CAPITOLO 1

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"No Mamma! Non voglio un mongolo in casa,tanto meno come fratello"
Harry si ritrovava a dire la stessa frase da quasi due giorni,in quanto alla notizia che i genitori li diedero tre giorni prima all'ora di cena
'Harry siamo lieti di dirti che fra tre giorni avvriverà a casa il ragazzo che abbiamo deciso di adottare'.
E fino a lì per Harry era tutto apposto, nessun problema si diceva, nessun problema fino a quando i genitori continuarono dicendo che sarebbe stato un po' particolare dato che era affetto da infantilismo, e che sarebbe dovuto essere gentile nei suoi confronti. Harry non ci aveva visto più dalla rabbia insomma non aveva bisogno di un handicappato come fratello, se ne sarebbe vergognato a vita. Non sapeva neanche il suo nome e non aveva bisogno di saperlo dato che la sua mente chiusa si fermava ai pregiudizi negativi che aveva su quello scarto della natura.
Harry il giorno dopo si svegliò di malumore, tutti i suo buoni propositi di farsene una ragione erano andati a farsi fottere quel giorno, che indicava l'arrivo del ragazzino o del mongolo come lui aveva preso il vizio di apostrofarlo nella sua mente e non solo, ora in cucina si stava sorbendo le raccomandazioni dei genitori pronti per andarlo a prendere
"Sii gentile, non urlargli contro, non essere scontroso, appena arriva voglio che ti presenti.. Davvero Harry, Louis è un ragazzo sensibile non riuscirebbe a reggere troppo dolore fisico e emotivo"
E qui che Harry si ritrovò ad alzare gli occhi al cielo sbuffando e pensando che quindi il moccioso avesse un nome. Storse il naso quando la madre li diede un bacio sulla fronte e il padre una pacca sulla spalla, per poi uscire di casa. Il ragazzo si portò i capelli ricci all'indietro con una mano,mentre con un altro sbuffo si lasciava cadere con la testa sul bancone, non sapeva neanche lui perché provava un odio così immenso per il moccioso. Sapeva solo che odiava i malati.
2 ore dopo...
La porta dell'entrata che sbatteva fece correre Harry in camera sua e sbattere la sua porta, il tempo di farlo che sentì delle voci al piano di sotto tra tutte riuscì a distinguere una voce più acuta e femminile delle altre
'ma non doveva essere un maschio?'
"Harry tesoro, vieni a salutare il nostro caro Louis" sentì la voce di sua madre ordinare dai piani bassi
Harry irritato alzò gli occhi al cielo e strinse la mandibola quando suo padre pretese che scendesse subito. Così si fece coraggio e scese piano le scale, arrivato alla fine scorse fra le braccia del padre un ragazzo che li dava la schiena non molto ampia, coperta da un maglioncino rosa tenue, già questa situazione non li andava molto a genio
"Su tesoro vieni a vederlo" Trattene uno sbuffo e si avvicinò alla schiena del padre per poter vedere meglio i lineamenti del ragazzo, che però se ne stava nascosto nell'incavo del collo di Des, riusciva a scorgere soltanto una folta chioma castana chiara, incazzato che non si spostasse da lì diede vita ai propri pensieri
"Mi spiegate come cazzo faccio a vederlo,se fa la statuina nascosta?!"
Non si accorse però di aver alzato leggermente la voce, e quando vide un sussulto dalla parte del moccioso ghignò,
"Harry Edward Styles! Non ti azzardare ad alzare la voce e dire parolacce in sua presenza!" la voce della madre si fece risentire.
Dopo di ché vide la zazzera di capelli muoversi e due occhioni azzurri osservarlo,incuriosito e leggermente spaventato dalla nuova presenza, tanto che si strinse ancora di più fra le braccia di Des, Harry rimase paralizzato dalla vista di quegli occhi indagatori, ma si riscosse quando il moccioso rinascose,
"Bene,io sono Harry, vedi di non rompermi le palle che se no te la vedi con me,ciao"
Detto questo uscì di casa con ancora in mente quel ragazzino.

INFANTILISMO //Larry stylinson//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora