Cos'hai desiderato?

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Quella sera le vie di Parigi erano molto trafficate: persone per le strade, ai tavoli dei bar e ristoranti, macchine che sfrecciavano veloci ad ogni incrocio; sembrava quasi che la giornata non dovesse finire. Maura e Jane passeggiavano tranquille lungo il marciapiede: erano serene, felici e soddisfatte del nuovo ristorante. Ormai era diventata una sfida cercare di mangiare in ogni locale vicino all'hotel. Scherzavano proprio su questo argomento mentre camminavano: - Da Boston a Parigi solo per ingozzarci – ironizzò Jane – attenta dottoressa Isles oppure dovrai rinunciare ai tuoi tailleur aderenti. – Maura rise, colpendo leggermente l'amica col dorso della mano. Ridevano felici, tra le luci e i rumori della città. L'hotel era ancora lontano ed entrambe avevano bisogno di sedersi; si addentrarono nel parco per impadronirsi di una panchina e quando finalmente la trovarono, Jane non si sedette: andò dritta verso un bellissimo pozzo in mattoni che troneggiava al centro del sentiero. Quando gli fu vicina si sporse per guardarci dentro e fece cenno a Maura di avvicinarsi.

- Mi fanno male i piedi – si lamentò l'amica, ma Jane insistette a tal punto da convincerla. Adesso entrambe fissavano l'oscurità del fondo. – È un pozzo dei desideri – osservò Maura e, in tutta risposta, la detective le sorrise, estrasse una moneta dalla tasca e la gettò nell'oscura profondità.

- Che hai desiderato? – chiese curiosamente la coroner.

- Non lo saprai mai! – disse tutta soddisfatta la detective. L'insistenza di Maura fu inutile: Jane non le avrebbe mai detto che a quel pozzo aveva chiesto di conservare quell'allegria che le univa anche quando la distanza avrebbe messo il loro rapporto a dura prova. 

Un mese a ParigiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora