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<<Cheryl, tesoro, siediti che dobbiamo parlare>> la madre era esausta, si stava massaggiando le palpebre e aveva gli occhi lucidi.
<<Che succede?>> Cheryl si sedette e prese la mano della madre stringendola. Si stava spaventando, non l'aveva mai vista in quello stato e la stava preoccupando abbastanza.
<<Ho ricevuto un messaggio da Jake, te lo ricordi vero?>> domandò la donna stringendo la mano della figlia. Cheryl se lo ricordava benissimo, era un poliziotto che era intervenuto una delle famose sere in cui il padre stava aggredendo lei e la madre.
<<Certo. Mi stai spaventando.>> la ragazza deglutì fortemente. La nonna entrò dalla porta e, notando la situazione, si sedette con loro al tavolo, in silenzio.
<<Tuo padre è uscito da galera e ha già fatto domanda su dove ci troviamo.>> Cheryl saltò in piedi, le stava per venire un attacco di panico. Non voleva fuggire ancora, dopotutto si trovava bene e si era fatta degli amici.
<<Non è vero, non é possibile gli mancano altri due anni!>> le lacrime iniziarono a scorrere sulle guance, piangeva disperata e trattenendo a stento i singhiozzi.
<<Tesoro, calmati non può trovarci.>> la nonna si avvicinò alla nipote stringendola in una abbraccio, sapeva benissimo che ciò che stava dicendo risultava una menzogna perché quell'uomo avrebbe fatto di tutto pur di trovarle e rovinarle ancora la loro vita.
<<Mamma, lasciala stare, é sconvolta come lo sono io. Vai a riposarti, Cheryl!>> la madre si alzò dalla sedia mettendo le tazze nel lavandino.
<<Come può essere già fuori di galera?>> domandò la figlia piangendo.
<<Qualcuno gli ha pagato la cauzione e non si sa chi sia stato!>> Jackie si asciugò gli occhi e riprese a parlare <<Vai a riposarti tesoro, ne hai bisogno.>>
<<Come posso riposarmi sapendo che mio padre, colui che mi picchiava fin da quando avevo dodici anni, è in giro a cercarci?>> Cheryl si strinse nella braccia, aveva bisogno di riprendersi. Stava urlando e avrebbe fatto preoccupare tutto il vicinato.
<<Cheryl, calmati. Siamo lontane, molto lontane non può trovarci e al minimo sospetto che sappia di noi, ce ne andremo.>> Jackie cercò di calmare sua figlia, sapeva benissimo che quella non era una vita adatta a lei ma non poteva fare altro.
<<Sono stufa del fatto che continuiamo a spostarci! Non ce la faccio più.>> urlò ancora di più per poi uscire dalla porta e andandosi a sedere in giardino sul retro.
Sua madre stava per seguirla ma la nonna la fermò facendole segno di lasciarla andare.
Cheryl guardò la casa di Jerry, e vide che al piano di sopra si accese una luce. Sospirò, aprì il cellulare e avrebbe voluto scrivere a Amy ma sapeva che la ragazza non stava passando di certo un bella serata a causa di Peter e dei suoi scleri. Si alzò e decise di andare a bussare alla porta di Jerry.
<<Cheryl, che ci fai qui?>> la guardava sbalordito, pensava che dopo il suo comportamento non avrebbe più voluto vederlo e invece eccola lì.
Cheryl stava per parlare ma venne interrotta dalla voce di una ragazza che stava chiamando Jerry.
<<Ah, sei impegnato! Scusami, ci vediamo domani>> Cheryl si voltò, sentiva gli occhi pungerle, stasera aveva pianto troppo e dal suo viso si notava perfettamente. Gli occhi erano rossi e gonfi e ciò non sfuggì a Jerry che la prese per il braccio e la voltò.
<<Che é successo?>> domandò incuriosito e soprattutto con una rabbia che lo mangiava dentro.
La donna che prima aveva parlato si presentò alla porta mettendosi vicino a Jerry <<Oh, é carina. Se ti va possiamo fare una cosa a tre!>> esclamò guardando Jerry, ma quest'ultimo teneva gli occhi fissi sull'unica ragazza che desiderava realmente.
<<Vattene!>> borbottò voltandosi verso la biondina che lo guardava.
<<Come?>> ribatté lei sfidandolo negli occhi.
<<Ho detto di andartene!>> urlò e Cheryl sobbalzò, non lo aveva mai visto così e soprattutto non capiva quel suo comportamento.
La bionda non fece in tempo a raccogliere le sue cose che se ne andò spaventata, Jerry prese per mano Cheryl facendola entrare in casa e chiudendosi la porta alle spalle.
Si sedettero intorno al tavolo, la guardava ed era furioso. Nessuno poteva permettersi di ridurre Cheryl così, se proprio doveva piangere, doveva farlo per lui.
Si guardarono negli occhi e nessuno dei due biascicò parola.
<<Allora, vuoi dirmi che é successo oppure mi guarderai e basta?>> domandò appoggiando le braccia incrociate sul tavolo e il mento su esse.
<<Dammi solo da bere qualcosa di forte e basta! Non voglio parlarne ora.>> Jerry sospirò alzandosi dalla sedia e portando la bottiglia di Whiskey e due bicchieri in tavola.
<<Come vuoi, Cher>> iniziò a versare e bevettero insieme. Cheryl dopo una decina di bicchieri era ormai brilla ma nonostante tutto continuava a bere e a raccontare cose senza senso e soprattuto parlava di Amelia e Peter. Jerry era curioso sull'argomento perché sapeva che avrebbe dovuto portare a termine la sua missione, ovvero uccidere il bambino che aveva lasciato sopravvivere: Peter. Più Cheryl parlava di loro, più lui ne scopriva i punti deboli.
Anche Jerry beveva, ma non si ubriacava, l'alcool non gli faceva nulla anche perché il suo corpo era morto e l'unica cosa che chiedeva per sopravvivere era solo sangue.
<<Jerry..>> Cheryl si alzò e si sedette sulle sue gambe iniziando a baciarlo con passione. Jerry ricambiò per poi sfiorarle i glutei, ma si staccò, non era così che la voleva. La voleva da sobria e da sobria l'avrebbe avuta.
<<Devo vomitare!>> Jerry l'accompagnò di corsa verso il bagno e la ragazza iniziò a rigettare ciò che aveva bevuto e aveva mangiato neanche un ora fa. Il ragazzo le teneva i capelli accarezzandole la testa, accorgendosi solo dopo di quello che stava facendo e rimanendone confuso.
Cheryl si appoggiò al muro del bagno esausta e grattandosi gli occhi, espandendo la matita nera e risultando buffa. Jerry la prese in braccio portandola nella camera da letto che utilizzava solo per i suoi giochi perversi. L'adagiò sul letto e la ragazza si addormentò sussurrando un flebile grazie a colui che si stava occupando di lei.

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