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<<Cher, fai piano con quegli scatoloni che contengono la ceramica di tua nonna. Se glieli rompi, me lo ricorderà fino alla fine dei miei giorni.>> borbottò una donna, dai capelli neri sulla quarantina d'anni.
Cheryl si guardava attorno, dopotutto nel quartiere del Nevada erano nuovi e stavano decisamente facendo la figura degli straccioni.
<<Santo Dio, tua madre non potrebbe non urlare. Ci sta facendo fare una brutta figura, ci  guardano tutti. Avrei dovuto dargliele di più a Jackie quando era bambina!>> l'anziana signora camminava in modo elegante portandosi la sua borsetta con all'interno un piccolo chihuahua e
recandosi verso la loro nuova abitazione continuando a lamentarsi. Cheryl rideva, scuotendo la testa. Adorava sua nonna e per lei era sempre stata come una seconda madre visto che le era sempre stata accanto in ogni momento della sua vita.
Cheryl ormai, era una giovane ragazza di appena diciotto anni, la sua vita era sempre stata incasinata e sia lei che sua madre continuavano a spostarsi per la paura che il padre avesse potuto trovarle e obbligarle a ritornare alla vita violenta di prima. Cheryl alzò lo scatolone pieno di ceramica della nonna, pesava davvero tanto che dovette appoggiarlo subito  per non spaccarsi la schiena. Sbuffava, si spostò i lunghi capelli neri dietro le spalle, in modo da avere una visuale migliore.
<<Nonna quante volte ti ho detto di bilanciare il peso?! Non potevi fare due scatoloni?>> la ragazza sbuffava e la nonna si affacciò sulla porta rimproverando la giovane:<<Deve essere un vizio di famiglia urlare! Mamma mia, i vicini si saranno fatti una brutta idea su di noi! Oh, la mia povera reputazione.>> per poi entrare  in casa lamentandosi con la figlia per l'educazione di Cheryl e le due donne iniziarono a discutere animatamente come erano solito fare. Cher provò a sollevare ancora lo scatolone con tutte le sue forze, ma non ci riuscì e decise di aspettare che le due donne di famiglia avessero finito di discutere per chiedere loro una mano.
<< ehi, hai bisogno di una mano con quello?>> esclamò un uomo sulla trentina d'anni che si era avvicinato alla giovane senza che lei se ne accorgesse.
La ragazza sobbalzò per lo spavento, si voltò e osservò il giovane uomo attentamente.
<<Scusami, non volevo spaventarti. Comunque, sono Jerry>> dichiarò lui sorridendo e grattandosi la nuca. Cheryl stava osservando il giovane attentamente, impregnandosi nella testa ogni minimo dettaglio. Aveva i capelli neri, alcuni erano fuori posto ma ai suoi occhi risultava perfetto. I suoi occhi erano scuri, e a Cheryl, quello sguardo, metteva i brividi. Si soffermò sul suo petto e sulla sua canotta bianca che stavano mandando gli ormoni della ragazza alle stelle. Scosse la testa e si ricordò che lui le aveva parlato e lei, era stata zitta per alcuni minuti ad osservarlo come un'ebete.
<<Oh, non preoccuparti.. cioé.. insomma non mi sono spaventata. Comunque, sono Cheryl. Piacere.>> la ragazza sorrise  e incominciò a mancarle il respiro sia per l'agitazione sia perché quell'uomo le stava facendo girare la testa. Aveva dimenticato come si respirava, e stava diventando rossa in volto. Inspirò profondamente e buttò fuori l'aria, stava decisamente facendo la figura dell'idiota.
<<Allora, vuoi una mano?>> domandò ancora Jerry, affiancandosi alla giovane e appoggiandosi al baule osservandola attentamente. Si trovava davanti una delle creature più belle che avesse mai visto, aveva un viso angelico dalla carnagione pallida e da due bellissimi e intriganti occhi verdi. Aveva un fisico nella norma e il pensiero solo di morderla per assaggiare il suo sangue lo stava facendo impazzire. Se non ci fosse stata così tanta gente, l'avrebbe morsa, ma non poteva dare nell'occhio, soprattutto di giorno. Grazie all'anello che indossava poteva uscire alla luce del Sole e questo, per lui, era già un vantaggio!
La ragazza deglutì profondamente per la vicinanza tra loro.
<<Se non ti è di disturbo>> esclamò osservando che Jerry aveva sollevato senza problemi lo scatolone.
Avanzò verso la casa accompagnato dalla giovane, si trovò davanti alla porta ma senza invito non poteva entrare. Cheryl, confusa, non riusciva proprio a capire perché se ne stava fermo sulla porta guardandola quasi imprecante. Così, pensando che fosse uno dei pochi gentiluomini sopravvissuti da quella generazione di perfetti idioti, lo invitò a varcare la porta.
<<Oh, entra pure.>> sul viso di Jerry nacque un sogghignò, ora che l'aveva invitato ad entrare,  avrebbe potuto attaccare quando voleva, ma stavolta aveva intenzione di cambiare le regole: voleva divertirsi.
Jerry appoggiò lo scatolone sul tavolo della cucina e raggiunse la ragazza in salotto che stava cercando in tutti i modi di dire a sua madre e a sua nonna di piantarla di discutere che c'era gente e non voleva fare figure.
La nonna si fermò, vedendo il bel ragazzo e abbassò gli occhiali dicendo:<< Cheryl, chi è questo bel maschione?>>  si sistemò l'acconciatura e Jerry sorrise, quella vecchietta dopotutto aveva l'occhio per gli uomini.
<<Mamma! Finiscila, stai mettendo in imbarazzo Cheryl e il ragazzo! Sei troppo vecchia per lui!>> esclamò Jackie, guardando male la propria madre che stava facendo la figura di una donna di strada. Jackie sapeva che sua madre non aveva tutti i torti: era davvero un uomo attraente e aveva capito fin da subito che era interessato a sua figlia.
<<Ascoltami bene signorina, ho settant'anni e li porto come una di cinquanta. E poi l'età non conta, conta l'amore che potrebbe nascere.>> dichiarò l'anziana signora, avvicinandosi al ragazzo e avvolgendoli il braccio abbastanza muscoloso con entrambe le mani e iniziando a tastare i muscoli, sorridendo. Cheryl assunse un aria imbarazzata e guardò sua madre nella speranza di un aiuto, che non venne mai dato che era più sconvolta di lei.
<<Nonna, penso che sia ora che tu vada a riposarti. Il viaggio è tato lungo e non ragioni lucidamente  e smettila di importunare Jerry, va a finire che ci prende per pazze.>> Cher staccò docilmente le mani della nonna, avvolte prepotentemente sul braccio di Jerry e quest'ultima sbuffò. Si voltò verso il bel ragazzo e disse:<<Ci vediamo ancora, bel marpione!>> sorrise e salì le scale. Jackie rimase ancora più sconvolta da quelle parole senza pensarci due volte:<<Devi scusare mia mamma, davvero. Da quando è morto suo marito civetta con tutti gli uomini possibili pur di non pensarlo, in modo da non stare male ancora. Sarai sconvolto. Comunque grazie per avere aiutato mia figlia.>>
Jerry osservava la madre di Cheryl, era una donna molto carina, ma non lo attraeva così come la figlia. Era una strana famiglia ma la compagnia di queste persone lo faceva divertire; doveva essere amichevole con loro in modo tale da riuscire a raggiungere il suo scopo.
<<Non si preoccupi, davvero. Vado ad aiutare sua figlia con gli altri scatoloni>> Jerry rispose a Jackie gentilmente prima di uscire, sogghignando, e avvicinandosi alla ragazza che si era allungata per raggiungere lo scatolone in fondo al baule. Jerry sorrise tra sé osservando il fondoschiena della giovane e trovandolo invitante. Dio, quanto avrebbe voluto possederla ora ed assaggiarla. Al solo pensiero del sangue, i canini gli spuntarono e dovette controllare se stesso per respingerli dentro. Si calmò, espirando profondamente e appoggiò una mano sul fianco della giovane e si allungò anche lui per aiutarla a prendere lo scatolone. La ragazza sobbalzò a quel tocco e un brivido le percorse la schiena, Jerry la stava mandando fuori di testa, non riusciva a non arrossire o a dire una sola parola quando c'era lui. Jerry si avvicinò a lei sempre di più, e le sussurrò all'orecchio:
<<Se non hai impegni, stasera potremmo vederci. Che te ne pare?>> Cheryl sobbalzò ancora di più tirando una testata al soffitto della macchina, facendo la sua solita figura di merda.
Uscirono entrambi dal baule, la giovane si sedette su di esso massaggiandosi la testa per il dolore che le perforava le tempie, Jerry sorrise e si avvicinò per controllare se stava bene e iniziò ad accarezzarle il punto in cui le faceva male.
<<Non pensavo che un mio invito, potesse causare danni!>> esclamò lui guardando la ragazza imbarazzata. Il suo viso stava prendendo il colore del porpora e questo lo faceva impazzire. Sperava che quel suo invito lo accettasse, così la sera stessa si sarebbe nutrito e avrebbe messo fine ai suoi pensieri di eterna perversione.
<<Mi spiace Jerry, ma ho ancora tutto da sistemare e poi sono un po' stanca.. magari facciamo un'altra volta, se non ti dispiace.>> la giovane prese l'ultimo scatolone e Jerry annuì sorridendo, era la prima e unica ragazza che aveva rifiutato il suo invito e, per questo fatto, la rendeva ancora più interessante.
<<D'accordo, faremo un'altra sera Cher. Ora vado che devo sistemare alcune faccende in casa>> lui sorrise, non aveva nulla da fare in casa se non nutrirsi ma Jerry era abituato a mentire. Essere un vampiro non era di certo facile ma a lui piaceva essere quella creatura notturna, gli piaceva come conduceva la sua vita: alcool, sangue e puro sesso. Amava tutto ciò, ma adesso l'unica cosa che voleva era la sua vicina di casa, era Cheryl e in tutti modi avrebbe voluto possederla. E ora, con lei, poteva giocare ad un nuovo gioco di pura perversione!

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