ed io ci guardiamo in faccia, poi rivolgiamo tutti uno sguardo a punto interrogativo all'altro gruppo di fronte a noi.
-"Ah si scusate... loro sono Allyson, Cristine, Josh e Frank, io invece mi chiamo Dylan." Ci informa quello simile a me, continuando a tenere sott'occhio Giorgia.
Io continuo a guardarlo...
Hanno dei visi familiari, ma non perché assomigliano a noi...
Li ho già visti da qualche parte...
Vengo distolto dai miei pensieri e riportato a terra da un continuo lampeggio rosso dietro un angolo.
Julian si avvia per andare a vedere, ma viene fermato;
-"No fermo! Torna qua!" Gli dice Allyson.
-"Perché?" Chiede il ragazzo.
-"Non dovete prendere quel quadro!" Dice, sta volta, Cristine.
-"Perché?" Domanda sempre Julian.
Adesso è il turno di Frank a parlare.
-"Voi promettete che non lo prenderete mai, per favore! Quel quadro..."
Si blocca quando sentiamo dei passi al piano di sopra.
La polvere cade dalle travi in legno che fungono da soffitto.
Frank piano piano inizia a scomparire, e tutto il suo gruppo inizia a preoccuparsi...
-"Frank noo!!!"
Il poveretto, si affretta a dirci:
-"Quel quadro sarà la vostra, la nostra rovina!"
Poi, scompare.
Subito dopo, gli altri fantasmi vengono come attratti nell'altra stanza...
Scompaiono anche loro...









CIAO PIPOLI💖
SONO TORNATO DOPO UNA LUNGA ASSENZA, NON ODIATEMI💕
MI RACCOMANDO SPOLLICIATE, E NIENTE, CI VEDIAMO AL PROSSIMO CAPITOLO CHE, TRANQUILLI, NON USCIRÀ FRA 7 MESI COME QUESTO AHAH💗

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