-Ti giuro che quando lo vedo gli faccio male a quello stronzo di Jacob.- dice Jennifer.
Già, Jennifer è arrivata dopo 2 minuti e mi ha vista così con le lacrime agli occhi.
-No, tranquilla. Andiamo al McDonald?- gli chiedo.
-Facciamo una cosa.- mi dice Jennifer.
-Adesso tu ti vai a cambiare e ti aggiusti un po' la faccia, dopo andiamo al McDonald e finito al Mc andiamo a fare shopping.- continua lei.
-Ma...-
-Niente ma, ora vai su e preparati.- mi interrompe Jennifer.
* * *
La giornata con Jennifer è stata bellissima, è riuscita a farmi sorridere di niente è per questo la ringrazio.
Ad un tratto sento il mio letto abbassarsi di poco per farmi capire che qualcuno si era sdraiato sopra.
"Oddio un maniaco?" penso.
All'improvviso gli tirò una gomitata nei testicoli in modo che riesca ad alzarmi, ma subito dopo, noto che la persona a cui ho tirato la gomitata era Cameron.
-Ma sei impazzito Dallas?- gli dico quasi urlando dalla rabbia.
-Io no....ma tu invece si. Che cazzo mi tiri una gomitata lì?-
-Ceh tu mi fai prendere un infarto per il motivo che TU sei entrato nella mia stanza in silenzio e metterti nel mio letto, ed io sarei quella pazza?- gli dico sottolineando la parola "tu."
-Penso proprio di sì- mi dice.
-Ma vaffanculo Dallas.- gli dico chiamandolo per cognome.
-Perché sei venuto?- gli domando cercando di ritornare a respirare normalmente.
-Per vedere come stavi.-
Aww che tenero.
CHE TENERO? AMMETTILO CHE TI INTERESSA.
No!
-Ah grazie.- gli dico abbassando lo sguardo a causa delle mie guance ormai rosse.
-Prego. Allora? Come stai?-
- Bene dai...- gli dico cercando di essere il più credibile possibile.
-Non ti credo.- mi dice.
-Eh va bene. È venuto Jacob qui a casa mia oggi.-
A quel nome serra le mascelle.
-Che voleva quello stronzo?- dice cercando di stare calmo.
-Non lo so.... ha suonato al campanello ed io pensando che era Jennifer visto che ci dovevamo vedere, ho aperto la porta senza guardare chi era.- gli dico.
-Quando l'ho visto ed ho risposto che cazzo voleva, lui mi ha chiesto il perché l'avevo risposto così.- continuo.
Finito di raccontare la storia alcune lacrime mi stavano ormai rigando il volto.
-Se lo vedo a quello stronzo giuro che- dice prima che lo interrompo.
-Cameron, tranquillo ormai è passato fa niente ormai sono abituata a soffrire.-
-Non direi così piccola- per la prima volta ho sentito dire da lui Cameron Dallas "piccola" wow.
-Invece si che lo dico...sai? I miei genitori sono sempre fuori a lavoro ed io sono qui da sola dentro questa casa a non fare un cazzo lasciando stare le lacrime che tutti i giorni verso personale loro.- gli dico piangendo a dirotto.
-Shhhhh piccola...vieni qui.- detto questo mi abbraccia.
Finito lo sfogo lo ringrazio.
-Grazie Cameron per tutto quello che hai fatto per me.-
-E di che piccola? Io ci sono ogni volta che tu vorrai.- mi dice stampandomi un bacio sulla guancia.
-Cameron?- lo chiamo.
-Si?-
-Puoi dormire qui con me?- lo so è imbarazzante ma ho davvero bisogno di lui in questo momento.
TU HAI BISOGNO DI LUI?
Si. Ho bisogno di lui contenta? L'ho detto.
FINALMENTE.
Non riesco a capire cosa mi sta succedendo.
-Certo piccola.- mi dice.
POV'S CAMERON.
-Cameron?- mi chiama.
-Si?-
-Puoi dormire qui con me?- mi chiede con gli occhi ancora rossi a causa delle lacrime.
-Certo piccola.- gli dico abbracciandola.
Che mi sta succedendo?
TI SUCCEDE CHE TI PIACE. QUESTA RAGAZZA TI STA CAMBIANDO CAMERON.
Ma che cazzo stai dicendo subconscio? A me non mi interessa un cazzo di lei.
ALLORA PERCHÉ LA STAI TRATTANDO IN QUESTO MODO?
Non lo so.
Cerco di togliere questo pensiero dalla testa e mi tolgo la maglia è pantaloni rimanendo solo in boxer.
In quel momento noto Carlotta che quasi sbava davanti a me.
-Bambolina così mi sciupi.- gli dico con tono malizioso.
-Ecco ritornato il Cameron stronzo. Sai...stavo iniziando a preoccuparmi.- mi dice sarcastica.
-Sono sempre stato qui.- gli dico facendoli sfuggire una risata al quanto bella direi.
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Troppo Forte Da Ammetterlo.
FanfictionPrologo. Carlotta una 16enne si trasferì a New York per il lavoro di suo padre. Un giorno si imbatte in una strada che è costretta ad attraversare ogni giorno per andare a scuola; ma un giorno, un ragazzo, ogni volta che la vede dal vicolo ceco tend...