Preso il tutto mi incammino verso la fermata.
Ad un tratto un clacson suona tre volte in modo che mi volti.
"Adesso che cazzo vuole? " penso.
-Che cazzo vuoi?- gli chiedo acida.
-Ti do un passaggio.-
-No grazie.- gli rispondo con tono freddo
-Dai non fare la cretina.- mi dice.
-Uff...- mi incammino verso lo sportello della sua auto.
-Chiudi piano sennò fai male alla mia piccina.- detto questo sbatto il più forte che posso lo sportello.
-Stronza- dice.
-Scemo.- ribatto.
-Stupida.-
-Puttaniere.- ops forse era meglio che questo non glielo dicevo.
MA È LA VERITÀ.
Oddio tu che sei d'accordo con me. Wow.
SONO TE DEFICIENTE.
Giusto.
Inizia a ridere senza un motivo valido....almeno credo.
-Perché stai ridendo?- chiedo con un sopracciglio alzato.
-Rido perché sei buffa?-
-Su cosa?- gli chiedo di nuovo.
-Stavi facendo delle facce strane come se fosse che stavi parlando con te stessa ahahaha.-
A quelle parole arrossii ed iniziai a dirmi cretina nella testa.
-Sei bellissima quando arrossisci.-
-Cosa?- faccio finta di non aver sentito.
-Ah no...niente.-
-Ehm....okay!-
All'improvviso sento il mio telefono squillare.
Jacob! Appare sul mio schermo.
ANCORA CE L'HAI SALAVATO COSÌ?
Si ancora. Qualche problema.
RISPONDI TESTA DI RAPA.
Touchè.
-Amore...dimmi?- mi sento strana direzione Amore.
-Quindi tu vuoi solo portarla a letto?!- sento dire da una voce a me sconosciuta.
-Ma è ovvio. Non mi metterei mai con una come quella...aspetta com'è che si chiama? Ah giusto; si chiama Carlotta.- appena sento il mio nome riattacco ed inizio a piangere.
-Hey che hai?- mi chiede Cameron.
-Niente.- cerco di essere il più possibile sincera.
-Se ti dico che non ti credo?-
-Ti dico che hai ragione.- scoppio a piangere.
Ad un tratto Cameron con due dita mi solleva il viso per poi dirmi
-Quando vuoi ci sono per te. Okay?-
-Grazie- gli dico subito dopo dandogli un bacio sulla guancia, cose che a lui fa arrossire.
Dopo un paio di minuti mi dice Cameron che siamo arrivati a scuola.
Scendo dall'auto facendo piano a chiudere.
Chiusa la macchina inizio a camminare quando ad un tratto un braccio cinge la mia vita.
-Ca-Cameron?- chiedo un po' in imbarazzo per questo gesto.
-Si?- mi chede tranquillamente.
-Perché mi stai abbracciando?-
-Ti sto abbracciando perché so che ne hai bisogno.- mi dice voltandosi verso di me sorridendomi.
-Grazie.- gli dico.
POV'S CAMERON.
Mi dispiace vederla così.
TI DISPIACE EH?
Solo dispiacere.
COME NO.
Si è così.
COME VUOI.
Fanculo.
"Chissà chi era quella persona che l'ha fatta piangere al telefono!"
-Hey bro, come va?- vengo interrotto da Shawn
-Direi bene te?-
-Si dai.-
-Hai saputo che viene un nuovo compagno in classe nostra?- mi domanda Shawn.
-No, non lo sapevo.-
-Sai come si chiama?- continuo io chiedendogli.
-Un certo Jacob Sartorius.-
Appena sento pronunciare quel nome mi irrigidisco.
Adesso come farà la mia Carlotta?
LA TUA CARLOTTA? DA QUANDO È TUA QUELLA RAGAZZA?
Ancora tu? Mamma mia mi hai rotto le palle. Te ne vai a fanculo?
ME NE VADO PER POCO...MA NON A FANCULO CARA.
POV' CARLOTTA.
Arrivata in classe mi precipitò tra le braccia della mi amica Jennifer ed inizio a piangere.
-Hey hey perché piangi?- mi chiede preoccupata.
-J-Jacobs.-
-Che ha fatto? Gli devo tagliare il culo a piccoli pezzetti per poi usarli a carnevale come coriandoli?- detto questo.
Un sorriso si allarga sul mio volto ma non per molto.
-Allora? Che succede?- detto questo, inizio a raccontarli tutto l'accaduto.
-Che stronzo!- dice.
-Appena lo vedo giuro che- ad interromperla e il prof di matematica che entra in classe ed inizia a spiegare la lezione.
Anche se io con scarso successo riesco ad ascoltarlo.
Ad un tratto sento vibrarmi il telefono
Da Cameron(si l'ho salvato questa mattina): incontriamoci adesso vicino i bagni.
Carlotta: okay.Blocco il telefono ed alzo la mano per farmi notare dal prof.
-Mi dica signorina Way.-
-Potrei andare in bagno per favore?-
-Certo. Ma si sbrighi.-
-Va bene.- detto questo, mi alzo e mi dirigo verso i bagni dove incontro Cameron.
-Dimmi.- gli dico.
-Jennifer mi ha raccontato tutto su Jacob.-
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Troppo Forte Da Ammetterlo.
Fiksi PenggemarPrologo. Carlotta una 16enne si trasferì a New York per il lavoro di suo padre. Un giorno si imbatte in una strada che è costretta ad attraversare ogni giorno per andare a scuola; ma un giorno, un ragazzo, ogni volta che la vede dal vicolo ceco tend...