Sono diretta verso casa passando, purtroppo, come tutti i dal vicolo cieco. L'unica strada che possa prendere per avviarmi verso la mia amata casa. Come tutti i giorni, ci sono dei ragazzi che...non so per quale motivo inizialmente mi prendono in giro.
- Hey Bambolina - *si avvicina*
-Che vuoi?- mi volto in modo scontroso.
-Avete sentito la Bambolina? Ahahah-
-Ma vedi di andartene a fanculo vah-
Si avvicina bruscamente a me prendendomi per i fianchi e dirmi
- Cos'hai detto? -
- Ho detto che devi gentilmente andartene a fanculo, grazie- detto questo, alzai la mano per mollargli uno schiaffo in pieno viso liberandomi dalla sua presa.
- Non finisce qui Bambolina - lo sentii urlare da lontano.
* * *
Sono appena arrivata a casa.
- Mmm... che buon profumino. - dissi dirigendomi verso la cucina.
- Ciao tesoro com'è andata a scuola?- chiese mia madre.
- Bene. Cosa stai preparando?- le dico cambiando discorso prima che inizi a tempestarmi di domande.
- Lasagne! -
- Buono!- dissi
- Ah, amore? -
- Si? -
-Oggi verranno ospiti. -
-Okay.-
-Tieni, vai in un negozio e comprati un bel vestitino-
-Grazie! - mi avvicino a lei è l'abbraccio fortissimo.
- Di niente.-
Vado in stanza correndo in mezzo alle scale. Arrivata davanti alla porta la apro per poi lanciare lo zaino per terra.
- Amore! Le lasagne sono pronte.- dice urlando dal piano terra.
Corro come un razzo in cucina, mi siedo e inizio a mangiare.
Finito di pranzare decido di chiamare la mia amica per farmi aiutare a scegliere il vestito.
Inizio chiamata con Jennifer:
Jennifer - Hey dimmi?
Carlotta - Incontriamoci al New York Parck (nome inventato) alle 3:30?
Jennifer - Va bene ci vediamo alle 3:30 al New York Parck
Carlotta - Okay. A dopo.Fine chiamata.
* * *
Sono passate le 3:30 e ancora non c'è anima viva della mia amica Jennifer.
Mentre aspetto sento una mano posarsi sopra la mia spalla da quel gesto sobbalzo dallo spavento:- Ma sei scema?!-
-Scemo direi. -dal sentire una voce maschile, sento il cuore martellare nel petto per la paura.
Prendo un lungo respiro è mi volto, appena vedo che è quello di oggi dal ritorno di scuola inizio a balbettare- C-che v-vuoi?-
-Te l'avevo detto che non finiva qui bambolina-
Ora cosa faccio?
"Sei nei guai."
Siamo nei guai.
-Il gatto ti ha mangiato la lingua bambolina. Hahaha.-
- Hahaha per tuo dispiacere no.-gli dico con risata nervosa.
- Modera i termini con me bambolina-
- Io con degli stronzi come te parlo come mi pare e piace.- detto questo gli mollo uno schiaffo sulla guancia sinistra.
- A quanto pare non vuoi capirlo con le buone eh. Allora provvediamo subito.-
Mi prende di scatto dai polsi e inizia a baciarmi con foga, provo a staccarmi ma a quanto pare lui è più forte di me.
Mi è venuta un'idea.
"Finalmente genio"
Stai zitta.
Con una mossa svelta alzo il ginocchio e lo punto in mezzo all'interno coscia.
- Porca puttana che dolore!-
Scappa!!
Inizio a scappare il più veloce possibile ma qualcuno posa una mano sulla spalla.
"O cazzo"- Carlotta dove stai andando?-
Mi giro e vedo Jennifer.- Vaffanculo Jennifer. -
- Che succede? -
- Niente. Andiamo?-
-Okay!-
Arrivati al negozio trovi subito un vestito rosso con corpetto di pizzo a forma di cuore molto aderente.
- Provalo!-
Prendo il vestito è vado verso il camerino e lo provo.
- Sei pronta?-
-Si- gli dici uscendo dal camerino
- Wow! Sei uno schianto- mi dice Jennifer
-Lo prendo- gli dico saltando dalla gioia.
* * *
Hanno appena suonato il campanello ed io sono ancora in bagno a prepararmi.
- Benvenuti.- dice mia madre agli ospiti.
- Grazie Signora-
Sento dire da una voce famigliare.
"Chissà chi è?" penso mentre indosso le ballerine.
- Carlotta! Scendi, ci sono ospiti- dice mia madre giù in salotto.
- Si, arrivo - gli dico scendendo le scale.
Ma appena varcata la soglia del soggiorno incontro due occhi color ghiaccio.
-Carlotta lei è Elisabetta una mia amica di lavoro, lui invece è Alessandro il marito è in fine Cameron il figlio dei signori Dallas.-
- Piacere Carlotta.- dici a denti stretti.
-Amore che ne dici di far vedere la casa a Cameron?-
Spazio autrice:
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Troppo Forte Da Ammetterlo.
FanfictionPrologo. Carlotta una 16enne si trasferì a New York per il lavoro di suo padre. Un giorno si imbatte in una strada che è costretta ad attraversare ogni giorno per andare a scuola; ma un giorno, un ragazzo, ogni volta che la vede dal vicolo ceco tend...