Una vita difficile...

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La luce del sole penetrò nella piccola stanza svegliandomi...

Guardai l'orologio: le 5:15.

Mi alzai e mi vestì con i soliti pantaloncini neri, la solita T-shirt bianca e le solite scarpe da ginnastica grige e andai a preparare la colazione; scesi le scale di legno scricchiolanti e mi dirissi verso la cucina. Aprendo il frigorifero per prendere il latte, mi accorsi che non cen'era perciò salì nuovamente le scale e bussai alla porta accanto alla mia, la camera di mia madre. Come al solito non sentii risposta, così entrai; mi avvicinai al suo letto e cercai di non fare rumore per non distrurbare. Svegliai dolcemente mia madre dicendole:

X: Mamma, io sto andando nella stalla a mungere le mucche non c'è latte, torno subito.

Ella mi rispose con un filo di voce roca e affannata:

M: Va bene Tommy. E tossì ripetutamente.

Così mi avvicinai al suo viso e le diedi un bacio sulla guancia sinistra.

Scesi le scale ancora molto assonnato, presi il gilè blu dall'attaccapanni e aprì la porta di legno di noce.

Attraversai il piccolo cortile e andai alle spalle della casa, dove si trovava la stalla; aprì il portone e vidi tutti i miei amichetti animali, pecorelle, mucche, cavalli, galline ecc... Gli volevo molto bene, loro erano i miei migliori amici, nonché gli unici. Io mi fidavo di loro, gli rivelavo i miei segreti e sapevano sempre come tirarmi su il morale! Loro erano i miei unici amici perché non conoscevo altri ragazzi, non uscivo mai dalla campagna e non andavo a scuola...

Mio padre e' andato via quando ero molto piccolo e mia madre sta molto male e quindi ho io il compito di prendermene cura.

Andai verso Lola, la mucca, presi uno sgabellino e cominciai a mungerla fino a quando la ciotola non fu piena di latte.

Una volta fatto ciò salutai tutti e me ne andai portando la ciotola con me.

Aprì la porta di casa e andai in cucina a preparare la colazione: un bicchiere di latte e un tozzo di pane per me e su un vassoio un bicchiere d'acqua con la medicina di mia madre e anche per lei un pezzo di pane un po più piccolo del mio. Salii le scale ed entrai nella sua camera.

T: Mamma, ti ho portato la colazione. Dissi con voce bassa.

M: Oh, grazie Tommy. Ma tu non mangi niente?

T: Si mamma la mia colazione e' giù in cucina, mi raccomando prendi la medicina.

Lei annuì e bevve il bicchiere d'acqua con la medicina.

T: Ti ho portato anche un pezzo di pane, se vuoi puoi mangiarlo!

M: Grazie tesoro. E mi sorrise.

Mi scappò una lacrima, ero contendo di vederla sorridere anche quando era in quello stato.

T: Ora torno giu. A dopo. Ed uscì dalla stanza.

Arrivai in cucina, mangiai la mia colazione e decisi di uscire un po.

Volevo andare in campagna, nei prati verdi in mezzo a tanti fiori colorati.

Così mi sdraiai sulla fresca e morbida erba e guardai il cielo, le nuove... che strane forme che avevano...

A volte mi chiedo come sarebbe stata la mia vita se papà non se ne fosse andato, si sarebbe occupato lui della mamma (non che mi dispiaccia occuparmene) ed io avrei giocato dalla mattina alla sera con i miei amici.

A volte mi chiedo come sarebbe andare a scuola, imparare tante nuove cose, conoscere tanti piccoli e grandi aspetti della vita di cui ignoriamo l'esistenza o del quale non ci accorgiamo.

Io tutto sommato sono contento della mia vita ma sotto alcuni aspetti vorrei un po migliorarla...

Dopo un po guardai l'orologio, erano le 12:32, wow si era già fatta l'ora di pranzo! Il tempo vola! E andai verso casa.

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