{Capitolo 4}

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*Parla Grace*

Erano le cinque del pomeriggio, ero nello spogliatoio della palestra e mi stavo preparando per la mia prima lezione di pallavolo. In quella stanza oltre a me c'erano altre due ragazze che mi osservavano e parlavano a bassa voce, cercavo di non farci caso ma la rabbia stava per prendere il sopravento. Uscii dallo spogliatoio il più in fretta possibile o le cose sarebbe andate male, non volevo combinare guai alla mia prima lezione. Arrivata sul campo notai che c'erano un sacco di gruppetti, sembrava di essere a scuola. Mi infilai in un gruppo e cercai di fare amicizia con qualcuno dei miei nuovi compagni, l'unica a darmi retta fu una ragazza di nome Jessica. Era più bassa di me, aveva i capelli lunghi e corvini.

«É un vero piacere conoscerti, Grace Hall!» mi sorrise e io ricambiai. Iniziò a raccontarmi come era la coach e come si svolgevano le lezioni, mi disse anche che dovevo stare lontana da alcune ragazze visto che portavano solo guai. Io non volevo giudicare nessuno senza conoscerlo quindi decisi di non dare ascolto alla mia nuova amica e cercai di fare colpo su quelle ragazze facendo del mio meglio in campo. La prima lezione andò bene nonostante presi ben due pallonate in faccia, in quegli ultimi anni avevo provato qualsiasi tipo di sport e alla prima difficoltà mollavo ma stranamente quel giorno volevo andare avanti, decisi che la pallavolo sarebbe stato il mio sport.

Il primo mese passò velocemente, la coach disse che avevo del pontenziale anche se non ero ancora la migliore della squadra. Io ero soddisfatta dei risultati, non solo in campo ma anche sulla socializzazione. Io e Jessica eravamo diventate inseparabili e finalmente gli altri mi davano retta, sopratutto le ragazze da cui dovevo stare alla larga... secondo la mia "piccola" amica. A fine lezione una di loro, Abigail, si avvicinò a me, sembrava molto sicura di sé.

«Sei brava in campo, non quanto me ma stai migliorando. Sembri una tipa interessante... io e il mio gruppo organizziamo una festa, ti va di venire?» da "mio" capii subito che lei era la leader del gruppo, era un trio precisamente. Io accettai chiedendo se potevo portare con me anche Jessica, lei ci pensò per un secondo e poi mi disse di sì. Dopo aver saputo il luogo e l'ora dell'incontro, andai subito da Jessica per dirle della festa, lei non sembrava molto contenta.

«Sei impazzita? Finiremo nei guai con loro, ne sono certa» le risposi che non ci sarebbe successo niente, erano solo in tre... cosa potevano farci? Jessica non era comunque contenta, mi informò che non erano solo loro tre ma c'erano altre dieci persone nel gruppo e nessuno di loro era un bel soggetto. Roteai gli occhi e presi il mio borsone, uscii dalla palestra e tornai a casa insieme a mia madre che era venuta a prendermi. Quella sera incontrai Jessica davanti a casa sua, mi ci aveva portato mia madre, per poi andare alla festa. Pensavamo che la festa si sarebbe svolta in qualche locale a noi sconosciuto vicino alla vecchia metropolitana ma invece era completamente all'aperto. Arrivate al luogo della festa notammo che Abigail era distesa a terra incosciente insieme ad altri ragazzi della nostra età, ovvero sedici. Realizzai subito che Jessica aveva ragione e che era stato uno sbaglio andare lì, speravo solo che fosse frutto della mia immaginazione. Cercai di allontanarmi il più velocemente possibile in modo da chiamare mia madre per farci venire a prendere, subito dopo avrei chiamato la polizia per mettere fine a tutto quello. Stavo cercando il numero di mia madre nella rubrica mentre la mia amica non smetteva di fissare uno dei ragazzi che beveva in gran quantità bicchieri di vodka uno dopo l'altro, le dissi di smetterla di guardarlo e di rimanere vicino a me. Ad un certo punto sentii tutti urlare, mi voltai e vidi che stavano improvvisamente sparendo uno ad uno. Una ragazza dai capelli rossi sbucò dal nulla davanti a me, dallo spavento feci cadere il telefono e non riuscii a riprenderlo perché fui teletrasportata, o così mi sembrava, in una specie di prigione. Non capivo cosa stesse succedendo, ero parecchio nervosa e cercavo in tutti i modi di andarmene da lì. Pochi istanti dopo vedi comparire Jessica e gli altri ragazzi vicino a me, sfortunatamente eravamo in celle diverse.

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