Il punteggio

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                       Capitolo 15

Senza più speranze, torno in camera.

Mi faccio una breve doccia, e mi vesto con una maglia verde larga e dei pantaloni neri aderenti.

Mi siedo su una poltrona viola con dei disegni di rosa. Intanto, prendo un cuscino che raffigura lo stemma del mio Distretto e lo stringo, mentre ammiro il tramonto su quel gioiello di Capitol City.

Il sole e i suoi raggi luminosi stanno calando, mentre le luci aumentano sempre di più la loro intensità.

Sento Cassie che mi chiama per la cena, ma non m'importa. Mi dirigo verso la grande finestra trasparente senza volerlo, come se fossero le mie gambe a voler farlo. Appoggio le mani sul vetro, cercando di osservare aldilà di Capitol City, come se volessi cercare i Distretti.  O meglio, il mio Distretto, ma non li trovo. Sono troppo lontana da casa, e probabilmente non la vedrò più. Prima che me ne accorga, le lacrime già scendono lungo le guance, mentre Cassie é entrata, preoccupata per il fatto che non le avessi risposto quando mi ha detto della cena.

-Rue, piccolina... Cos'é successo? - Mi chiede, con aria dispiaciuta. -Io... - cerco di spiegare -Mi manca... La mia famiglia, il Distretto, i campi...  Non vincerò, Cassie! Morirò! I miei fratelli pretenderanno il sangue di chi mi ucciderà, e non voglio che succeda!  Non voglio che passino i prossimi giorni a vedere la loro sorella più grande, non voglio che piangano per settimane... Non voglio, NON VOGLIO! - Dico, urlando e singhiozzando. Lei non mi dice niente. Mi guarda, con quel suo tipico sguardo pieno di speranza. Mi abbraccia, mi da un bacio sulla guancia, e solo dopo dieci minuti mi rivolge la parola:- Ehi, Rue? - -Si? - Rispondo, guardando i pochi raggi di sole rimasti, non del tutto scesi. -Ti va di venire a mangiare? Non é la stessa cosa, senza di te. -

Ci penso un po'su, poi accetto.

Mangiamo in silenzio, finché non ci chiedono com é andata. O meglio, Chaff beve, Seeder chiede e Cassie, tornata nel suo "ruolo" ci assilla, chiedendo sempre più dettagli.

Le domande vengono fatte prima a me.

-Credo che sia andata abbastanza bene - mento. In realtà penso di essere stata un fiasco, e che nessuno mi abbia notata solo perché sono una ragazzina di 12 anni di un Distretto povero.

-E tu... Thresh? - Chiede cautamente Seeder  -Non ne voglio parlare. Non sono affari vostri. -

Non parliamo più. O non sappiamo di cosa parlare, o non ne abbiamo voglia. O forse, un po' tutti e due.

Una volta finita la cena, andiamo in salotto a vedere i punteggi.

I favoriti prendono ottimi voti, come sempre. Passano i Distretti, e senza rendermene conto, ho il cuore in gola, e stringo a più non posso la mia collana. Distretto 11. Thresh = 10. Mostrano me, e chiudo gli occhi. -Apri gli occhi! - dice qualcuno. Li apro. Sette. Sette. Sette. Sette. 

Dopo aver ripetuto nella mia testa almeno una decina di volte, capisco il senso della parola: il mio punteggio é sette! Sono così contenta da non notare immediatamente il voto di Katniss, undici. Wow. Ma che avrà fatto per meritarsi quel voto?

Non importa, l'unica cosa che conta per me adesso é il mio sette.

Mi chiedo cosa staranno pensando i miei amici e la mia famiglia del mio punteggio: ne saranno orgogliosi, sbandierando a tutti quanto sono stata brava? Ne saranno stupiti? O forse saranno comunque preoccupati per gli imminenti giochi?

Non riesco a pensarci, vedo il mio sette ovunque guardi: sul soffitto, sul divano. Ovunque.

Vado in camera dopo che gli altri si congratulano con me,  prendo un pigiama bianco e mi ficco tra le coperte con la felicità che va verso le stelle,  e anche oltre.

Non posso ancora crederci.

Vedo ancora quel punteggio, quando chiudo lentamente gli occhi per il sonno.

Gli Hunger Games visti da RueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora