{Capitolo 1}

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Ero nella sala d'attesa, ovvero fuori dalle sale operatorie, insieme a Wanda e stavamo aspettando che l'operazione di Pietro finisse e che i dottori uscissero da una delle sale con lui per portarlo nella sua stanza. Eravamo lì da ore, Wanda non smetteva di camminare avanti e indietro a causa dell'ansia e dallo stress mentre io ero seduta su una sedia e continuavo a fissare il muro bianco davanti a me. Continuavo a pensare se era la scelta giusta, se sarebbe impazzito come mio padre Phil o se avesse avuto un altro superpotere per colpa dell'Iso-8, non smettevo di farmi domande senza risposta. Probabilmente le stesse domande se le faceva anche Wanda o almeno lo speravo, speravo di non essere la sola.

Nella stanza non c'era nessuno oltre a noi due fortunatamente, non avrei sopportato di vedere che altra gente stava aspettando che qualche parente o amiche uscisse da una delle sale. Io e Wanda non parlammo molto, infatti il silenzio ci faceva compagnia ma sparì in pochi secondi all'arrivo di mio padre Tony. Mio padre mi chiese se stavo bene, io gli risposi di sì nonostante fossi molto agitata.
«Andrà tutto bene, state tranquille» disse mio padre Tony a me e a Wanda, lei stava per rispondergli ma fu distratta dai dottori che portavano Pietro in una stanza, li inseguimmo lasciando mio padre da solo. Finalmente era tutto finito e a quanto pare era andato tutto bene, io fui più sollevata quando li vidi uscire. Arrivammo nella stanza numero 13, la stessa stanza in cui fui portata dopo la mia operazione, io subito mi sedetti sulla poltrona affianco al lettino di Pietro mentre Wanda rimase in piedi, gli prese la mano e iniziò ad osservarlo. La stanza aveva le pareti verdi, erano state ridipinte da poco e l'avevo notato perché sui muri non c'erano più i disegni dei bambini che facevano quando facevano visita ai parenti.

«Spero si svegli presto... Sicuramente sarà così confuso e farà tantissime domande» disse Wanda sorridendo, era felicissima di riavere suo fratello ed anche io lo ero. Cominciai a pensare a cosa sarebbe accaduto dopo e cosa sarebbe accaduto se io non avessi mai lasciato il mio lavoro al bar, se non ci fosse stato Ultron e altre mille cose. Ero completamente persa nei miei pensieri ma Evangeline mi riportò alla realtà. Era diventata una delle infermiere dello S.H.I.E.L.D., voleva aiutare la gente e, visto che l'azione non faceva per lei, decise di lavorare insieme a me. Anche Joanna iniziò a lavorare allo S.H.I.E.L.D. ma lei diventò un agente, era davvero brava nel suo lavoro.

«Devo fare dei controlli, potreste uscire un attimo dalla stanza per favore?»

«Oh...Sì, sì. Scusami» mi alzai dalla poltrona e uscii dalla stanza insieme a Wanda aspettando che la mia amica finisse di controllare Pietro, quel giorno sembrava andare tutto per il verso giusto e io speravo che continuasse così fino al giorno seguente ma le mie speranze svanirono quando sentii un'esplosione non molto lontano da noi. Un agente corse verso di me avvisandomi che eravamo sotto attacco, lo ringraziai e gli dissi di radunare tutti gli agenti possibili perché saremo scesi in azione. Aprii la porta della stanza di Pietro per vedere se i due stavano bene, dissi alla mia amica di rimanere con lui e di stare attenta. Chiusi la porta e insieme a Wanda mi incamminai nel luogo dell'esplosione, ovvero l'entrata principale della struttura. Arrivate nota che sfortunatamente la bomba aveva colpito due agenti, cercai di rimanere calma e di non agitarmi. Ai miei piedi trovai un pezzo della bomba su cui c'era scritto il nome di chi ci aveva attaccato:"Hydra". Chiesi agli agenti sopravvissuti all'esplosione se avevano visto qualcosa o qualcuno di sospetto, tutti mi risposero di no e da quel momento capii che la bomba era un diversivo, un modo per distrarci. I nemici avrebbero sicuramente agito in un altro luogo della struttura e quindi dovevamo muoverci in fretta, ordinai ad alcuni agenti di fare la guardia a tutte le entrate mentre agli altri dissi di andare nell'ospedale per controllare che stessero tutti bene. Tra questi agenti c'era anche Joanna che mi chiese privatamente se la nostra amica stesse bene, le risposi di sì e le dissi di andare da lei per proteggerla. Prima di andare nella sala controllo per vedere se le telecamere di sicurezza avessero registrato qualcosa di utile, presi la pistola di uno delle vittime.

«Tyron, hai scoperto qualcosa?» chiesi. Tyron Dixon era nuovo ed era stato assunto come informatico e hacker dello S.H.I.E.L.D., oltre a lui c'era anche sua sorella, Charlotte, ad essere nuova ma lei era una scienziata, bravissima nel suo campo. I due si trasferirono da poco e cercavano un lavoro urgentemente, loro erano i miei amici d'infanzia e fui io a raccomandarli.

«Sì, signora! I ricercati si stanno dirigendo nei sotterranei e cercano l'Iso-8» mi rispose.

«Grazie mille, Tyron! Ah, tieni. Vai da tua sorella e proteggila, si trova al laboratorio» gli diedi la pistola presa precedentemente, sarebbe servita più a lui che a me. Lui uscii velocemente dalla stanza e corse verso il laboratorio per raggiungere sua sorella mentre io chiamai Alexis, le dissi di aspettare me e Wanda nei sotterranei perché avrei avuto bisogno di lei per battere i nemici.

Arrivate, controllammo che non ci fosse nessuno ad aspettarci. Era tutto silenzioso, nei corridoi non c'era nessuno e le porte sembravano tutte chiuse. Ogni stanza di quel luogo conteneva qualche tesoro diverso ma ben due di esse contenevano l'Iso-8, ne avevamo troppo per una stanza sola. Nei sotterranei si trovava anche la palestra in cui Diana allenava i futuri supereroi o agenti, fortunatamente quel giorno non c'era nessuno quindi non mi preoccupai molto. Io e le ragazze decidemmo di dividerci: Wanda sarebbe rimasta all'entrata principale mentre Alexis in mezzo al corridoio e io sarei andata avanti. Nonostante entrambe sapessero volare, Alexis era l'unica che poteva raggiungere una di noi due in pochissimo tempo. Continuavo a guardarmi intorno mentre camminavo, non vedevo nessuno ma questo non mi fece tornare indietro. Sentivo che c'era qualcuno, sentivo una presenza, sentivo che qualcuno era dietro di me. Infatti mi voltai di scatto e mi ritrovai una ragazza dai capelli rossi che mi stava per colpire, io le tirai un calcio e la feci cadere. Lei mi guardò malissimo, ero abituata a ricevere occhiatacce durante un combattimento ma il suo sguardo sembrava trasmettere un enorme odio nei miei confronti, come se le avessi fatto qualcosa... eppure era la prima volta che la vedevo! Le luci lampeggiarono e lei sparì nel nulla, rimasi immobile per qualche secondo. Dove era andata? Era un ninja oppure aveva il potere del teletrasporto, non avevo altre spiegazioni. Davanti a me apparvero due uomini armati che cominciarono a spararmi ma riuscii a difendermi grazie al mio campo di forza, lanciai dei colpi di fuochi e li misi fuori gioco. Corsi verso Alexis, anche lei stava combattendo con degli agenti dell'Hydra. Volò sopra di me per schivare dei colpi, poi staccò una porta e la lanciò contro di loro. Atterrò di fianco a me e mi domandò se stavo bene, io le risposi di sì e le chiesi la stessa cosa.

«Sto bene, grazie. Andiamo da Wan... Attenta!» non feci in tempo a voltarmi che la mia amica si buttò sopra di me per difendermi, sentii qualcosa cadere: era l'arma di un agente dell'Hydra che stava per spararci. L'uomo stava guardando davanti a sé, guardava il vuoto. Capii subito dopo che la causa era Wanda, l'aveva fermato facendogli immaginare chissà che cosa. Probabilmente qualcosa di orribile visto che dal suo sguardo sembrava triste e spaventato. Alexis si tolse da me e si alzò, mi misi in piedi e controllai che non ci fossero altre sorprese. Dissi che era meglio portare l'uomo in una delle celle così poteva riprendersi e io potevo fargli delle domande, Wanda e Alexis lo presero in braccio e lo portarono fuori dai sotterranei mentre io controllavo che i nostri rivali non avessero preso qualcosa.

Dopo i controlli andai nell'ufficio di mio padre Phil a discutere sull'accaduto, insieme a noi c'era anche Diana.

«Erano sei uomini e una ragazza dai capelli rossi. Lei mi preoccupa, è scomparsa in un secondo...» dissi io preoccupata, dovevo scoprire qualcosa su quella ragazza e perché non rubarono niente. Stavano studiando la struttura così da raggiungere il loro obbiettivo piùfacilmente? Sicuramente non era un'ipotesi da scartare. Chiesi seanche loro avevano qualche ipotesi, loro mi risposero di no e mio padre disse che avrebbe chiesto a Tyron di controllare bene i filmati della sicurezza, forse con il riconoscimento facciale si sarebbe scoperto qualcosa. Diedi la mia approvazione e uscii dall'ufficio dopo aver salutato i due, mi incamminai verso la stanza di Pietro perché volevo vedere se lui ed Evangeline stavano bene.

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