6.

19 4 2
                                    

La maniglia gira e rigira fino a che non si apre.
La porta, pian piano si spalanca, e Arianna tiene la luce della torcia fissa su quel punto.
Un corpo cade, si accascia a terra, e dietro ad esso, vediamo un ombra sfumarsi, accompagnata da una risata malefica.
Ci avviciniamo adagio al corpo accasciatosi per terra.
Sofia si gira, ed inizia a piangere abbracciata a Martina.
-"Oh mamma!" Si copre gli occhi Beatrice.
Una delle guide è la davanti a noi.
Un ragazzo sulla ventina d'anni senza maglia.
Ha due buchi nelle palpebre, l'addome tutto pieno di graffi profondi e sanguinanti e segni di coltellate sul cuore e sul collo.
-"Non possiamo stare qua per sempre! Come sopravvivremmo?" Domanda Julian.
-"Abbiamo il pranzo al sacco e le merendine. Se ne mangiamo poche al giorno, potremmo vivere per una settimana, se non due, mentre i soccorsi vengono a cercarci." Propone Francesco.
-"Avete ragione entrambi, non possiamo stare qua, e dovremmo mangiare poco al giorno." Dice Arianna ad entrambi.
-"Dobbiamo trovare un uscita!" Propone seria Cristina.
-"C'è un problema... Martina, Giorgia, Francesco ed io abbiamo lasciato gli zaini dove siamo caduti..." Abbassa lo sguardo Sofia mentre si gratta la chioma bionda.
-"Dobbiamo prenderli!" Dico.
Ci muniamo di torce, scavalchiamo la guida morta, e ci ritroviamo nel corridoio.
Qualcosa è cambiato...
Il corridoio non è più come prima.
Una parete di detriti è crollata sul passaggio dinnanzi a noi.
Sofia corre al muro creatosi, e da un buchino spia se ci sono ancora i 4 zaini.
Si volta e ci riferisce:
-"Ci sono!"
-"Si ma dobbiamo trovare una seconda strada per raggiungerli." Si dispera Giorgia.
-"La troveremo! Gli zaini sono la nostra priorità!" Assicura Francesco.
Sofia si rigira per guardare nuovamente nel buco.
Con la torcia illumina una faccia bianchissima e con i capelli color arcobaleno che le dice, spaventandola:
-"Ciao ragazzina, se vuoi lo zaino, torna nella stanza in cui eri poco fa."
Lei urla, poi, quando Arianna, preoccupata le chiede:
-"Cosa è successo?"
Sofia risponde, con le lacrime agli occhi:
-"Era ancora lui, mi ha detto che se vogliamo gli zaini dobbiamo tornare in quella stanza." E indica la porta da cui siamo appena usciti.
-"Muoviamoci! Non è prudente stare qui." Avvisa Beatrice.
Entriamo in una sala spaziosissima, con un enorme letto a due piazze, e decidiamo di accamparci lì.
L'orologio di Francesco segna le 20.17.
-"Contiamo quanti panini abbiamo. Io ne ho 7." Dico.
Tutti mi rispondono.
-"Io ne avevo 5." dice Francesco.
-"Io 4." Sofia.
-"5." Martina.
-"7." Giorgia.
-"6." Beatrice.
-"4." Julian.
-"6." Cristina.
-"5." Arianna.
-"Quindi in tutto abbiamo 49 panini, tolti i 21 di Giorgia, Sofia, Martina e Francesco che non hanno lo zaino sono 28." Calcola Cristina.
-"La solita secchiona." Ridiamo tutti.
Lei sbuffa poi Francesco porge un opzione:
-"Mezzo panino a ciascheduno, è più che sufficiente."
-"Giusto." Risponde Julian, seguito dall'annuire di noi restanti.
Mangiamo e beviamo poca acqua ognuno, poi ci corichiamo tutti nel letto.
-"Teniamo solo una torcia accesa, così non sprechiamo le altre." Propone Giorgia.
-"Ok." Acconsente Martina.
-"Ogni ora cambieremo guardia notturna, inizio io." Avvisa Beatrice.
-"Ok, se qualcosa non va, svegliaci!"
-"Va bene, buona notte." Ci dice timorosa.
Tutti si addormentato tranne Beatrice, che rimane sveglia da mezza notte fino all'una per fare la veglia.
Dall'una all'una e mezza controlla Francesco, perché, all'una e trenta, mi sveglio e facciamo i "guardiamo notturni" assieme.
-"Ancora sveglio?" Mi chiede inclinando un po' la testa e la bocca.
-"Si... non riesco a dormire." Gli racconto, afferrando una torcia e passandomela da una mano all'altra, mentre lui la tiene puntata sulla stanza.
-"Scusa per prima... ero fuori di me..." si gratta la testa.
-"No, sono io che mi devo scusare. Vi ho portati qui, quando c'era un altissimo pericolo di incontrare questo mostro nuovamente." Abbasso lo sguardo.
-"Ma..." lo zittisco ponendogli il dito sulle sue labbra.
-"Ricordi ad Andora in quarta elementare?" Gli chiedo, mentre iniziamo a ridacchiare ambe due.
-"Si! Che c'era la donna che ci controllava di notte, e ad un certo punto della serata ha sgridato Giulia!"
Continuiamo a ridere.
-"E quando Elisa si è messa a gattonare sul muro, mentre tu e un altro vi lanciavate il mio pupazzino?!" Alzo un sopracciglio ponendogli una faccia come se volessi dire: Allora? Te lo ricordi o no?
Lui si imbarazza un po'.
-"E i solenni spadaccini?" Cambia argomento, trascinandomici dentro.
-"Si..." e faccio una faccia da una persona snervata e lui ride.
-"Che c'è? Immagino che tu abbia cambiato i pantaloni." Ride più forte.
-"Non è colpa mia se mi si sono rotti..." sbuffo mentre lui continua a ridere, dopodiché gli dico:
-"Adesso vai a dormire, ci penso io qua."
-"No, ti faccio compagnia, tanto non ho sonno... e poi mi diverto a parlare con te."
-"Ahahah grazie... ma dico davvero, devi riposare..."
Poi, quando sta per aprire bocca, per cercare di convincermi, lo precedo:
-"No! Fra, davvero. Devi riposare!"
Lui sbuffa, poi mi abbraccia e mi da la buona notte, ed io altrettanto:
-"Buona notte."
-"Notte."
Lui mi lascia la sua torcia accanto a me spenta, si sdraia e si addormenta in un batter d'occhio; E meno male che non avevi sonno...
Rido mentre lo guardo ronfare.
Passa una mezzoretta, e sono a metà del mio tempo da guardia.
Un rumore alquanto sinistro attira la mia attenzione.
Sbarro gli occhi e mi irrigidisco tutto nel sentire una goccia cadutami sulla spalla.
Alzo la testa e la luce della torcia contemporaneamente verso l'alto.
Non c'è niente, neanche dell'acqua che cade...
Abbasso lo sguardo puntando la torcia sulla mia spalla e noto che è color arcobaleno.
Sto ancora esaminando quella macchia, quando con la coda dell'occhio vedo un'ombra nel buio.
Giro lo sguardo e vedo quella gobba, quegli artigli, e quei piccoli occhi bianchi, che nonostante il buio, sono visibilissimi.
Impugno rapidamente la mia torcia, e la indirizzo verso quel punto.
Egli scompare...
Riecco un'altra goccia cadermi addosso.
Inizio a spostare in rapidità la torcia dall'alto verso il basso, per far si che il mostro non possa stare né sopra, né davanti a me.
Ricordo immediatamente che Francesco ha lasciato un'altra torcia accanto a me.
Allungo braccio per prenderla, ma non mi accorgo di aver spostato la luce, lasciando una zona interamente buia.
Afferro finalmente la torcia.
Con la coda dell'occhio nello vedo, è dietro di me.
Inizio a sudare freddo, dopodiché, quando scorgo che sta alzando quella specie di braccio, con tutti quegli artigli spaventosi.
Giro anche io la mano, con in mano la torcia accesa, ma prima che lo illumini, mi lascia graffi profondi nel braccio sinistro.
Incomincio ad mettere versi di dolore, accompagnati da delle goccioline salate che rigano il mio viso.
Senza perdere altro tempo, accendo ambe due gli aggeggi e punto la luce nelle due direzioni.
Arianna, avendo udito i miei lamenti, si sveglia, e mi chiede cos'abbia.
Io le mostro i tagli, e lei rimane allibita.
-"Davide, disinfettati con un po' di acqua! Questo è un caso eccezionale, ti serve urgentemente!" Mi avvisa.
Io all'inizio rifiuto, ma poi lei mi prende il braccio, afferra la bottiglia d'acqua e me la versa sull'arto.
-"Brucia!" Piagnucolo io.
Lei mi dice di stare zitto, poi, mi mette un tovagliolo bagnato sulla ferita e mi obbliga a dormire.
Le ultime cose che vedo sono lei che prende le due torce puntandole verso le due direzione che lo ho detto, poi mi addormento.
Vengo pian piano svegliato da delle spintarelle; apro gli occhi e, nel buio, vedo Martina.
Mi alzo dal letto, ma qualcosa non va...
C'è un qualcosa di diverso rispetto a ieri sera, e non sono l'unico ad averlo capito...








Eiiii!
Come va? Spero bene!
Spero che anche questo straziante capitolo vi sia piaciuto!
Se così è, vi invito a schiacciare la stellina, non vi costa niente 😁😉
Fra qualche giorno pubblicherò il prologo e il primo capitolo del mio nuovo libro...
Io vi saluto, ciaooo!!!

UNDERgroundDove le storie prendono vita. Scoprilo ora