{Capitolo 3}

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*Parla Evangeline*

Finalmente era arrivato il mio giorno libero, dovevo fare alcune commissionic ome pagare alcune cose e comprare qualcosa per la cena con i miei genitori che ci sarebbe stata tra qualche mese per far vedere a loro la mia nuova casa per la prima volta. Ne avevo affittata una da qualche mese, era sicuramente un passo importante per una che era maggiorenne da non molto ma mi ero promessa che finita la scuola me ne sarei andata e infatti fu così.

Dopo aver pagato tutto quello che dovevo, sono andata al centro commerciale per vedere se trovavo qualcosa per la serata. Avevo girato in tutti i negozi possibili e avevo comprato solo un vestito corto rosso e bianco, dovevo ancora comprare dei fiori per decorare la casa visto che a me e, sopratutto, a mia madre piacevano tanto. Notai che all'ultimo piano avevano aperto un negozio di piante e fiori e decisi di farci un salto sperando di trovare qualcosa, dalla vetrina c'erano dei bellissimi fiori ma sfortunatamente non c'erano i tulipani, ovvero i preferiti di mia madre. Entrai nel negozio, magari erano dentro. Iniziai a guardarmi intorno cercando i tulipani rossi ma non li vedevo da nessuna parte, mi voltai e vidi un commesso. Mi avvicinai a lui per chiedergli aiuto, lui si voltò e davanti a me mi ritrovai un ragazzo davvero molto carino.

«Come posso aiutarti?» chiese sorridendomi.

«Ehm...Vorrei sapere dove posso trovare i tulipani rossi»

«I tulipani arriveranno tra due mesi circa, se vuoi ti tengo un mazzo da parte così quando sei libera puoi venire a prenderli» lo ringraziai dicendogli che quei fiori erano per mia madre, lo dissi d'istinto. Lui mi chiese quali erano i miei fiori preferiti, gli risposi che erano le orchidee bianche perché mi trasmettevano tranquillità e purezza. Lui sorrise e se ne andò senza dire una parola, io non feci molto caso anche perché stavo guardando le piante che si trovavano di fianco a me: cactus, fictus, in quel negozio c'era di tutto e di più. Il ragazzo che mi aveva aiutato pochi istanti prima ritornò con in mano un'orchidea bianca, me la porse dicendomi che la offrivala casa.

«Un bel fiore per una bellissima ragazza» disse sorridendomi, io la presi ringraziandolo ancora una volta e poi me ne andai.

Il negozio chiudeva abbastanza tardi e fortunatamente dopo la fine del mio turno di lavoro, per giorni andai lì solo per vedere quel ragazzo così carino e gentile che mi aveva colpito fin da subito. Si chiamava Zach Baxter e lavorava lì per aiutare la famiglia, era l'unico lavoro che aveva trovato e non gli piaceva per niente ma non lo faceva vedere. Ci parlavamo sempre, ogni giorno sempre più apertamente come se ci conoscessimo da anni. Ci scambiammo i numeri di telefono così da mantenerci in contatto anche quando eravamo a lavoro. Erano passati due mesi dal nostro primo incontro, da quel momento andava tutto bene finché lui smise di scrivermi dal nulla . Non parlavo con lui da un po', anche perché a causa del lavoro non potevo vederlo, e mi chiedevo se avevo fatto qualcosa di male, andai nel negozio per prendere i fiori che avevo ordinato in precedenza, visto che quella sera avrei avuto la cena con i miei genitori, e lui non c'era, chiesi ad una delle sue colleghe se lui stava bene e mi risposero che era sparito da qualche giorno senza dare spiegazioni. La ringraziai e chiamai Mary, le dovevo parlare urgentemente. In quell'ultimo periodo le scomparse erano aumentate, quasi 20 persone erano sparite in circostanze misteriose e lo S.H.IE.L.D. faceva di tutto pur di trovarle.

«Volevo proprio parlarti delle scomparse... Tutte le vittime hanno il gruppo sanguigno A. Oltre a questo abbiamo una pista, chi ha rapito queste persone si trova nel magazzino abbandonato vicino alla vecchia metropolitana. Tutte le scomparse sono accadute lì vicino così il colpevole poteva nascondersi velocemente» mi disse Mary, lei e alcuni agenti si stavano preparando per andare in missione e salvare le vittime dei rapimenti. Mary chiese a tutti i presenti dove fossero Joanna e Tyron ma nessuno lo sapeva, mi offrì come sostituta della bionda ma Madison mi disse di no e che dovevo andare dai miei genitori, non potevo rinunciare alla cena. Annuì e me ne andai a casa, mi preparai e preparai il tavolo e poi aspettai i miei genitori. Era passata un'ora dal loro arrivo, stavamo già mangiando la torta al cioccolato che aveva preparato mia madre per la serata. Io cercavo di godermi la cena ma il pensiero che i miei amici siano in missione mi preoccupava, erano sicuramente esperti nel campo ma non avere loro notizie mi angosciava. Anche il fatto che Zach era, forse, una delle vittime mi metteva ansia- Speravo che i miei dopo il dolce se ne sarebbero andati anche perché iniziava a farsi tardi e io avrei lavorato il giorno dopo e poi avrei voluto raggiungere i miei amici nel luogo della missione, nonostante sarebbe stato pericoloso. Fortunatamente fu così e i miei genitori se ne andarono soddisfatti della casa e della cena, cosa che mi rese felice ma in quel momento non me ne importava molto. Aspettai esattamente cinque minuti prima di uscire, aspettavo che i miei se ne andassero non solo da casa mia ma anche dal quartiere. Raggiunsi il magazzino abbandonato, alcuni agenti erano fuori pronti per intervenire nel caso ce ne fosse stato bisogno mentre altri erano dentro insieme ai miei amici. Pochi istanti dopo vidi uscire un gruppo di persone: erano alcune delle persone che erano state rapite, tra loro c'erano bambini, ragazzini e qualche adulto. Tra la folla cercavo Zach ma non lo vedevo da nessuna parte, mi stavo preoccupando parecchio. Ad un certo punto sentii qualcuno che appoggiò una mano sulla mia spalla, mi voltai di scatto e vidi che era lui. Lo abbracciai fortissimo, ero contenta che fosse lì e che stava bene.

«Stai bene? Ti hanno fatto del male? Ero così preoccupata» dissi velocemente. Lui cercò di calmarmi dicendomi che stava bene nonostante avesse qualche graffio, nulla di grave fortunatamente.

«Dobbiamo andarcene e subito!»

«Sì, hai ragione ma non posso abbandonare i miei amici... Devo fare qualcosa!»

«Le ragazze che ci hanno salvato sono toste, una ha la superforza e l'altra... ha dei poteri strani. Sicuramente le aiuterai se ci porterai al sicuro» aggiunse lui, capii subito che parlava di Alexis e  di Wanda. Io annuì e mi feci seguire dalle persone che erano uscite. Stavo andando verso lo S.H.I.E.L.D., nonostante fosse un po' lontano era l'unico posto sicuro che conoscevo.

Passarono due ore, era quasi mezzanotte. Alla base ritornarono tutti insieme ad altre vittime, l'unica che non vidi era Mary. Chiesi a Pietro cosa fosse successo, dalla sua faccia sicuramente nulla di buono.

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