Capitolo 2
Rue. Hanno scelto me. Sento persone che singhiozzano, piangono, tra cui mia madre. Mi giro verso di lei e vedo quanto sia disperata, mentre i miei fratelli hanno varie espressioni: Shane e Jodie, di 3 e 4 anni, non riescono bene a capire, data la tenera età; Rosie, di 7 anni, piange come non mai. Non aveva pianto così nemmeno quando la sua bambola preferita, fatta di paglia e fiori, era stata distrutta.
E poi vedo loro due, Rydia e Luke. Lei, 9 anni, dolce ma con un bel caratterino, nonostante la durezza che vuole mostrare, noto qualcosa sulle sue guance.
Lacrime.
E invece Luke non fa che nascondersi sotto il giaccone della mamma. È un maschio, ha 8 anni, ma é il più fifone della famiglia. Persino Jodie e Shane a volte sembrano più coraggiosi.
Cerco di farmi coraggio e comincio a camminare lentamente, mentre vedo persone con le lacrime agli occhi.
Forse mi volevano davvero bene, penso.
Mi piazzo sul palco e Cassie chiede se ci sono volontari. Nessuno risponde.
Si sente solo il vento. È ovvio. Nessuno vorrebbe morire al mio posto.
Cassie, tutta emozionata, dice: -Bene! Adesso il nostro tributo maschio! -
Pesca un foglietto dall'altra boccia dei nomi, quella dei maschi.
-Thresh Evans! -
Già, Thresh. É un tipo taciturno, ma molto forte; spesso l'ho visto sollevare senza minime difficoltà sacchi di mele da 70kg. Inoltre é molto robusto, secondo me potrebbe vincere.
Arriva sul palco. Anche per lui, niente volontari.
Ci stringiamo la mano e lui mi guarda tristemente, poi suona l'inno e veniamo condotti nel decadente Palazzo di Giustizia, in due stanze diverse.
Mi siedo su un comodo divanetto, davvero bello, quando mi rendo conto che questa é l'ora delle visite e l'ultima cosa che voglio vedere sono lacrime.
É vero, ho 12 anni, ma non voglio vedere le persone a cui voglio bene piangere, non voglio apparire troppo debole.