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Il mio consiglio numero nove è: non legare i tuoi amici ai caloriferi e rimani lucido quando c'è silenzio imbarazzante.

Io l'amavo.
Ero sicuro, era proprio amore quello che provavo quando la vedevo. Strano.
Tutti dicono che è bello amare una persona e sentire il cuore battere forte... bè non è vero.
Era diventata insopportabile la voglia di baciarla ma non poterlo fare, era brutto immaginarsi certe cose nella mente, quando nella realtà non potevo combinare nulla.
Ci stavo male.
E se lei non mi amava?
Se ero solo io l'idiota a provare qualcosa?
I miei amici dicevano di muovermi a dichiararmi ma per loro era facile dirlo.

Un giorno esposi i miei problemi a Jaemin che in quel periodo era il mio vicino di banco.

"Mi sento vuoto senza di lei."

Mi aveva risposto che anche lui una notte si sentiva come me, poi era sceso in cucina, aveva aperto il frigorifero e si era mangiato una grande fetta di pizza. Ciò che provava era solo fame... Gli avevo tirato l'astuccio in faccia e lui era corso subito a frignare dal professore...

Mi veniva da urlare.
Io non ero come gli altri: sono timido e mi faccio prendere velocemente dalle emozioni.
Ogni volta che cercavo di confessarmi, la mia voce spariva.
Ci avevo provato diverse volte ma avevo fallito sempre e comunque.

Forse avrei dovuto rinunciare.

Dopotutto era inutile fare una figuraccia ed essere preso in giro per tutto il resto della vita.
Perché dovevo essere così... me stesso?
Non potevo essere un po' come Taeyong o un po' come Yuta? Non potevo essere determinato come Johnny o sincero come Winwin?
Non potevo essere gentile come Taeil o intelligente come Doyoung?

No. Io ero solo il timido Haechan.
Non sarei mai potuto essere come gli altri ragazzi.

Una sera eravamo a casa di Renjun ed erano state invitate anche le ragazze.
Prima del loro arrivo, in casa c'era confusione perché avevamo giocato a fare la lotta e quindi tutto era a soqquadro: i divani erano spostati, un vaso era rotto a terra, le sedie erano state ribaltate, Jisung era stato preso di mira da tutti e ora si ritrovava bendato e legato al calorifero come se fosse il nostro ostaggio.
Quando sentimmo il citofono squillare, tutti ci mettemmo all'opera.

"Voi prendete le sedie mentre voi sistemate la cucina!" ordinò Jeno gesticolando furiosamente.

"E tu che cosa farai?" domandò Chenle.

Lui si strinse nelle spalle.

"Io starò seduto su questo divano."

Guai a protestare contro Jeno, lui era un tiranno con tutti.

Gettammo stupidamente i cocci dal balcone, riposizionammo i mobili, pulimmo il pavimento usando Renjun come straccio e facemmo molto altro. Quando andammo ad aprire la porta, eravamo tutti sudati.

"Avanti" dicemmo tutti in coro.

Le ragazze entrarono con facce stranite.

"Vi state trasferendo o cosa?" fece una.

"No! Noi stavamo... stavamo facendo acqua-gym" rispose Chenle.
Ve l'ho detto che è stupido!

Dietro Hyun vidi Rebecca.
La guardai e lei mi guardò, era così dolce e tenera e bellissima e meravigliosa e bellissima e... okay, la smetto.
Le feci un piccolo sorriso e lei ricambiò arrossendo.

"Prego, entrate pure."

Entrarono e ci mettemmo nel salotto seduti sui divani.
Io ero messo vicino a Jeno ma invidiai Cho Hee che si trovava vicino alla mia amica speciale. Jeno lo notò.

♡ How to Win a Heart - by Haechan ♡Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora