CAPITOLO 12

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Ore 17:30

Casa Risvolk era come sempre tranquilla, il biondo dallo sguardo glaciale camminava tranquillo fino a ritrovarsi in piedi di fronte alla piccola figura distesa di Louis, che alzò la testa lentamente. Sapeva già chi fosse, non aveva bisogno di avere una conferma, ma lo fece ugualmente.
Lui era lì.
Come sempre.
Puntuale.
Il volto scultoreo era leggermente rischiarato dalla leggera luce che arriva dalla porta semiaperta, ciò rendeva i suoi occhi come il ghiaccio ancora più taglienti, il torace largo coperto da una giacca elegante blu notte, così come le gambe messe in risalto dai pantaloni attillati, in tinta alla giacca, teneva nella mano destra il pannolino che cambiò ad un Louis oramai malleabile, si Louis non era più un ribelle, all'inizio cercava di ribellarsi in tutti i modi ma portava ancora cicatrici che ricordavano le sue ribellioni.
Lui era cattivo. A Louis faceva paura.
Aveva sempre le mani fredde e ciò lo faceva rabbrividire ancora di più.
Era quasi un anno che Louis stava chiuso in quella stanza, non ricordava più niente di come fosse il mondo all'esterno, non ricordava più cosa volesse significare la parola "felicità", Louis non ricordava. Louis non viveva.

Ore 19:45
Il signor Risvolk penetrava con forza e in modo rude, Louis, che, ad occhi fortemente serrati subiva in silenzio senza che neanche una lacrima rigasse il suo morbido volto. Il labbro stretto e sanguinante nei denti del più grande, che faceva scivolare in una danza volgare il suo corpo sopra quello del più piccolo, entrambi  madidi dei sudore rilasciavano sospiri , ma per diverse motivazioni. Il primo provava piacere, provava piacere per l'atto. Per il dolore del suo bambino. Per il sangue che colava sul mento di esso, sanguè che leccò in modo aggressivo. Ed il secondo provava dolore, ed esplose, le lacrime caddero copiose sul suo volto, caddero per tutto, per i ricordi sfocati, per le mancanze, per il dolore..e svenne, sciupato dalle forza. Louis non viveva più

Ore 20:30
Risvolk saltò sull'attenti appena sentì qualcuno bussare alla sua porta, lui non aspettava nessuno. Solo i suoi amici gli facevano vista, ma non fu stato avvisato da essi.
Aprì.
Capì.
Dei poliziotti si presentarono sulla soglia.
"Sgnor Risvolk. Ore 20:30 la dichiaro in arresto, per sequestro e stupro di persona. Metta le mani dietro la schiena"
Venne ammanettato dall'agente Connie che mostrava un sorriso orgoglioso sulle labbra
"Ma agenti io non capisco cosa stia succedendo"
Provò a giustificarsi ma nessuno crebbe alle sue parole
"Risvolk le conviene stare in silenzio, ogni parola che userà potrà essere usata contro di lei"
L'agente sta volta usò un tono aspro e diede uno spintone all'uomo per farlo uscire di casa, e caricarlo in macchina.
Louis sentiva, sentiva ciò che stava per succedere, sentì la porta venire presa a spallate e buttata giù ma non volle aprire gli occhi. E non lo fece neanche quando lo presero in braccio conducendolo fuori dal suo inferno. Louis non viveva più.

INFANTILISMO //Larry stylinson//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora