Capitolo 23
-Perché no? Mi hai salvata da squegli aghi inseguitori. Sei sufficientemente sveglia se sei ancora viva-. Abbasso lo sguardo. Voglio davvero diventare sua alleata? E se mi uccide non appena mi distraggo? Stranamente, mi sento come se non potesse, o non volesse farlo. Poi la spilla della ghiandaia che indossa... Mi ricorda troppo casa. Katniss continua:-E a quanto pare non ti faccio paura- Questo non è del tutto vero. Mi fido di lei, soprattutto grazie al simbolo della sua spilla, ma ho comunque paura che da un momento all'altro decida di porre fine alla mia vita in un attimo, con quell'arco. Le dó un altro sguardo, per vedere se sta per prenderlo.
Niente, non si muove di un millimetro. O vuole uccidermi, oppure crede che in qualche modo possiamo davvero diventare alleate, aiutandoci a vicenda.
-Affamata?- Dice, riferendosi alla carne. L'odore di quel cibo mi pervade le narici, e il mio stomaco comincia a brontolare. Sono giorni che mangio nocciole, bacche e radici, ma alla vista di quella carne sembra che il mio stomaco stia affondando; è come se dall'inizio dei Giochi non avessi mangiato nulla, ed in questo momento mi stiano mostrando un banchetto ricco quasi quanto quello che ci veniva offerto nel treno. Deglutisco con forza, e mi trattengo dal saltare addosso a quella carne. -Serviti pure- dice Katniss. -Oggi ho ucciso due prede-. Non ci credo. Mi sta chiedendo di dividere il cibo che lei ha cacciato? È troppo, devo ripagarla in qualche modo. Ma come? Rimango un istante a pensare, poi mi ricordo che é stata punta dagli aghi inseguitori. -Posso sistemarti le punture- affermo. Katniss ha un'espressione di stupore mista a felicità, quindi chiede:-Davvero? Come?- Prendo lo zaino, e tiro fuori le foglie che ho raccolto in questi giorni. -Dove le hai trovate?- Mi chiede di nuovo. Vedo che la sua espressione non è particolarmente stupita, quindi credo che le abbia già usate, in passato. Le rispondo dicendole che le ho trovato qui intorno, e poco dopo lei accenna alla mia bravura nello spostarmi tra gli alberi, come se avessi le ali. Sorrido. Ha scoperto il mio punto forte. Vorrei complimentarmi con lei per il suo undici e per la sua bravura con l'arco, quando lei mi chiede di curarla dalle punture. Comincio a masticare le foglie, mentre Katniss scopre le parti da da guarire. Un sapore amarognolo misto al dolce si diffonde nella mia bocca, e poco dopo premo quel miscuglio di foglie e saliva sulle varie punture. In seguito, noto un piccolo contenitore argentato accanto a lei, e dopo un attimo di incomprensione, capisco di che si tratta. -Hai dei buoni sponsor- dico, senza riuscire a togliere lo sguardo da quel piccolo tesoro. -Tu non hai ricevuto niente?- Chiede Katniss. Scuoto la testa, amareggiata. -Succederà, vedrai. Senti, più ci avviciniamo alla fine, più la gente capirà quanto sei intelligente-. Oh, lo spero, penso. Thresh ha sicuramente già un numero infinitesimale di sponsor, e a quanto pare anche la Ragazza di Fuoco. Mi chiedo se qualcuno si ricorderà della mia esistenza e mi aiuterà, prima che io vada incontro alla morte. Inoltre, ho ancora paura di Katniss. Niente potrebbe impedirle di uccidermi all'istante. Ha il suo arco, io le sono accanto e, dopo averle curato le punture, sta sicuramente meglio, e forse anche con più forze. Deglutisco, quindi le chiedo:-Non stavi scherzando sul fatto che vuoi allearti con me, vero?- -No, dicevo sul serio-. Non pensarci più, mi dico. Se avesse voluto uccidermi sul serio, non sarei più qui. In qualche modo, credo che lei pensi che possiamo aiutarci a vicenda. Finora, è stato così. Cominciamo a mangiare; non sono mai riuscita ad avere tanta carne per me, perciò colgo l'attimo e mangio un boccone gigantesco di quella deliziosa carne. Delle parole interrompono i miei pensieri sul cibo:-Pensavo che nel Distretto 11 aveste un po' più da mangiare che da noi. Sai, visto che coltivate frutta e verdura-. Mi stupisco di ciò che ha appena detto. Credevo che in tutti i distretti non si potesse avere ciò che si produce; beh, in fondo nessun abitante di un distretto sa cosa fanno gli abitanti degli altri distretti. Quindi le dico di no, parlandole del comportamento severo del nostro sindaco, e di quando frustano chi mangia ciò che raccoglie. Ci danno da mangiare solo durante il raccolto, convinti che serva a farci lavorare comunque. Ma non è il cibo a farci lavorare. O almeno, non del tutto. È la paura: la paura di essere frustati in piazza davanti a tutti, o peggio. So che tutto questo non potrà durare per sempre, ma non è comunque facile sopportarlo. Gli abitanti dei distretti, alla fine, nonostante le diversità, hanno comunque qualcosa in comune: la speranza. Tutti quanti speriamo in un futuro migliore, senza dittatura, nè povertà, nè uccisioni per merce rubata. Purtroppo, tutti hanno paura di fare la fine dello sventurato Distretto 13, perciò nessuno si muove, nessuno fa nulla. O comunque, i pochi coraggiosi che fanno qualcosa, vengono messi a tacere per sempre. Ci vorrebbe più organizzazione, ci vorrebbe... Un capo. Sì, servirebbe qualcuno che infonda coraggio agli abitanti, qualcuno che guidi la rivolta. Beh, finora queste sono solo fantasie. Credo sia inutile ripensarci, perchè al momento dovrei concentrarmi su altro. Perciò, suggerisco alla mia alleata di controllare ciò che abbiamo. Noto che lei aggiunge alla sua raccolta delle gallette e della carne secca, mentre io le mostro tutto il contenuto dello zaino, spiegandole che dovevo allontanarmi in fretta dalla Cornucopia. All'improvviso, lo sguardo mi cade sugli occhiali che Katniss ha in mano. -Dove li hai presi?- Chiedo, con il cuore in gola. -Erano nello zaino. Finora sono stati inutili. Non schermano il sole e si fa più fatica a vedere- risponde. -Non sono per il sole, sono per il buio!-